QUANTO NE SANNO I GIORNALISTI DI PSICOLOGIA? QUANTO NE SAPPIAMO TUTTI
Nel corso dei decenni i media (giornali, programmi televisivi, film e serie televisive), e talvolta gli stessi professionisti, hanno contribuito a diffondere idee sbagliate riguardanti la psicopatologia e le tecniche psicoterapeutiche. In questa breve intervista alla dottoressa Pugno cercheremo di capire quali sono gli errori più comuni.
Come nasce l’idea di
questo libro Psicologia per giornalisti e non solo?
L’idea è nata durante la mia collaborazione con L’Accademia Telematica
dove insegno psicologia nel corso di Giornalismo scientifico.
A questo corso si iscrivono laureati, dottorati e giornalisti che vogliono imparare a divulgare la scienza. Spesso sono professionisti che non hanno alcuna conoscenza della psicologia e delle tecniche psicoterapeutiche, quindi potremmo dire che ne sanno un po’ come tutti. Il problema è che sanno ciò che i media fanno sapere della psicologia quando parlano per esempio di fatti di cronaca nera. In questi casi il giornalista si limita a riportare quanto sentito dire, senza verificare la correttezza delle informazioni.
Ci può fare un esempio
più preciso?
Tutti quanti abbiamo
sentito parlare della sindrome di Stoccolma. Tale sindrome prende il nome da un fatto di
cronaca avvenuto a Stoccolma nel 1973. Durante una rapina in banca, i
rapinatori tennero in ostaggio per 5 giorni gli impiegati. Dopo la condanna,
alcuni si recarono più volte in carcere a visitare i rapitori e una di loro ne
sposò uno.
Quando si parla di questa sindrome si
fa riferimento ad alcune caratteristiche: i sentimenti positivi che si creano
verso il rapitore, i due non si conoscevano prima, il rapito ha sentimenti
negativi verso il salvatore, o addirittura “abbraccia” la causa del rapitore e
si mette al suo fianco.
Su internet si possono trovare diversi
siti che ne descrivono i sintomi, parlano delle fasi di sviluppo e persino
della terapia. Peccato che questa sindrome non esista. Infatti nel DSM, il
manuale utilizzato per fare diagnosi di psicopatologia, non viene riportata.
Ci
sono altri esempi simili?
Per esempio c’è la psicopatia. Il
termine psicopatico è entrato nel linguaggio comune, anche tra i professionisti.
Si può trovare questo termine usato più volte nella tredicesima serie di
Criminal minds episodio 9.
Di solito viene usato questo termine
per indicare persone che hanno comportamenti in qualche modo deplorevoli, confusi, o criminali.
Tant'è che definiamo una persona psicopatica partendo dai suoi atti,
solitamente criminali, più che dalle sue emozioni, o alterazioni del
funzionamento corporeo.
La psicopatia come patologia non
esiste.
Che
conseguenze può avere parlare in modo scorretto della psicologia e delle
patologie psicologiche?
Penso che la conseguenza negativa più significativa sia il togliere fiducia verso questa figura professionale. Questo è evidente quando si parla di ipnosi, che è una delle tecniche psicoterapeutiche più antiche. Le persone sono portate a ritenere che sia uno strumento per manipolare le menti, per far fare alle persone cose che non vogliono e che possono nuocergli, invece che uno strumento che le aiuterà a stare meglio.
Può
dirci qualcosa di più sull’ipnosi come strumento terapeutico?
Innanzitutto bisogna sapere che lo
stato di trance ipnotica è uno stato naturale della mente e consiste, in parole
semplici, nell’allontanare momentaneamente la mente dalla realtà circostante
per focalizzarsi su qualcos’altro. A tutti è capitato di sognare ad occhi
aperti, o di "imbabbocciarsi".
In psicoterapia si usa questa capacità della mente per raggiungere gli obiettivi decisi col terapeuta. Possono essere obiettivi semplici come rilassarsi, contenere il dolore durante il parto, smettere di fumare, fino ad obiettivi più complessi come elaborare un trauma che si è vissuto.
Esistono
tecniche psicoterapeutiche più recenti?
La psicologia è cambiata molto dai
tempi del lettino di Freud. Il colloquio clinico è sempre lo strumento
principale che utilizza lo psicoterapeuta, ma adesso si sono aggiunti altri
strumenti come la meditazione di Mindfulness, l’EMDR, l’ACT, la terapia basata
sulla compassione e altre ancora.
Walter Caputo
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