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Stop a caccia selvaggia: ritirati emendamenti decreto legge Agricoltura. ONG soddisfatte

 


Le associazioni animaliste italiane, tra cui Anpana, Cabs, Enpa, Gaia Animali e Ambiente, Lac, Lav, Leal, Leidaa, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia, Lndc Animal Protection, Oipa, Federazione Nazionale Pro Natura, Rete dei Santuari di Animali Liberi e Wwf Italia, sono letteralmente saltate di gioia per il ritiro degli emendamenti "caccia selvaggia" deciso dalla Commissione Agricoltura del Senato. Questa notizia è stata accolta con applausi e cori di "Finalmente!" nelle sedi delle associazioni.

Prima di questo trionfo, le proposte degli emendamenti avrebbero permesso di trasformare i valichi montani in veri e propri campi di battaglia per gli uccelli migratori, mentre i richiami vivi sarebbero stati usati come DJ per attirare altre prede. Inoltre, i cittadini e le associazioni non avrebbero più potuto contestare i calendari venatori illegittimi. Le associazioni ambientaliste erano terrorizzate all'idea di vedere un tale scempio legale, che avrebbe calpestato le normative europee e la nostra cara Costituzione italiana.

L'Italia è legata da una serie di normative europee e nazionali che puntano a proteggere la biodiversità come si protegge un vaso Ming: con estrema cura. L'articolo 9 della Costituzione italiana dichiara con orgoglio che "La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione". Questo include anche la protezione di ogni singolo uccellino e animaletto del nostro ecosistema. Gli emendamenti sulla "caccia selvaggia" avrebbero fatto a pezzi questi principi, minacciando di trasformare i nostri boschi in zone di guerra.

Le associazioni hanno detto chiaro e tondo che il ritiro delle misure conferma le loro preoccupazioni. "Era ora!" hanno esclamato, criticando anche l'influenza degli estremisti delle associazioni venatorie, che sembrano volere un ritorno ai tempi delle caverne.

Tra le misure più assurde proposte c'era la possibilità di cacciare in città, parchi e riserve naturali, come se i cinghiali stessero facendo festa nei nostri giardini. La modifica dell’art. 19 della legge 157/1992 avrebbe eliminato il principio dei "metodi ecologici", permettendo di abbattere animali senza prima tentare soluzioni meno letali. Questa idea è stata fortemente criticata non solo dalle associazioni ambientaliste, ma anche dalle principali società scientifiche nazionali, che hanno evidenziato l'inconsistenza scientifica del provvedimento, paragonandolo a un'operazione di bricolage mal riuscita.

Le principali società scientifiche nazionali hanno giocato un ruolo da veri eroi nel contestare gli emendamenti. In un documento congiunto, hanno sottolineato l'importanza di gestire la fauna selvatica basandosi su evidenze scientifiche, non su decisioni politiche prese a colpi di dado. Hanno inoltre evidenziato come le proposte avrebbero potuto devastare gravemente gli ecosistemi e la biodiversità.

Il prossimo obiettivo delle associazioni ambientaliste è fermare la proposta di legge "sparatutto" ancora in discussione alla Camera dei Deputati e monitorare attentamente i calendari venatori 2024/25 che le Regioni stanno pubblicando come se fossero opuscoli di offerte. Le associazioni continueranno a vigilare, come falchi, affinché le normative sulla caccia rispettino gli standard europei e costituzionali e proteggano adeguatamente la fauna selvatica.

Fonte: ANSA 

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