INVESTIRE NELLA GREEN ECONOMY: PERCHÉ CONVIENE?
La Green Economy Genera Nuove Opportunità di investimento molto, molto interessanti.
La risposta alla domanda se investire in aziende con “orientamento” Green è assolutamente affermativa: anche perché all'"economia verde" sono assegnate prospettive di crescita eccellenti, e una domanda sempre maggior sempre più da parte dei consumatori oltre che un atto di responsabilità verso l’ambiente e le generazioni future.
“Il mercato è pronto” - ci spiega Walter Moladori, consulente finanziario ed esperto in investimenti ad alto rendimento - ed esistono alcuni fondi di investimento molto interessanti che si rivolgono sia agli imprenditori che agli investitori istituzionali e nascono dall’unione di aziende specializzate nelle energie rinnovabili, che hanno il comune obiettivo di sfruttare le competenze aggregative del Fondo, capace di trasformare la finanza in uno strumento eco-sostenibile che genera profitto”.
“Inoltre da un’indagine Nielsen (una azienda di New York famosa per le sue accurate analisi di mercato) si evince da una parte la significativa propensione dei consumatori che oggi è disposta a pagare un prezzo superiore per prodotti ecosostenibili, dall’altra una maggior attenzione all’ambiente: una richiesta che arriva sempre dai consumatori e che stimola lo spirito competitivo delle imprese”.
CHE COS’É LA GREEN ECONOMY?Fanno parte della Green Economy tutte quelle iniziative economiche e imprenditoriali che puntano alla soluzione di alcuni problemi sempre più stringenti, come l’efficientamento energetico, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, creazione di reti intelligenti, progetti per rendere le città ma anche le aziende ecosostenibili, smaltimento dei rifiuti in maniera differenziata etc.
Perché la Green Economy è un business in continua crescita?
“I motivi sono due, collegati tra loro: il primo è che la Green Economy è necessaria. Le fonti fossili sono destinate ad esaurirsi, senza contare che il livello di inquinamento sta cominciando a generare danni visibili. Le aziende virtuose stanno già guadagnando da investimenti in ecosostenibilità. E non parliamo di piccolo aziende ma di colossi come BMW, Apple, Adidas, Enagas in Spagna solo per citarne alcune.
C’è perfino l’italiana Intesa San Paolo nelle top 20 delle aziende più sostenibili al mondo, dato è riuscita a conquistare il ventesimo posto nella classifica annuale redatta dalla Corporate Knights, società di ricerca canadese”.
E il secondo motivo?
“Il secondo motivo per cui è vantaggioso investire nei fondi della Green Economy è proprio dovuto alle considerazioni fatte prima, proprio perché nella maggior parte dei casi, almeno in Occidente, è aumentata la sensibilità nei confronti di questo tema, sicché chi governa sta incentivando la Green Economy, a volte con investimenti diretti pubblici, più spesso con una semplice ma efficace politica di incentivo fiscale”.
Qualora volessimo maggior dettagli sulle potenzialità di investimento in questi mercati?
Insomma: la strada per il futuro dell’industria italiana è dunque sempre più tecnologica ed ecologica. Anche secondo il rapporto “GreenItaly” della Fondazione Symbola gli occupati nei green jobs in Italia sono quasi 3 milioni, pari al 13,1% dell’occupazione complessiva nazionale, grazie al fatto che le imprese green investono maggiormente in ricerca, e il 60% degli investimenti fatti dall’imprenditoria italiana in tema di innovazione è orientato verso la sostenibilità.
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In alcune regioni più di un'impresa su quattro dall'inizio della crisi ha scommesso sulla green economy, che in Italia significa più ricerca, innovazione, design, qualità e bellezza. L'orientamento green si conferma un driver strategico per il made in Italy, traducendosi in maggiore competitività, crescita delle esportazioni, dei fatturati e dell'occupazione.
Secondo i maggiori esperti del settore, la tecnologia non sostituirà i lavoratori “umani”, che manterranno una funzione di ideazione, controllo e interpretazione dei dati. Un ottimo esempio è il settore dell’arredamento dove, come dichiarato dal presidente di il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini, durante il Salone del Mobile 2018, “innovazione e ricerca, Industria 4.0 e formazione sono temi cruciali anche per la crescita delle imprese dell’arredo, ha osservato un settore in crescita nel 2017 sia sui mercati esteri (+3,1%), sia sul mercato domestico, che vale 16,9 miliardi ed è cresciuto dell’1,6% l’anno scorso, consolidando la ripresa avviata nel 2015 grazie soprattutto al bonus mobili. L’anno scorso le imprese del legno-arredo hanno investito in innovazione, intesa come ricerca e sviluppo e investimenti produttivi, in media il 4,2% del fatturato, contro il 2,2% dell’anno prima”. L’evoluzione tecnologica è la premessa per realizzare arredi e soluzioni «green» e sostenibili: le aziende puntano sul risparmio dei consumi (nel caso ad esempio dei rubinetti per bagno e cucine), o sull’utilizzo di materiali naturali, riciclati o riciclabili, dimostrando una crescente attenzione nei confronti della cosiddetta «circular economy».
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