A BELLUNO GUERRA FREDDA E CHERNOBYL: CONTATORI GEIGER IN MOSTRA
Meeting pubblico sabato 4 giugno 2016 in Val di Zoldo (Belluno) al Geiger Counter Museum. Interverranno vari esperti e pionieri della divulgazione della materia Italiani a spiegare il mondo della radioattività oltre alla visita al museo.
Riproduzione per didattica della Little Boy |
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C'è chi colleziona francobolli. Chi ama piante e giardini. E chi invece si è appassionato di tutto quello che riguarda la radioattività. In Val di Zoldo è nato il "Geiger Counter Museum", il primo e l'unico museo in Italia di contatori geiger.
Sì, proprio quegli strumenti che si vedono nei film, con un ago che si muove su una scala numerata e che gracchiano in presenza di radiazioni.
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Nelle stanze della vecchia scuola elementare del paese che ospitano le sale del museo, ce n'è una cinquantina. Tutti perfettamente funzionanti. E corredati da altri aggeggi e oggetti da guerra fredda. L'atmosfera è proprio quella che si viveva negli anni della cortina di ferro. O subito dopo il disastro di Chernobyl, quando la psicosi da radiazioni prese diverse persone, anche nel Bellunese. Anzi, parte di quella psicosi è ancora viva e vegeta, se è vero che nelle prime settimane di apertura del Geiger Counter Museum diverse persone si sono rivolte ai curatori, per chiedere di utilizzare i misuratori di radioattività.
Alcuni hanno portato un cestino di funghi appena raccolti. Altri sono arrivati al museo con cianfrusaglie varie, acquistate alle bancarelle dell'usato. Altri ancora con souvenir provenienti dalla Russia e da altri Paesi ex sovietici.
L'idea del "Geiger Counter Museum" nasce da un gruppo di amici, gli ex astrofili di Val di Zoldo. Dalle stelle alla radioattività quasi per caso. Perché cercando di catturare i raggi cosmici si sono imbattuti in un misuratore di radiazioni. E da lì la passione non li ha più abbandonati. Dopo aver recuperato, restaurato e revisionato questi apparati, hanno deciso di creare una mostra museo per far vedere e conoscere questi strumenti, sconosciuti ai più e fino a pochi anni fa tenuti sotto stretto segreto militare.
In esposizione ci sono diverse tipologie di contatori, dai classici Geiger-Müller, a scintillazione, a camera di ionizzazione o a diodi, di varie fogge e diverse sensibilità. La maggior parte degli strumenti sono ex militari, provenienti dalla Germania Ovest, dalla Germania Est (ex Ddr), o ancora di fabbricazione sovietica e americana. Ma ci sono anche contatori auto-costruiti e i portatili post Chernobyll e strumentazione da laboratorio. C'è anche una trinitite: la sabbia del deserto di Alamogordo vetrificatasi durante il Trinity test e la replica in scala 1:3 della Little Boy, la prima arma nucleare della storia a essere stata utilizzata in un conflitto attraverso il bombardamento di Hiroshima.
Sì, proprio quegli strumenti che si vedono nei film, con un ago che si muove su una scala numerata e che gracchiano in presenza di radiazioni.
Il Geiger Counter Museum a Belluno |
Nelle stanze della vecchia scuola elementare del paese che ospitano le sale del museo, ce n'è una cinquantina. Tutti perfettamente funzionanti. E corredati da altri aggeggi e oggetti da guerra fredda. L'atmosfera è proprio quella che si viveva negli anni della cortina di ferro. O subito dopo il disastro di Chernobyl, quando la psicosi da radiazioni prese diverse persone, anche nel Bellunese. Anzi, parte di quella psicosi è ancora viva e vegeta, se è vero che nelle prime settimane di apertura del Geiger Counter Museum diverse persone si sono rivolte ai curatori, per chiedere di utilizzare i misuratori di radioattività.
Alcuni hanno portato un cestino di funghi appena raccolti. Altri sono arrivati al museo con cianfrusaglie varie, acquistate alle bancarelle dell'usato. Altri ancora con souvenir provenienti dalla Russia e da altri Paesi ex sovietici.
L'idea del "Geiger Counter Museum" nasce da un gruppo di amici, gli ex astrofili di Val di Zoldo. Dalle stelle alla radioattività quasi per caso. Perché cercando di catturare i raggi cosmici si sono imbattuti in un misuratore di radiazioni. E da lì la passione non li ha più abbandonati. Dopo aver recuperato, restaurato e revisionato questi apparati, hanno deciso di creare una mostra museo per far vedere e conoscere questi strumenti, sconosciuti ai più e fino a pochi anni fa tenuti sotto stretto segreto militare.
In esposizione ci sono diverse tipologie di contatori, dai classici Geiger-Müller, a scintillazione, a camera di ionizzazione o a diodi, di varie fogge e diverse sensibilità. La maggior parte degli strumenti sono ex militari, provenienti dalla Germania Ovest, dalla Germania Est (ex Ddr), o ancora di fabbricazione sovietica e americana. Ma ci sono anche contatori auto-costruiti e i portatili post Chernobyll e strumentazione da laboratorio. C'è anche una trinitite: la sabbia del deserto di Alamogordo vetrificatasi durante il Trinity test e la replica in scala 1:3 della Little Boy, la prima arma nucleare della storia a essere stata utilizzata in un conflitto attraverso il bombardamento di Hiroshima.
Il museo è aperto tutti i fine settimana dalle 16.00 alle 18.00, oppure su appuntamento
Tel: 330848450 o info@geigercountermuseum.it
Sito Web:
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