VIAGGIO AL CENTRO DEL NANOMONDO
In realtà - molto probabilmente - Pacchioni non conosce mia suocera, ma sa che molte persone sottostimano i rischi che hanno in casa, ma sovrastimano quelli che vengono dall'esterno, ad esempio dalle nanoscienze quando producono applicazioni pratiche denominate nanotecnologie. Eppure senza nanotecnologie non potremmo miniaturizzare i componenti elettronici per produrre gli smartphone. Stiamo quindi parlando di oggetti che hanno cambiato radicalmente la nostra vita. Lo stesso discorso vale per le nanomacchine capaci di portare una dose di un farmaco in un punto preciso del nostro corpo. Si tratta di esempi di innovazioni straordinarie, che hanno origine nel nanomondo, eppure molti pensano ai rischi collegati a nanorobot fantascientifici.
"Insomma, di noi stessi ci fidiamo ciecamente; degli altri meno, molto meno" scrive Pacchioni. Ed è questo il motivo per cui riteniamo di essere infallibili alla guida, ma non leggiamo le statistiche: a livello mondiale, nel 2018, ci sono stati 1.350.000 morti e 50.000.000 di feriti. Sulla questione in oggetto sono assolutamente d'accordo con Pacchioni, altrimenti non avrei scritto: "Non è colpa della statistica". Ed è senza dubbio corretto e trasparente evidenziare i rischi di ogni nuova tecnologia, anche quella che deriva dall'idea di manipolare la materia su scala nanometrica. Una riflessione etica si rende perciò necessaria, sia per il nanomondo, che per la Statistica: in quest'ultimo caso chi scrive per diffondere dati, numeri e percentuali dovrebbe stare particolarmente attento alle conseguenze delle sue parole.
In buona sostanza serve equilibrio per comprendere e quantificare correttamente i rischi, ma per farlo serve conoscenza e comprensione. E il libro di Gianfranco Pacchioni, seconda edizione dell'opera: "Quanto è piccolo il mondo" (2007) va proprio in questa direzione. L'autore riesce pienamente in questa sfida; è capace di far comprendere a chiunque termini ed oggetti "esotici" come nanotubi di carbonio, fullerene, grafene, nanoparticelle, macchine molecolari, nuove tecniche microscopiche, nanoelettronica e nanostrutture. Ci ricorda inoltre che: "i nanomateriali sono già entrati in migliaia di prodotti", ma "il bello deve ancora venire". Infine fornisce un'indicazione per i giovani che intendono lavorare nel settore: non basta la chimica, serve anche fisica e biologia. "Insomma, non c'è nulla di più interdisciplinare delle nanotecnologie".
Materiali fantastici e come crearli
Scritto da Gianfranco Pacchioni
Pubblicato da Zanichelli nel 2023
Walter Caputo
Divulgatore specializzato in Scienze Statistiche
Autore del libro: "Non è colpa della statistica"
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