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La dieta può influire sul nostro sistema immunitario?

 



Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto significativi progressi nello studio della relazione tra alimentazione e sistema immunitario, portando nuove scoperte su come la dieta possa modulare le difese del corpo e contribuire al trattamento di malattie. Tuttavia, molte affermazioni pubblicitarie che suggeriscono che cibi specifici possano "rafforzare" il sistema immunitario sono spesso supportate da evidenze limitate. Questo è dovuto alla complessità di condurre studi rigorosi che monitorino l'impatto della dieta, oltre alle difficoltà nel tradurre i risultati degli studi su animali e cellule agli esseri umani.

Nuove prospettive nella ricerca su dieta e immunità

Negli ultimi cinque anni, gli scienziati hanno sviluppato approcci innovativi per colmare il divario di credibilità in questo campo, passando dagli studi generici sulle diete mediterranee o occidentali agli esami più dettagliati degli effetti a breve termine di specifici gruppi alimentari e componenti nutrizionali. Questo ha permesso di esplorare i meccanismi molecolari alla base degli effetti dei cibi sull'immunità, migliorando la comprensione delle loro potenzialità terapeutiche.

L'impatto della dieta mediterranea sulla risposta immunitaria

Le diete moderne, specialmente nei paesi occidentali, possono alterare le risposte immunitarie e indebolire la resilienza del sistema immunitario. D'altra parte, alcuni ricercatori sostengono che una dieta equilibrata potrebbe aiutare nel trattamento di patologie croniche come il cancro e disturbi autoimmuni, compreso il lupus. Recenti iniziative, come articoli del New England Journal of Medicine e summit organizzati dal Dipartimento della Salute degli Stati Uniti, stanno iniziando a riconoscere l'importanza di esplorare i legami tra alimentazione, immunità e malattie croniche.

Approcci personalizzati e nuove tecniche

La disponibilità di tecniche avanzate, come quelle "omiche" (che permettono di analizzare interi set di biomolecole), ha aperto nuove strade per comprendere come diversi componenti alimentari influenzino il sistema immunitario. Francesco Siracusa, immunologo presso l'University Medical Center Hamburg-Eppendorf, ha sottolineato come la crescente attenzione alla nutrizione personalizzata negli ultimi anni sia entusiasmante, poiché permette di studiare gli effetti combinati di singoli componenti alimentari.

Il ruolo di fibre e grassi nella modulazione dell'immunità

I legami tra dieta e salute sono stati studiati fin dai tempi di Ippocrate. Nel 1912, il biochimico polacco Casimir Funk propose che la mancanza di nutrienti essenziali, che chiamò "vitamine", causasse malattie come lo scorbuto e il rachitismo; le ricerche successive hanno confermato che le vitamine giocano un ruolo cruciale nell'immunità. Attualmente, molte ricerche si concentrano sull'uso del sistema immunitario per affrontare problemi di salute come l'obesità. Per esempio, Steven Van Dyken, immunologo alla Washington University, ha studiato una risposta immunitaria di tipo 2, solitamente attivata da allergeni, osservando che una dieta ricca di chitina (una fibra presente nei funghi, crostacei e insetti commestibili) potrebbe aiutare a regolare il metabolismo. Esperimenti sui topi hanno dimostrato che una dieta ricca di chitina attivava un enzima digestivo, influenzando positivamente la sensibilità all'insulina e la composizione corporea. Questo suggerisce che modulare questa risposta immunitaria potrebbe aprire la strada a nuove terapie contro le malattie metaboliche.

Obesità e condizioni autoimmuni

Il legame tra obesità e immunità non si limita al metabolismo. L'obesità è associata a condizioni autoimmuni come la psoriasi, che è due o tre volte più comune nelle persone obese. Ricerche hanno dimostrato che la perdita di peso può migliorare i sintomi psoriasici. Chaoran Li, immunologo alla Emory University, ha studiato come l'obesità comprometta l'immunità cutanea, scoprendo che le diete ricche di grassi attivano cellule immunitarie che causano infiammazione e peggiorano la psoriasi.

Digiuno e immunità: potenziale e rischi

Se l'eccesso di cibo e l'obesità danneggiano la salute, il digiuno potrebbe avere effetti opposti, con possibili benefici per il sistema immunitario. Alcuni studi hanno suggerito che il digiuno riduce i rischi di condizioni come ipertensione, diabete e asma, influenzando il numero di cellule immunitarie nel sangue. Per esempio, il neuroscienziato Cheng Zhan ha dimostrato che il digiuno attiva neuroni che regolano il sistema immunitario, riducendo i sintomi di malattie autoimmuni in modelli murini.

Tuttavia, il digiuno non è privo di rischi. Studi hanno rilevato che un digiuno prolungato può ridurre la presenza di monociti nel sangue, cellule essenziali per la difesa contro le infezioni, ma che possono causare problemi se reintrodotte rapidamente dopo il digiuno. Filip Swirski, immunologo al Mount Sinai di New York, ha osservato che i topi digiuni presentavano una riduzione del 90% dei monociti circolanti, con un aumento di questi nel midollo osseo. Dopo averli reintrodotti alla normale alimentazione, si è osservato un aumento drammatico dei monociti nel sangue, con effetti negativi sulla loro capacità di rispondere a infezioni batteriche. Questo suggerisce che il digiuno eccessivo potrebbe avere conseguenze indesiderate sul sistema immunitario.

L'importanza di bilanciare la dieta

Il concetto di "dieta delle feste", caratterizzata da eccessi alimentari, ha mostrato effetti negativi simili al digiuno. Francesco Siracusa ha condotto studi che dimostrano come tre giorni di dieta ad alto contenuto di grassi possano compromettere la funzione del sistema immunitario nei topi. Il passaggio da una dieta ricca di fibre a una povera di fibre ha avuto effetti significativi sulle cellule T, fondamentali per combattere le infezioni. Anche negli esseri umani si sono osservati effetti simili, anche se temporanei.

Studi clinici 

Gli studi clinici su esseri umani sono complessi a causa delle difficoltà nel monitorare con precisione l'alimentazione dei partecipanti. Tuttavia, ricerche controllate, come quelle condotte da Kevin Hall negli Stati Uniti, stanno fornendo nuove informazioni. Studi recenti hanno dimostrato che diete diverse possono influenzare in modo diverso il sistema immunitario. Per esempio, una dieta chetogenica ha potenziato le risposte immunitarie adattive, mentre una dieta vegana ha stimolato l'immunità innata.

Anche se siamo ancora nelle prime fasi, c'è ottimismo tra gli scienziati su come la comprensione di questi meccanismi possa portare a diete personalizzate per condizioni mediche specifiche. Yasmine Belkaid, immunologa e presidente dell'Istituto Pasteur, sottolinea che le scoperte degli ultimi anni potrebbero portare, nel prossimo decennio, a raccomandazioni dietetiche precise e basate su evidenze rigorose, con potenziali applicazioni cliniche per un'ampia gamma di patologie.

In sintesi, la ricerca moderna sta dimostrando che la dieta non è solo un mezzo per mantenere un corpo sano, ma anche uno strumento potenzialmente potente per modulare le risposte immunitarie e trattare le malattie. Questo campo è destinato a crescere, con la promessa di nuove soluzioni per affrontare problemi di salute attraverso un'alimentazione più informata e consapevole.


Fonte: Nature

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