Ipertensione arteriosa: una minaccia silenziosa da non ignorare
Ci sono malattie che fanno rumore e altre che agiscono in silenzio. L’ipertensione arteriosa è tra queste. Spesso non dà sintomi evidenti, ma giorno dopo giorno mette sotto pressione cuore, arterie, cervello e reni. È una delle principali cause di infarto, ictus e insufficienza renale cronica, eppure milioni di italiani ne soffrono senza saperlo.
Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia circa un adulto su tre è iperteso, ma solo una parte di loro riceve una diagnosi e una terapia adeguata. La mancanza di sintomi chiari nella fase iniziale rende la malattia subdola: molti scoprono di avere la pressione alta solo dopo un episodio acuto o durante controlli effettuati per altri motivi.
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Cos’è l’ipertensione e perché è così pericolosa
L’ipertensione arteriosa è una condizione in cui la pressione del sangue nelle arterie è costantemente troppo elevata. I valori di riferimento, secondo le linee guida, sono 120/80 mmHg. Quando la pressione sistolica supera i 140 mmHg e/o la diastolica i 90 mmHg in modo stabile, si parla di ipertensione.
A lungo termine, questa pressione eccessiva danneggia le pareti dei vasi sanguigni, che diventano più rigidi e meno elastici. Il cuore è costretto a lavorare di più per pompare il sangue, e questo può causare ipertrofia del muscolo cardiaco, con aumento del rischio di insufficienza cardiaca. Anche il cervello e i reni possono subire danni gravi, con complicanze neurologiche e nefrologiche difficili da gestire.
Il problema è che spesso l’ipertensione non causa alcun sintomo, o al massimo piccoli segnali facilmente confondibili: mal di testa al mattino, nausea, ronzii nelle orecchie, affaticamento, palpitazioni, ma anche senso di oppressione toracica o nervosismo ingiustificato. È facile ignorarli o attribuirli allo stress, ma sarebbe un errore.
Chi è più a rischio?
L’ipertensione può colpire chiunque, ma alcuni soggetti sono più esposti di altri. In particolare, chi ha una familiarità per patologie cardiovascolari, chi soffre di sovrappeso o obesità, chi segue un’alimentazione ricca di sale e povera di frutta e verdura, chi fuma o consuma alcol in eccesso.
Anche la sedentarietà, l’età avanzata e lo stress cronico sono fattori predisponenti. In alcuni casi, l’ipertensione è secondaria a patologie endocrine o renali, ma nella maggior parte dei casi è di tipo essenziale, cioè non ha una causa unica identificabile, ma è legata a un insieme di fattori genetici e ambientali.
La buona notizia è che oggi l’ipertensione si può prevenire, diagnosticare precocemente e trattare efficacemente. Ma tutto parte da un gesto semplice: misurare regolarmente la pressione e, in caso di valori anomali, effettuare una valutazione medica completa. Se non sai da dove iniziare, sappi che su Elty.it puoi prenotare visite specialistiche in tutta Italia, selezionando lo specialista più adatto, nel luogo più comodo, in base alle tue esigenze.
Come si diagnostica l’ipertensione
Il primo passo è una corretta misurazione della pressione arteriosa, che dovrebbe essere eseguita più volte e in diversi momenti della giornata, in condizioni di riposo. Una sola rilevazione elevata non basta per fare diagnosi: serve una valutazione più ampia, che può includere un monitoraggio ambulatoriale delle 24 ore (Holter pressorio).
Lo specialista può anche prescrivere esami del sangue, analisi delle urine, elettrocardiogramma, ecocardiogramma e controlli della funzionalità renale, per valutare se ci siano già danni d’organo. In alcuni casi, possono essere utili esami endocrinologici o imaging diagnostico, se si sospetta una forma secondaria di ipertensione.
La diagnosi precoce è cruciale perché permette di impostare fin da subito uno stile di vita più sano e, se necessario, una terapia farmacologica personalizzata. L’obiettivo non è solo abbassare i numeri della pressione, ma ridurre il rischio cardiovascolare globale, che include anche colesterolo, glicemia, fumo e altri fattori.
Come si cura l’ipertensione
La cura dell’ipertensione prevede sempre una combinazione di stile di vita sano e, nei casi più severi, farmaci antipertensivi. Tra le buone abitudini da adottare ci sono:
- Ridurre il consumo di sale, preferendo spezie e aromi naturali
- Aumentare il consumo di frutta e verdura, ricche di potassio e antiossidanti
- Svolgere attività fisica regolare, almeno 30 minuti al giorno
- Evitare fumo e alcol
- Diminuire lo stress, anche con tecniche di rilassamento o supporto psicologico
Quando queste misure non bastano, il medico può prescrivere diuretici, ACE-inibitori, beta-bloccanti, calcio-antagonisti o sartani, da soli o in combinazione. La terapia va seguita con costanza, controllando periodicamente la pressione e comunicando al medico eventuali effetti collaterali.
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