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LE CINQUE SVOLTE EVOLUTIVE DEL CERVELLO

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"Breve storia dell'intelligenza" (di Max S. Bennett, pubblicato da Apogeo) non sembra così breve, visto che è composta da 350 pagine, ma in realtà lo è in quanto tratta un periodo lungo circa 4 miliardi di anni, dal brodo primordiale all'intelligenza artificiale di oggi, in sole 350 pagine. Il filo conduttore, o meglio la chiave di lettura è l'evoluzione: nel libro viene spiegato cosa è successo al cervello - in chiave evolutiva - in cinque essenziali svolte, ovvero in cinque momenti dopo ciascuno dei quali il cervello non era più confrontabile con la sua versione precedente.

La prima svolta è stata l'acquisizione della capacità di cambiare direzione, sulla base della valenza (positiva o negativa) degli stimoli. Poi Max S. Bennet riassume così: "La svolta del rinforzo ha consentito ai primi vertebrati di apprendere dalle loro azioni effettive (tentativi ed errori). La svolta della simulazione ha consentito ai primi mammiferi di apprendere dalle proprie azioni immaginate (tentativi ed errori per via vicaria). La svolta della mentalizzazione ha consentito ai primi primati di apprendere dalle azioni effettive di altri (apprendimento per imitazione). La svolta della parola, però, ha consentito in modo peculiare ai primi esseri umani di apprendere dalle azioni immaginate di altre persone".

Se la sintesi non vi è chiara ora, non preoccupatevi: il testo è divulgativo, è quindi destinato ai non addetti ai lavori. Tanto è vero che è pieno di esempi, talvolta si rivolge al lettore in modo diretto, vi è una sapiente selezione degli argomenti, gli elementi più importanti sono adeguatamente spiegati, riassunti a fine capitolo e spesso ripresi anche più avanti, in modo che chi legge non perda mai il filo del discorso (e non debba fare sforzi eccessivi per comprendere). Un minimo di terminologia biologica c'è, ma è veramente ridotta, in quanto a me sembra che l'autore non abbia voluto scrivere un libro di biologia, ma piuttosto un libro di storia della scienza. Perché l'ha scritto? Lo rivela lui stesso nell'ultima pagina: "Quanto meglio conosciamo la nostra mente, tanto meglio saremo attrezzati per creare menti artificiali a nostra immagine". 

Effettivamente in tutto il testo (e non solo verso la fine) si parla di intelligenza artificiale, a cominciare dai primi tentativi e dai primi risultati (fallimentari). L'impressione che ne ho tratto è che l'AI non è ancora riuscita ad imitare effettivamente il nostro cervello, soprattutto per due rilevanti mancanze: un modello del mondo e la mentalizzazione. Si tratta di svolte importanti per l'evoluzione del nostro cervello, ma si tratta anche di svolte che la tecnologia non è ancora riuscita ad acquisire. Ci riuscirà in futuro? Oppure no? Nessuno può dirlo con certezza. Se ci riuscirà e noi lasceremo che ci sostituisca in moltissime funzioni, occorrerà regolamentare adeguatamente questo mondo (futuro), perché potrebbero verificarsi degli eventi che noi per ora non riusciamo neanche ad immaginare.

"Breve storia dell'intelligenza - Dai primi organismi all'AI: le cinque svolte evolutive del cervello"

scritto da Max S. Bennet

e pubblicato da Apogeo Editore nel mese di marzo 2024


Walter Caputo
Divulgatore scientifico dal 2008

N.B.: La foto è stata scattata da Walter Caputo. Si tratta del labirinto della Masone di Franco Maria Ricci. Si trova a Fontanellato, in provincia di Parma.

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