App Gioco Legale, aspre critiche da tutti i settori
"Si tratta di un’app che ti segue per tutta la giornata, passo dopo passo, minuto per minuto, e c’è un algoritmo che amministra la tua attenzione, e la pulsione a giocare - spiega Maurizio Fiasco, rappresentante di Alea, l'Associazione italiana per lo studio del gioco d'azzardo e del comportamento a rischio - diventando un veicolo di condizionamento operante. Per questo è un dispositivo inaccettabile".
E non c’è solo Alea dietro la valutazione negativa dell’app “Gioco legale”, ci sono anche le firme di And, di Terzo Settore, dell’Anci (l’associazione nazionale comuni italiani), le ASL dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e infine anche gli operatori delle Regioni. “Un giudizio sostanzialmente negativo – commentano gli esperti del blog Bonus Ricchi – che non può passare inosservato: serve una nuova modifica, un riassetto generale. Altrimenti si fa il male dell’intero settore”.
Negli ultimi giorni è stato aperto un’open hearing dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli proprio sull’app in questione e a questo punto gli esperti di gambling si aspettano una nuovapubblicazione delle osservazioni dell’Osservatorio a riguardo. “Da “Gioco Sicuro” a “Gioco Legale”, la costosa App dei Monopoli è stata modificata nella terminologia, ma non nella sostanza - ha commentato ancora Fiasco - “Quanto costosa? Dal PON Sicurezza (soldi dell’UE), l’ADM ha ricevuto quasi 24 milioni di Euro per il progetto “Gioco Legale e Responsabile”. Quale quota è stata impiegata per il software da istallare sugli smartphone?”.
“Domande lecite, domande che sono di tutti” chiosa la redazione di Bonus Ricchi. Anche perché l'app è stata finanziata con quasi 24 milioni di Fondi Europei, a fronte di 110 miliardi e mezzo spesi dagli italiani per il gioco. Unica voce fuori dal coro quella di Domenico Faggiani, coordinatore del settore per Anci: "Critiche ingiuste, la app è uno strumento valido contro l’illegalità e supporto al cittadino, servirebbe anzi una funzione per visualizzare servizi che trattano le dipendenze".
Insomma la parola fine sulla questione dell’app sembra ancora molto lontana.
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