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Giovanni Plana e la diatriba dell'anno zero dell'era crisitiana




Immagina di voler capire da dove vengono i numeri degli anni che usiamo, come per esempio il 2024. Oggi tutti siamo abituati a contare gli anni dall’anno della nascita di Gesù Cristo. Quando diciamo “avanti Cristo” (a.C.) intendiamo gli anni prima della nascita di Gesù, e quando diciamo “dopo Cristo” (d.C.) intendiamo gli anni dopo la sua nascita. Ma come si è deciso di far partire il conto degli anni proprio dalla nascita di Gesù? E perché non esiste un “anno zero”? Queste non sono domande banali, e nel 1800 alcuni scienziati e studiosi cercavano di capire meglio queste cose.

Il periodo storico del Piemonte nel 1800


Siamo nel 1800, in Piemonte, una regione del nord Italia. In quegli anni c’era un clima molto vivace nelle università e nelle accademie: professori, studiosi, scienziati e storici discutevano di molti argomenti. A Torino, la città più importante del Piemonte, c’erano centri di studio famosi, come l’Università e l’Accademia delle Scienze, dove si parlava di matematica, astronomia, storia e molto altro. La gente colta (cioè le persone più istruite) si interessava anche ai problemi legati alle date, ai calendari e alla storia dei sistemi per contare gli anni.

Chi era Giovanni Antonio Amedeo Plana


Giovanni Antonio Amedeo Plana (1781–1864) era un grande matematico e astronomo piemontese. Lui studiava le stelle, i pianeti, la Luna, e per farlo aveva bisogno di un calcolo preciso del tempo e degli anni. Era famoso in tutta Europa e in contatto con molti altri scienziati. Per Plana capire bene come si contano gli anni non era solo una curiosità: era importante per il suo lavoro di astronomo, perché per studiare un’eclissi di tanti anni prima era necessario sapere con esattezza in che anno era avvenuta.

Il problema dell’anno zero e dell’inizio dell’Era Cristiana


Le lettere di Plana di cui parliamo discutevano un argomento strano, ma interessante: perché, nel nostro modo di contare gli anni, si passa dall’1 a.C. all’1 d.C. senza mettere un anno zero in mezzo?
Oggi diamo per scontato che “prima di Cristo” e “dopo Cristo” siano due modi semplici per ordinare il tempo, ma in realtà non è così facile. Quando tanti secoli fa si decise che l’anno della nascita di Gesù doveva diventare il punto di riferimento per contare gli anni, non si pensò a inserire uno “0”. Questo crea qualche confusione nelle date antiche e nel calcolare con precisione gli anni passati.

In più, non tutti gli studiosi antichi erano d’accordo su quale fosse esattamente l’anno in cui Gesù era nato. Alcuni dicevano che la nascita era avvenuta in un certo anno dalla fondazione di Roma (un altro modo di contare gli anni, usato dagli antichi Romani), altri in un altro anno. Il problema è che, senza un anno zero e con diverse opinioni su quale anno romano corrispondesse alla nascita di Gesù, tutto diventa più complicato.

I giornali e la divulgazione

Le lettere di Plana non venivano pubblicate solo in libri di studio per esperti, ma anche su giornali e riviste dell’epoca, come le “Letture Popolari” o il “Messaggiere Torinese”. Perché? Perché non solo gli specialisti erano interessati a capire da dove arriva il nostro modo di contare gli anni, ma anche il pubblico più curioso e colto. Era un modo per portare la scienza e la storia a tutti, non solo a professori e scienziati. Così Plana poteva spiegare al pubblico perché l’assenza di un anno zero creava confusione e come mai la data dell’anno della nascita di Cristo non era stabilita con assoluta certezza.

Perché era importante?

Potresti chiederti: “Ma perché tutta questa fatica per capire se c’è o non c’è un anno zero o se Gesù è nato nel 754° anno dalla fondazione di Roma?” La ragione è che per gli studiosi del 1800 era importante sapere con precisione le date degli eventi antichi per confrontare i documenti storici, le cronache, e perfino certi fenomeni astronomici registrati nel passato, come eclissi o congiunzioni di pianeti. Solo con una datazione corretta si poteva capire esattamente quando erano accaduti certi fatti, e questo aiutava sia la storia sia la scienza.

Il messaggio di Plana

Plana non voleva per forza cambiare il nostro calendario. Piuttosto, voleva mostrare le basi storiche e non perfettamente precise del nostro modo di contare gli anni. Voleva che la gente capisse che la nostra Era Cristiana non era stata stabilita in modo perfetto fin dall’inizio, ma era il risultato di decisioni prese in epoche diverse, da studiosi che a volte non avevano tutte le informazioni giuste.

La lezione di metodo

A noi, oggi, può sembrare strano preoccuparci di un “anno zero” o di come si è deciso il punto di partenza del nostro calendario. Ma l’esempio di Plana ci ricorda che molte cose che diamo per scontate (come la data di nascita di Gesù o il modo in cui contiamo gli anni) non sono sempre state chiare. È servito il lavoro di tanti studiosi per capire e spiegare da dove viene il nostro calendario.

In questo modo, le lettere di Plana sono come una lezione di storia e di metodo scientifico: ci insegnano che dietro le date e i calendari che usiamo oggi, ci sono secoli di ragionamenti, calcoli, discussioni e accordi. Capire queste cose ci aiuta a non dare mai nulla per scontato, ad avere uno spirito critico e a capire meglio perché oggi l’anno si chiama come si chiama.



CURIOSITÀ

Sapete che una strada di Torino e un Istituto di Istruzione Superiore sono intitolati a Giovanni Plana? 

La via dedicata all’astronomo Giovanni Plana inizia nell'angolo sud-occidentale di piazza Vittorio Veneto e si estende fino a incrociare via Giolitti, affacciandosi sulla graziosa e discreta piazza Maria Teresa. Corre parallela a via della Rocca, in un quartiere oggi caratterizzato dalla presenza di un’alta borghesia e di artigiani specializzati in mestieri d’arte, antiquariato e oreficeria, con prezzi a dir poco “astronomici”. Fermiamoci dunque qui, senza lasciarci tentare dallo shopping, in questo nostro itinerario ideale tra le strade torinesi dedicate alla scienza.

Anche un Istituto di Istruzione Superiore, il “Giovanni Plana” (IIS Plana), è  una realtà scolastica dedicata al celebre astronomo. Ben radicata sul territorio, con un’offerta formativa piuttosto diversificata e orientata allo sviluppo delle competenze culturali, scientifiche e tecniche degli studenti. 



Foto: il liceo Plana all'uscita degli studenti 


Giovanni Antonio Amedeo Plana (1781-1864) fu un gigante del pensiero scientifico del suo tempo: formatosi a contatto con i più grandi matematici francesi, come Lagrange, Laplace e Legendre, divenne professore di astronomia all’Università di Torino per cinquant’anni, guadagnandosi il titolo di “astronomo reale”. Alle sue spiccate doti teoriche – testimoniate dall’imponente opera in tre volumi sul moto lunare e dalle correzioni alle teorie di Laplace sui moti di Giove e Saturno – unì una straordinaria capacità progettuale.

Il suo celebre “Calendario Meccanico Universale” è un prodigio tecnico: realizzato nel 1831, capace di coprire 4000 anni, raccoglieva 46.000 dati e anticipava soluzioni tecniche proprie dell’era digitale. In esso Plana risolse la complessità delle misure del tempo (tra settimane, mesi lunari e solari, stagioni diseguali e secoli irregolari), integrando anche la riforma gregoriana e le festività mobili della tradizione cattolica. Il risultato fu un autentico capolavoro, testimonianza di un ingegno così vasto e rigoroso da imporsi come punto di riferimento nella storia della scienza.

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