BULLISMO E CYBERBULLISMO: IL PESO DEGLI INSULTI CHE UCCIDONO
da un messaggio della Polizia di Stato (agente Lisa)
A tutti coloro che credono che le parole non abbiano un peso, che gli insulti, magari scritti via chat o sul profilo Facebook non feriscano, consigliamo di guardare questo video.
Si parla di emarginazione, di cattiveria nei confronti di una ragazzina di 16 anni che ha deciso di non poter più vivere con tutte le offese che ogni giorno le rivolgevano i suoi coetanei e si è suicidata.
Dopo la sua morte, il papà ha trovato 700 messaggi sul suo telefonino, lei conservava tutti gli insulti. Questo forte e grande papà, insieme alla Polizia belga ha pensato che mostrare tanta crudeltà potesse aiutare a sensibilizzare più giovani possibile sul tema del bullismo e del cyberbullismo.
I messaggi sono racchiusi su dei palloncini celesti e cliccando su ogni palloncino se ne apre uno. Sono scritti in francese e ve ne traduco qualcuno, ma penso che il senso si capisca lo stesso.
“Spero che tu muoia”, “anche un maiale ti chiamerebbe grassa”, “mi piacerebbe vederti morire”, “perfino il mio pesce rosso è più intelligente di te”, “piangi tesoro”…e così via tralasciando le parolacce e i commenti più pesanti.
Luoise i primi tempi ha provato a far finta di niente ma ad un certo punto non ce l’ha fatta più e si è tolta la vita, ora quei messaggi non potranno più ferirla, dice il papà, ma lei è solo una delle tante vittime che questa società crudele miete anche grazie alla diffusione della tecnologia, usata per insultare, denigrare, offendere una persona fino a distruggerle l’esistenza.
La stessa tecnologia alla portata di tutti, però può essere anche utile per formare le coscienze, sta solo a noi invertire il senso
VOO - This Was Louise's Phone from Ramin on Vimeo.
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