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Quel "Killer" del Bosone di Higgs che potrebbe porre fine all'Universo

Particella di Dio o del Diavolo? L'universo in cui viviamo, sebbene sembri stabile, potrebbe essere in realtà in bilico su un filo molto sottile a causa dell'instabilità del bosone di Higgs, una particella fondamentale scoperta nel 2012



Questa particella è cruciale poiché conferisce massa a tutte le altre particelle conosciute attraverso il campo di Higgs, un campo che pervade tutto lo spazio. Tuttavia, il campo di Higgs potrebbe non trovarsi nello stato di energia più basso possibile, il che significa che potrebbe, in linea teorica, cambiare stato in qualsiasi momento.

Se questo cambiamento avvenisse, si verificherebbe una "transizione di fase", simile a ciò che accade quando l'acqua si trasforma in vapore. In questo caso, il campo di Higgs formerebbe bolle di spazio a bassa energia con leggi della fisica completamente diverse. Queste bolle si espanderebbero rapidamente, alterando la struttura fondamentale dell'universo e rendendo impossibile la sopravvivenza di qualsiasi forma di materia come la conosciamo.

Nonostante questa possibilità, recenti misurazioni effettuate al Large Hadron Collider (LHC) suggeriscono che un evento del genere potrebbe non avvenire per miliardi di anni, motivo per cui si parla spesso di un universo "metastabile". Ciò significa che, sebbene l'universo possa teoricamente finire a causa dell'instabilità del bosone di Higgs, la probabilità che ciò accada in un futuro prossimo è estremamente bassa.


Un aspetto interessante di questa teoria riguarda i buchi neri primordiali, oggetti che si sarebbero formati nei primi istanti dopo il Big Bang a causa del collasso di regioni di spazio-tempo estremamente dense. A differenza dei buchi neri tradizionali, che si formano dal collasso delle stelle, i buchi neri primordiali potrebbero essere molto piccoli, persino con una massa equivalente a un grammo.

L'esistenza di questi buchi neri è prevista da alcuni modelli teorici dell'universo primordiale, ma provarne l'esistenza comporta alcune difficoltà. Secondo la teoria della meccanica quantistica sviluppata da Stephen Hawking negli anni '70, i buchi neri emettono radiazioni e gradualmente evaporano. Più un buco nero è piccolo, più velocemente evapora. Questo significa che i buchi neri primordiali di piccole dimensioni, se esistiti, si sarebbero già evaporati.

Se tali buchi neri primordiali fossero esistiti, avrebbero potuto innescare la formazione di bolle nel campo di Higgs, causando la fine dell'universo come lo conosciamo. Tuttavia, il fatto che l'universo esista ancora oggi suggerisce che questi buchi neri primordiali probabilmente non sono mai esistiti, o se lo sono stati, non hanno avuto l'effetto previsto.

Ciò apre la strada a nuove ipotesi e ricerche. Se mai dovessimo trovare prove dell'esistenza passata di buchi neri primordiali, come tracce nelle onde gravitazionali o nella radiazione cosmica di fondo, ciò potrebbe indicare che c'è qualcosa di ancora sconosciuto nel campo di Higgs, forse una nuova particella o una nuova forza che protegge l'universo dalla sua stessa instabilità.

Mentre il bosone di Higgs e l'universo in cui viviamo sono ancora avvolti da misteri, la ricerca continua a rivelare nuove possibilità e a sfidare le nostre attuali comprensioni del cosmo. Sebbene l'idea di un universo instabile possa sembrare allarmante, la scienza ci rassicura che la fine del mondo, se mai dovesse avvenire a causa di questo meccanismo, è estremamente lontana nel tempo

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