GLI STUDENTI APPRENDONO MEGLIO SUI LIBRI CHE SUGLI SCHERMI DEI TABLET: LO CONFERMA UNO STUDIO
Oggi gli studenti si considerano nativi digitali: la prima generazione a crescere circondati dalla tecnologia, come smartphone, tablet ed e-reader. Tenuto conto di questa tendenza, insegnanti, studenti, genitori e politici dovrebbero supporre che la familiarità e la preferenza degli studenti per la tecnologia si traduca in migliori risultati di apprendimento. Ma da un recente studio pubblicato da due ricercatrici dell'Università di Maryland (Patricia A. Alexander, e Lauren M. Singer) abbiamo scoperto che non è necessariamente vero.
Confinare gli studenti a un mondo puramente digitale potrebbe limitare le loro capacità di apprendimento |
Insegnanti, genitori e politici certamente riconoscono la crescente influenza che tecnologia ha sui più giovani. Anche in Italia ci sono stati corposi investimenti nelle tecnologie in aula, e in alcuni istituti gli studenti sono già equipaggiati di e-reader ed e-libri di testo.
In america sono leggermente più avanti e già nel 2009, la California aveva approvato una legge che richiedeva che tutti i testi universitari fossero disponibili in forma elettronica entro il 2020; Nel 2011, i legislatori della Florida hanno approvato una legge che richiede che le scuole pubbliche convertano i loro libri di testo per la versione digitale.
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Lo studio delle ricercatrici si è concentrato sulle differenze tra stampa e media digitali. Mentre le nuove forme di tecnologia in classe, come libri di testo digitali sono più accessibili e portatili, sarebbe sbagliato pensare che gli studenti saranno automaticamente più facilitati dalla lettura digitale semplicemente perché la preferiscono.
“They assume that because they were going faster [reading digitally], they understood it better. It’s an illusion.” - Patricia Alexander, literacy scholar at the University of Maryland
Lo studio ha rivelato infatti una discrepanza significativa. Gli studenti inizialmente spiegavano come preferissero la lettura sullo schermo. Ma il loro rendimento effettivo tendeva a soffrire. Si è scoperto ad esempio che gli studenti sono stati in grado di comprendere meglio le informazioni in formato cartaceo per testi che erano lunghi più di una pagina. Questo sembra essere correlato all'effetto che ha lo scorrimento della lettura sulla comprensione.
Per esplorare ulteriormente questi modelli, le ricercatrici hanno condotto tre studi che hanno esplorato la capacità degli studenti universitari di comprendere le informazioni sulla carta e dagli schermi.
Le conclusioni si possono riassumere così:
- Gli studenti preferiscono leggere digitalmente.
- Leggere era significativamente più veloce online che in stampa.
- La comprensione generale era migliore se si leggeva su stampa piuttosto che in digitale.
- I media non avevano importanza per questioni di carattere generale (come capire l'idea principale del testo).
- Ma quando si trattava di questioni specifiche, la comprensione è risultata significativamente migliore quando i partecipanti leggevano testi a stampa.
Ci possono essere motivi economici e ambientali per rinunciare alla carta. Ma c'è chiaramente qualcosa di altrettanto importante che andrebbe perso con la scomparsa di stampa.
"Nella nostra vita accademica - spiegano le ricercatrici - sfogliamo libri e articoli che riprendiamo in mano regolarmente. Le pagine stampate contengono spesso appunti, sottolinature, annotazioni. È difficile immaginare un analogo livello di interazione con un testo digitale. Ci dovrebbe probabilmente sempre un posto per la stampa nella vita accademica degli studenti per quanto digitale diventi la loro vita".
"Naturalmente, ci rendiamo conto che la marcia verso la lettura online continuerà senza sosta. E noi non vogliamo minimizzare le comodità di un testo online, che comprende migliore gestione e velocità di accesso".
"Piuttosto, il nostro obiettivo è quello di ricordare ai nativi digitali di oggi - e di coloro che sono responsabili delle loro esperienze educative - che ci potranno essere costi e conseguenze significative dovute alla scomparsa della parola stampata nell'apprendimento e nello sviluppo accademico".
Fonti:
Gravità Zero sull'argomento ha anche pubblicato
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