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PICNIC SUL CIGLIO DELLA STRADA

 Avete mai letto un romanzo "strano", difficilmente inquadrabile? Se rispondete di no, significa che non avete ancora letto: "Picnic sul ciglio della strada" di Arkadij e Boris Strugatskij, tradotto in versione integrale da Paolo Nori e Diletta Bacci e pubblicato quest'anno da Marcos y Marcos.

A tratti il ritmo della scrittura è avvincente e persino scoppiettante (se non addirittura in stile flusso di coscienza), in certe pagine invece si soffre di troppe descrizioni, senza che succeda effettivamente qualcosa. Ci sono due aspetti della storia narrata che ricordano un po' la fantascienza di Bulgakov: da una parte certi (o persino molti) personaggi sono tratteggiati in modo pressoché caricaturale, e dall'altra sono presenti i media che male interpretano (o esagerano) i fatti, i quali poi devono essere ridotti, circoscritti e precisati dagli scienziati. 

Non è un romanzo adatto a coloro che leggono storie molto strutturate, in quanto capita spesso - durante la lettura - di non avere idea di come possa procedere la narrazione. Ciò lascia un po' disorientati. Tuttavia, al principio, è presente un'intervista che consente al lettore di capire prima, alcune cose che forse dopo non capirà, per lo meno immediatamente.  

Già all'inizio del romanzo si subodora la burocrazia opprimente (io penso alla letteratura russa dell'800), con affermazioni del tipo: "è arrivato del materiale su di te" e naturalmente il destinatario non può discutere quel materiale. 

Protagonista "geografica" del romanzo è la "Zona", luogo in cui sono successe cose piuttosto straordinarie e quasi inspiegabili. Chi si avventura nella Zona deve avere mille occhi e altrettante orecchie per evitare le trappole numerose ed estremamente insidiose. Tra le sostanze più pericolose troviamo la "gelatina di strega": è capace di ridurti le gambe a qualcosa di simile a due elastici flaccidi. Tra gli oggetti più anomali troviamo un anello di metallo che ruota intorno al dito senza fermarsi mai. Curiosamente, al fine di sondare l'ambiente della Zona, si tirano i dadi, e ciò fa pensare ad una metafora probabilistica. D'altronde, la probabilità di tornare vivi e sani dalla Zona è talmente bassa da essere trascurabile ("nella Zona fai cento volte la stessa strada e ti va bene, e la centounesima volta crepi"). A meno che si sia uno "Stalker", ovvero un soggetto che ha un tale coraggio ed una tale esperienza da varcare il confine della Zona. 

Se dunque volete leggere le avventure di uno Stalker, ecco i riferimenti: 

Picnic sul ciglio della strada

Arkadij e Boris Strugatskij

Marcos y Marcos, 2022

Walter Caputo


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