IL WI-FI È PERICOLOSO PER LA SALUTE?
Il Wi-Fi nuoce alla salute? No, stando alle attuali risultanze degli studi epidemiologici sulle radiazioni elettromagnetiche. Assolutamente no, nessuno rischia la propria salute. E spieghiamo scientificamente il perché, prendendo spunto da un fatto di cronaca di politica locale.
L'articolo apparso oggi su repubblica |
"Siamo consci anche che quando si parla di inquinamento ci sia da considerare anche quello elettromagnetico", si legge a pagina 23 del testo del programma, della Sindaca torinese dove si spiega che bisognerà "ridurre il tempo e la quantità delle emissioni in modo che sia garantita la connettività per lo stretto necessario”. Inoltre, si legge ancora, “ove sarà possibile chiederemo di ridurre il numero di singoli impianti o emittenti, riducendole al numero strettamente necessario a garantire la copertura e/o la connettività dei dispositivi mobili”. Perché, spiega il sindaco nel suo programma, “abbiamo a cuore la salute, l'ambiente ma anche lo sviluppo dei sistemi di connessione alla rete”.
Solo pochi mesi fa, a gennaio, aveva fatto discutere il caso del sindaco cinquestelle di Borgofranco di Ivrea, Livio Tola, che aveva deciso di staccare i routers nelle scuole del paese, ritenendoli dannosi per i bimbi.
Tuttavia i comuni router emettono a potenze basse, di norma 100 milliwatt, molto inferiori per esempio a quelle dei telefoni cellulari (1 watt circa, in standby).
In pratica, significa che già a 50 cm dal punto di origine la potenza del segnale è misurabile solo con strumenti estremamente sensibili: tanto è vero che a volte un solo apparecchio wi-fi non riesce a coprire tutte le stanze di una casa con il proprio segnale.
Dunque preoccuparsi del Wi-fi senza rinunciare ai telefoni cellulari /smartphone è perfettamente inutile. Sarebbe come chiedere di non zuccherare il caffè salvo poi abbeverarsi con bibite zuccherate.
La possibile pericolosità delle radiazioni elettromagnetiche del Wi-Fi è stata considerata non rilevante da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità che afferma che “tenuto conto dei livelli di esposizione molto bassi… non ci sono prove scientifiche convincenti che le emissioni elettromagnetiche da apparati wireless abbiano effetti dannosi per la salute”.
Spiega Alessandro Vittorio Polichetti sul portale dell’Istituto superiore di sanità di cui è primo ricercatore, che “non ci sono evidenze scientifiche di danni alla salute dei campi elettromagnetici a radiofrequenza generati dai sistemi wireless, né è stato identificato alcun meccanismo di interazione con il corpo umano che li possa far prevedere”. Ricordando anche i promemoria dell’Organizzazione mondiale della sanità in materia, Polichetti sottolinea quindi che “non esiste quindi nessuna base logica per raccomandare distanze limite dalle sorgenti (siano queste il computer o il router), o per limitare il tempo di esposizione”. Anzi, aggiunge, "Raccomandazioni del genere potrebbero anzi essere interpretate come un’ammissione di rischio e creare preoccupazioni ingiustificate".
Spiega Alessandro Vittorio Polichetti sul portale dell’Istituto superiore di sanità di cui è primo ricercatore, che “non ci sono evidenze scientifiche di danni alla salute dei campi elettromagnetici a radiofrequenza generati dai sistemi wireless, né è stato identificato alcun meccanismo di interazione con il corpo umano che li possa far prevedere”. Ricordando anche i promemoria dell’Organizzazione mondiale della sanità in materia, Polichetti sottolinea quindi che “non esiste quindi nessuna base logica per raccomandare distanze limite dalle sorgenti (siano queste il computer o il router), o per limitare il tempo di esposizione”. Anzi, aggiunge, "Raccomandazioni del genere potrebbero anzi essere interpretate come un’ammissione di rischio e creare preoccupazioni ingiustificate".
COSA C'È DI PERICOLOSO PER LA SALUTE NELLE NOSTRE CITTÀ DI CUI I SINDACI DOVREBBERO PREOCCUPARSI ?
Nell'ordine: il Radon e le polveri sottili.
Solo per anticiparvi il nostro prossimo articolo dovete infatti sapere che il Radon, un gas naturale radioattivo che esce dal sottosuolo, è il secondo responsabile di cancro ai polmoni dopo il fumo attivo e passivo da sigaretta.
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