Mastoplastica additiva: come funziona l’intervento
L’intervento di aumento di volume del seno è tra i più richiesti in assoluto. La chirurgia estetica, i cui numeri non hanno smesso di correre nonostante la pandemia, lo vede ai primi posti assieme alla liposuzione. Nulla di strano se si pensa che al centro dell’attenzione c’è il décolleté, simbolo universale di femminilità.
L’intervento di mastoplastica additiva è un’operazione sicura e rapida che, in alcuni casi, può essere eseguita anche in day hospital. Scopriamo nelle prossime righe alcune delle sue peculiarità.
Indicazioni
L’intervento di mastoplastica additiva è indicato nelle situazioni in cui, per svariati motivi, il seno risulta poco sviluppato. Per aumentare il volume della mammelle si utilizzano protesi che possono avere caratteristiche diverse ma che, di base, sono sicure e controllate.
Le incisioni chirurgiche
Le incisioni chirurgiche che vengono effettuate durante la mastoplastica additiva sono di lunghezza estremamente ridotta. In questo modo, è possibile mascherare al meglio le cicatrici. Esistono tre opzioni da considerare quando si parla di accessi chirurgici per l’aumento di volume del seno. Ecco quali sono:
Accesso dal solco sottomammario;
accesso dall’area periareolare;
accesso dall’ascella.
Ciascuno ha i suoi pro e i suoi contro e spetta al chirurgo, sulla base della situazione clinica della singola paziente, decidere quale accesso è migliore.
Post operatorio
La mastoplastica additiva, che viene spesso eseguita in anestesia locale con leggera sedazione, comporta un post operatorio molto facile da gestire. Nei giorni immediatamente successivi all’intervento, si può avere a che fare con una sensazione di dolore. Quest’ultima, può essere gestita con farmaci antidolorifici prescritti dal chirurgo estetico.
Dopo circa una settimana, le pazienti che svolgono lavori di ufficio non particolarmente gravosi possono riprendere la propria routine professionale. Nei primi 7/10 giorni dopo l’intervento, è importante che la donna operata si astenga dall’esecuzione di movimenti ampi con le braccia. Essenziale è ovviamente fare attenzione a non sollevare pesi particolarmente gravosi.
Un altro aspetto essenziale da ricordare riguarda il fatto che, per le prime 3/4 settimane del post operatorio, è necessario indossare una medicazione compressiva.
Proseguendo con l’elenco delle tappe del post operatorio della mastoplastica additiva, rammentiamo che, in un lasso di tempo compreso tra i 7 e i 15 giorni dopo l’operazione, è possibile ricominciare a guidare.
Cosa dire, invece, della ripresa dell’attività sportiva? Che, in linea di massima, può avvenire dopo 4/6 settimane dall’atto chirurgico. Essenziale è farsi seguire da un trainer esperto ed evitare, se possibile, di sforzare la parte alta del corpo.
Si può allattare dopo la mastoplastica additiva?
Dopo la mastoplastica additiva è possibile allattare. L’intervento, infatti, avviene nel massimo rispetto dell’anatomia naturale della mammella. Soprattutto se si ricorre alla tecnica Dual Plane, considerata il gold standard per questo tipo di operazione chirurgica, l’allattamento in caso di gravidanza non rappresenta un problema.
Le protesi si devono cambiare dopo dieci anni?
Quando si parla di mastoplastica additiva, è necessario sfatare alcuni luoghi comuni. Uno dei principali riguarda la convinzione secondo la quale, dopo dieci anni, le protesi mammarie vadano sostituite. Questo poteva valere diversi decenni fa. Oggi come oggi, vengono impiantate protesi potenzialmente eterne. Certo, si possono cambiare e tutto dipende da aspetti come i cambiamenti del corpo della paziente. Una donna che si sottopone alla mastoplastica additiva a 25 anni e che ha poi più di una gravidanza che comporta un incremento del peso, avrà più probabilità di trovarsi a dover cambiare le protesi rispetto a una paziente che, invece, fa l’intervento in età più avanzata.
Concludiamo rammentando che, in alcuni casi, dopo la mastoplastica additiva si può avere a che fare con una leggera perdita di sensibilità al seno. Non bisogna preoccuparsi: si tratta di una piccola complicanza che rientra in tempi brevi. La contrattura capsulare, altra complicanza ma di entità più rilevante, è oggi prevenibile scegliendo protesi ad hoc, in particolare quelle rivestite in schiuma di poliuretano.
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