PANICO DA CORONAVIRUS: È POSSIBILE CONTENERLO?
Fonte: Pixabay |
Innanzitutto dobbiamo condividere
alcune informazioni di base su cosa sono il coronavirus e il panico.
Dal sito del Ministero della salute si
legge che I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per
causare malattie che vanno dal comune raffreddore, o dai comuni
sintomi influenzali (tosse, naso che cola, diarrea, dolori
muscolari), a malattie più gravi coma la Sindrome respiratoria
mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS).
Sono virus RNA la cui forma al
microscopio elettronico somiglia ad una corona, da qui il nome
popolare.
I Coronavirus sono stati scoperti negli
anni '60 del secolo scorso e sono noti perchè infettano sia l'uomo,
sia gli animali. Le cellule bersaglio sono quelle epiteliali del
tratto respiratorio e gastrointestinale.
Il ceppo SARS-coV-2 non era mai stato
identificato prima ed è il ceppo che causa l'attuale epidemia.
Ma allora cos'è il COVID-19 di cui si
sente oltremodo parlare nelle ultime settimane?
Partiamo dal significato CO significa
corona, VI virus, D desease ovvero malattia, 19 è l'anno in cui si è
manifestato. SARS-coV-2, già denominato 2019-nCoV appartiena alla
stessa famiglia della SARS, ma non sono lo stesso virus. Il COVID-19
è strettamente correlato al SARS-CoV.
Il passaggio di virus da animali
all'uomo è un fenomeno ampiamente conosciuto e viene solitamente
chiamato “salto di genere”.
Ma quanto è pericoloso il COVID-19?
Sempre dal sito del Ministrero della
salute si legge che alcune persone infettate non hanno alcun sintomo.
Chi mostra sintomi di solito sono lievi e a inizio lento. L'80% delle
persone guarisce senza bisogno di cure particolari. Circa 1 persona
su 6 si ammala gravemente e presenta difficoltà respiratorie. Le
persone più a rischio sono le persone comunemente a rischio per il
virus influenzale (anziani, persone con patologie croniche, persone
immunodepresse).
Il COVID-19 è arrivato in
concomitanza con il già presente virus influenzale.
Al momento della stesura di questo
articolo (8 marzo 2002) le persone contagiate in Italia erano 6.387
(circa il 5,7% dei colpiti è deceduto) e nel mondo 105.523.
Per quanto riguarda il virus
influenzale dal momento dell'inizio della sorveglianza nella 42esima
settimana del 2019 i contagiati sono 6.623.000 con una media
giornaliera di decessi di 213, media che però non distingue tra
decessi per influenza e altri decessi negli over 65. Si stima che i
decessi per influenza siano circa 8.000.
Veniamo ora al panico. Che cos'è?
In parole semplici il panico è una
reazione emotiva estrema di paura ad uno stimolo percepito come
pericoloso. Questo stimolo può essere interno o esterno alla
persona, reale o immaginario.
Si prova una paura intensa che può
ulteriormente intensificarsi e diventare panico di fronte ad uno
stimolo interno,come la percezione di un cambiamento del proprio
stato di salute. Ad esempio sento male al fianco e penso che potrà
essere un tumore. Lo stimolo esterno può essere un cane che abbaia e
penso, che possa mordermi. Lo stimolo può essere reale, per esempio
un'auto che arriva a velocità elevata nella mia direzione ed io
penso che potrà travolgermi. Infine lo stimolo può essere
immaginato. Ad esempio penso che una persona potrà parlare male di
me ed io perderò il lavoro.
Si noti che negli esempi predecenti
all'ultimo lo stimolo di partenza è reale (dolore fisico, cane che
abbaia, auto veloce), nell'ultimo caso lo stimolo si crea
nell'immaginazione.
Che cosa succede quando una persona
prova una paura intensa, o panico?
La nostra neocorteccia in situazioni di
stabilità emotiva e cognitiva riesce a lavorare tenendo conto sia
delle informazioni emotive, sia delle informazioni cognitive. Quando
però l'intensità dell'emozione si alza (intensità di qualunque
emozione :rabbia, gioia, paura, tristezza ecc) la capacità di far
funzionare in modo preciso le funzioni cognitive diminuisce e,
diminuendo il controllo sulle emozini da parte delle funzioni
superiori (il pensiero), questa porta l'essere umano a fare pensieri
che possono sovrastimare i pericoli e a prendere decisioni impulsive.
Come viene percepito il rischio?
Tre sono le componenti che vengono
prese in considerazione dal nostro cervello per valutare un evento
cme rischioso: tempo, spazio, ricaduta sul contesto in cui vivo.
Aggiungerei anche la prevedibilità dell'evento.
Il Coronavirus si è presentato in modo
inaspettato, la sua diffuzione è avvenuta in breve tempo, si è
diffuso in uno spazio ampio ed ha determinato in pochissimi giorni
delle ricadute sul nostro contesto di vita (scuole chiuse, cessazione
delle attività sportive giovanili e delle manifestazioni che
richiamano molte persone). Tra le ricadute nel contesto in cui vivo
c'è anche l'omni presenza dell'argomento sui media.
Anche le decisione del Governo e delle
Regioni volte a contenere il contagio, sono state involontarie fonti
di panico per la popolazione, che ha letto queste iniziative come
“aumento della pericolosità del COVID-19”.
Perché provare panico è un problema?
Come dicevo prima, perché il
funzionamento cognitivo peggiora e le decisioni vengono prese a
livello del cervello rettiliano, che ragiona in termini di vita o
morte. Siccome l'essere umano vuole vivere, d'istinto è portato ad
allontanarsi dalle zone rosse, che sono quelle più pericolose, non
avendo la possibilità di rendersi conto, che una fuga di “massa”
può essere più pericolosa per chi fugge del semplice rimanere dove
si era.
Questo lo abbiamo potuto osservare più
volte in situazioni in cui sono presenti folle, accade un evento che
fa provare paura, avviene contagio emotivo tra le persone, che
incominciano a scappare in modo incontrollato, finendo per
schiacciare o essere schiacciati da altri in fuga.
Si vedono gli esempi più recenti dei
fatti di Piazza San Carlo a Torino e della stazione di Milano
centrale di sabato sera 7 marzo 2020.
Fonte: EPC sito |
Nel libro della EPC Manifestazioni
pubbliche in luoghi aperti troviamo il capitolo sulle Persone dentro
la folla: azioni e reazioni di fronte ad eventi critici del dott.
Antonio Zuliani.
In questo capitolo si legge che la
folla (sia essa un insieme di numerose persone presenti in un
medesimo luogo, o un insieme numeroso di persone che riceve delle
informazioni) funziona con una prevalenza delle sfere irrazionali ed
emotive su quelle cognitive e che la numerosità delle persone
facilita “il disimpegno dei comportamenti anticociali rendendoli
accettabili”. Ciò porta le persone a salire sulle scialuppe di
salvataggio non rispettando la regola “prima donne e bambini”, a
salire senza biglietto su un treno, spintonando e sgomitando,
affollandolo e rendendo più pericoloso il viaggio dal punto di vista
sanitario sia per loro, sia per gli altri viaggiatori, e divenendo
dei potenziali vettori di diffusione del COVID-19 in zone non ancora
contaminate.
Alla luce di tutto ciò ha senso aver
paura del COVID-19? Si, perché la mortalità è più alta nelle
popolazioni a rischio. Ha senso arrivare al panico? Forse no, perché
rischia di peggiorare la situazione sanitaria quando non è
necessario, e di facilitare la diffusione del virus.
Contenere il panico da COVID-19 è
possibile?
Si se tutti si impegnassero a mantere
il proprio livello di allarme ad un livello contenuto in modo da
poter ragionare in maniera più lucida e da poter essere più
consapevoli delle ricadute che il proprio parlare ed agire può avere
sull'emotività altrui e quindi regolare meglio i propri
comportamenti. Un giusto timore può essere di aiuto nel contenere il
contagio se mi porta ad attuare semplici misure preventive: lavare le
mani, tossire e starnutire nel fazzoletto e poi buttarlo, rimanere a
casa se non sto bene, limitare i contatti con gli altri se sono
soggetti a rischio (ciò tutela loro e me), o se sono un soggetto a
rischio, seguire le direttive di chi governa e limitare le iniziative
personali (soprattutto se dettate dalla paura e dall'impulsività).
dr.ssa Pugno Luigina
Post a Comment