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Da Cesare a Leon Battista Alberti: ecco come si proteggevano le informazioni in passato


La crittografia è l’arte di nascondere informazioni a chi non è autorizzato a leggerle. In passato questa disciplina era applicata tramite cifrari e oggetti ricchi di fascino mentre oggi è passata sul piano informatico e digitale. 

Sono cambiati gli strumenti, ma non la sostanza. Ancora oggi quest’arte svolge lo stesso medesimo compito del passato: proteggere informazioni e renderle illeggibili a chi non è deputato ad accedervi. 

Oggi vogliamo approfondire l’aspetto storico e ripercorrere i momenti salienti del passato durante i quali questa conoscenza, come riporta l’articolo di ExpressVPN sul tema della crittografia è stata arricchita da ulteriori dettagli e innovazioni sino a giungere ai nostri giorni. Lo faremo a partire dai remoti tempi della gloriosa Sparta, il luogo dove, probabilmente, nasce per la prima volta il suo concetto moderno.

I primi cenni di crittografia tra Sparta e l’Antica Roma

Gli Spartani, noti per il loro approccio strategico alla guerra, inventarono un dispositivo criptografico chiamato Scitala. Era un cilindro di legno che rappresenta, di fatto, la prima forma di cifratura a trasposizione. 

Funzionava in questo modo: un lungo nastro di pergamena veniva avvolto attorno al cilindro, e il messaggio veniva scritto lungo il nastro. Solo chi conosceva il diametro esatto della Scitala poteva decifrare il messaggio correttamente. 

Anche nell'Antica Roma si annoverano diverse tecniche di crittografia. La più nota è il Cifrario di Cesare, grazie al quale l’oratore e condottiero poteva celare messaggi scritti attraverso lo spostamento di ogni lettera dell'alfabeto di un numero fisso di posizioni. 

La crittografia durante il medioevo 

Il Medioevo vide un ulteriore sviluppo delle tecniche crittografiche attraverso la progettazione di cifrari ben più sofisticati, oltre che alla redazione dei primi libri dedicati all’arte di celare informazioni. I cifrari medievali erano caratterizzati dall’uso della scrittura polialfabetica, un altro modo molto efficace per cifrare i messaggi più importanti.  

Un esempio significativo è ideato da Leon Battista Alberti nel XV secolo: il suo approccio, innovativo a quei tempi, prevedeva l'uso di due alfabeti sovrapposti. Si tratta di una tecnica molto arguta, la cui intuizione ha anticipato concetti ben più moderni come la crittografia a chiave pubblica

Segnali a maglia e cifrari da guerra: il caso Enigma

Durante il XX secolo quest’arte ha raggiunto nuove mete di sviluppo, specialmente con l'avvento delle tecnologie di comunicazione bellica. L’esempio più emblematico, che ha ispirato film e romanzi, è quello della macchina tedesca Enigma

Questa utilizzava una combinazione di rotori elettrici per cifrare i messaggi e confondere gli avventori tramite la creazione di un’infinità di possibili combinazioni. Nonostante la complessità della cifratura, il genio di Alan Turing riuscì a decodificarla, cambiando forse le sorti dell’Europa e dimostrando o l'importanza cruciale di questa tecnica nell’era moderna. 

La crittografia nell’era del digitale

Al giorno d'oggi algoritmi avanzati a chiave simmetrica e asimmetrica vengono utilizzati quotidianamente per proteggere dati sensibili in ogni genere di comunicazione: nelle transazioni online, nelle comunicazioni e nella conservazione di informazioni confidenziali. 

I più recenti standard, come l'AES (Advanced Encryption Standard), garantiscono massima sicurezza di cifratura e decifratura e si basano su complesse operazioni matematiche. 

Le nuove scoperte e tecnologie portano all'introduzione di nuovi approcci e metodi di protezione dei dati. Un esempio è rappresentato dalla crittografia quantistica che, come suggerisce il nome, sfrutta le leggi della fisica per proteggere informazioni da intromissioni e manipolazioni. 

Parallelamente anche quella omomorfa sta guadagnando terreno come soluzione per la privacy dei dati di ogni tipo. Questa tecnica apre nuovi orizzonti per l'elaborazione sicura dei dati, consentendo di sfruttare le potenzialità della computazione cloud senza compromettere la riservatezza delle informazioni. 

Cyber sicurezza in Italia: ecco perché la crittografia è ancora fondamentale

L'Italia si colloca tra i primi cinque paesi al mondo per il furto di account email, un dato preso ad esempio per spiegare la crescente vulnerabilità della nostra società agli attacchi cibernetici. 

Secondo l'Osservatorio Cyber del CRIF, nel primo semestre del 2023, più del 40% degli utenti italiani ha ricevuto un alert riguardante la sicurezza dei propri dati. Si è dunque prefigurato uno scenario che mette in luce la necessità di rafforzare le difese digitali in cui la crittografia si presenta come il migliore degli alleati. 

Guardando al futuro, quindi, organizzazioni e aziende di tutto il mondo si trovano a dover affrontare attacchi sempre più sofisticati. Ecco perché, in conclusione, gli studi su cyber sicurezza e crittografia diventano sempre più importanti per la società, soprattutto se consideriamo la velocità con cui si sta digitalizzando ogni aspetto della propria vita. 


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