I ROSPI ASIATICI INVASIVI DEL MADAGASCAR SONO ANCHE TOSSICI!
Nonostante si sappia bene quanto è stato dannoso per la fauna selvatica il rospo marino (Rhinella marina) introdotto in Australia e in altre aree dal Sud America, sembra che noi umani lo abbiamo fatto di nuovo! A meno che non vengano applicate rapide ed efficienti misure di controllo, il rospo asiatico Duttaphrynus melanostictus, introdotto in Madagascar da una decina di anni, causerà seri danni alla biodiversità dell’isola, patria di molte specie endemiche che si trovano lì e non altrove.
Molto probabilmente questo anuro è arrivato in Madagascar trasportato involontariamente in un container proveniente dal Sud-Est Asiatico e destinato a portare materiali per un’azienda mineraria. Sbarcato sull’isola il rospo ha iniziato a diffondersi rapidamente e rappresenta oggi – con 24 milioni di individui stimati - una minaccia inquietante per la fauna selvatica nativa, non solo per quello che preda e per la competizione con le circa 350 specie note di anfibi unici dell’isola, ma perché le tossine presenti nella sua pelle possono avvelenare si suoi predatori.
Ciò è dovuto a un aspetto di carattere squisitamente evolutivo. Infatti, gli animali che predano il rospo nella “sua” Asia hanno sviluppato un discreto numero di mutazioni genetiche che hanno loro permesso di resistere a queste tossine. Siccome il Madagascar non ha rospi autoctoni, si presume che le specie native mancherebbero delle mutazioni che conferiscono resistenza: qualsiasi animale che cerchi di ingoiare un rospo asiatico arriverà ad una sfortunata fine. Un articolo pubblicato su Current Biologyconferma queste peggiori paure.
Un team internazionale di biologi dell'Università di Bangor, della Liverpool School of Tropical Medicine, dell'Università di Braunschweig e dei musei di storia naturale di Monaco, Stoccarda e Torino, hanno infatti confermato che il corredo genetico degli animali del Madagascar non dispone delle mutazioni necessarie per resistere alla tossina. Pertanto, qualsiasi predatore malgascio che ingerisca un rospo è probabile che si avveleni. A tale proposito uno degli autori dell’articolo, il Dr. Franco Andreone, Conservatore della Sezione di Zoologia al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e Chair dell’Amphibian Specialist Group dell’IUCN del Madagascar, dichiara: "L'arrivo di rospi asiatici invasivi e il loro potenziale impatto ecologico sono stati un duro shock per la comunità conservazionistica e hanno promosso la realizzazione di questo e di altri studi per valutare il loro impatto.
L'erpetologo Dr. Wolfgang Wüster, della Scuola di Scienze Biologiche dell'Università di Bangor in Galles, ha aggiunto: "C'è stato un acceso dibattito sul probabile impatto dei rospi invasivi e sulle azioni che bisognerebbe intraprendere per controllarli o per eradicarli. Il timore è che i rospi inviino vere “onde d'urto” attraverso l'intero ecosistema: la loro presenza e diffusione potrebbe minacciare molti predatori endemici che rimangono intossicati mangiando i rospi, e a loro volta altre prede, come i ratti, potrebbero aumentare di numero”. "Il controllo della diffusione dei rospi asiatici deve quindi diventare una priorità di conservazione significativa e dovrebbe ricevere risorse adeguate. I risultati da noi pubblicati indicano che le priorità e le risorse di conservazione possono ora essere allocate sulla base di dati affidabili piuttosto che di semplici ipotesi". Infine, lo studente dell'Università di Bangor Ben Marshall, che ha lavorato a questo progetto per giungere alla sua laurea, ha dichiarato: "Questo è un altro esempio di come le specie traslocate da una parte del mondo a un'altra possano creare pesanti scompensi agli ecosistemi naturali. Prevenire l'introduzione di specie aliene invasive deve pertanto divenire una priorità assoluta per la conservazione della biodiversità, e dovrebbe essere una considerazione indispensabile per tutto il trasporto internazionale di merci che potrebbe causare - deliberatamente o inavvertitamente - il l’acclimatazione di specie aliene in zone fuori del loro areale originario ".
Marshall B. M., Casewell N. R., Vences, M., Glaw F., Andreone F., Rakotoarison A., Zancolli G., Woog F., Wüster W., 2018. Widespread vulnerability of Malagasy predators to the toxins of an introduced toad. Current Biology 28 https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(18)30452-4 DOI: https://doi.org/10.1016/j.cub.2018.04.024
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