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SCOPERTO IL QUINTO DINOSAURO ITALIANO: TITO

È stato scoperto sui Monti Prenestini nei pressi di Roma il quinto dinosauro italiano. Ce ne parla in questa intervista il Paleontologo Cristiano Dal Sasso del Museo di Storia Naturale di Milano.

- Ci vuole raccontare come, dove, quando e da chi è avvenuta questa grande scoperta?


Lo scopritore A. Bangrazi vicino al muretto - Foto di C. Dal Sasso
Come tutte le scoperte sui dinosauri, anche questa è del tutto casuale. Più di qualche anno fa il Sig. Antonio Bangrazi di Rocca di Cave nei pressi di Roma stava costruendo un muretto a secco con delle rocce provenienti da una parete rocciosa situata lì vicino, sui monti Prenestini. Alcuni di quei blocchi sembravano contenere delle ossa fossilizzate. Ne parlò con qualcuno ma non ebbe risposte soddisfacenti. Fino al 2012, quando condivise questo segreto con un conoscente, Gustavo Pierangelini, che li fotografò e mi scrisse per email. Con grande sorpresa ed emozione constatai immediatamente la presenza di ossa fossili. Pertanto il Museo di Storia Naturale di Milano fece regolare richiesta per l’estrazione dei reperti ed il loro deposito alla Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale. Da questo blocco roccioso, dopo una lunga preparazione emerse una vertebra quasi completa: stava venendo alla luce il 5° dinosauro italiano.

- Quali reperti ossei sono stati rinvenuti? 
 

Ricostruzione del primo sauropode italiano (in grigio le ossa rirovate) disegno di M. Auditore


In realtà pochi, soltanto 3. Il primo, lungo quasi 10 centimetri è una vertebra caudale, cioè della coda, collocabile tra la quinta e l’ottava posizione a partire dalla base della coda. E’ perfettamente conservata in 3 dimensioni, tuttavia è mancante della spina neurale e di una articolazione sul lato destro. La caratteristica anatomica che ci ha fatto attribuire questa vertebra ad un dinosauro sauropode del gruppo dei Titanosauri è stato l’arco neurale, ovvero il ponte osseo che racchiude il canale in cui passano i nervi. Questo è saldato sul corpo della vertebra molto in avanti, il che è tipico ed univoco dei Titanosauri.
Poi sono stati ritrovati anche due frammenti del cinto pelvico, probabilmente delle porzioni del pube e dell’ischio. Con queste poca ossa io e gli altri scienziati italiani che hanno contribuito con specializzazioni diverse allo studio paleontologico, non abbiamo ritenuto possibile dare un nome scientifico al dinosauro, tuttavia però gli abbiamo assegnato un soprannome informale “Tito”, in onore dell’imperatore romano e in virtù dell’appartenenza al gruppo dei Titanosauri.

- Chi era Tito e in quale periodo è vissuto?


Tito nel suo ambiente di vita - Illustrazione di D. Bonadonna
Tito era un sauropode, un dinosauro saurischio vegetariano e quadrupede dal collo lungo, coda lunghissima e testa piccola. Era lungo all’incirca 5-6 metri e si stima che il suo peso si aggirasse dai 500 e i 600 chilogrammi. Quando camminava, teneva il lungo collo proteso in avanti e la coda sollevata da terra per bilanciarsi. Probabilmente, come tutti i Titanosauri aveva narici arretrate, arti posizionati sotto il corpo come colonne ben distanziate, con una o nessuna unghia sulle zampe anteriori, piedi a cinque dita con unghie ben sviluppate e fianchi larghi. Si suppone, che non fosse ancora adulto, poichè la vertebra non era ancora completamente ossificata e dunque stava ancora crescendo.
 

E’ il più antico rappresentante del gruppo dei Titanosauri rinvenuto in Europa meridionale ed è vissuto 112 milioni di anni fa nel Cretaceo inferiore, periodo in cui la nostra penisola era composta da una catena di piattaforme più  ampie del previsto, che quindi consentivano il passaggio di dinosauri e altri animali terrestri tra Africa ed Europa, attraverso il Mare della Tetide, quello che era l’antico Mar Mediterraneo.
La scoperta è di rilevante importanza in quanto amplia le conoscenze sulla paleogeografia dell'Italia. Si pensa che gli antenati di Tito avessero attraversato il Mare della Tetide grazie ad una catena di isole e penisole, chiamate “piattaforme carbonatiche periadriatiche”, che emergevano dal mare quando il livello marino si abbassava. (Nella foto accanto: ricostruzione paleogeografica dell'Italia nel Cretacico. Il pallino bianco indica la posizione dei Monti Prenestini).


- Con chi condivide il merito dello studio scientifico del quinto dinosauro italiano?

Il team di paleontologi è composto da me che lavoro al Museo di Storia Naturale di Milano, da Gustavo Pierangelini, ingegnere e paleontologo autodidatta, da Federico Famiani del Parco Regionale del Monte Subasio, da Andrea Cau del Museo “Capellini” di Bologna e da Umberto Nicosia dell’Università “Sapienza” di Roma. La pubblicazione scientifica che descrive in dettaglio le nuove ossa è intitolata First sauropod bones fron Italy offer new insights on the radiation of Titanosauria between Africa and Europe”. Per il momento è soltanto online, sul sito web della quotata rivista scientifica "Cretaceous Research". Tra poche settimane sarà pubblicata in forma cartacea.

- Per quale motivo la vertebra meglio conservata è unica al mondo?

C. Dal Sasso con la Vertebra di Tito - foto V. Bindellini
La vertebra che ci ha permesso l’attribuzione di questo dinosauro al gruppo dei titanosauri è unica perché ha un particolare anatomico diverso da quello di tutti i dinosauri conosciuti e perfino diverso da tutti i vertebrati terrestri. Spiegandola in maniera semplice, la faccenda è questa: tutte le vertebre possiedono un’articolazione, formata da due coppie di facce che si trovano sopra il corpo della vertebra. Ebbene, queste due facce sono di solito dirette in avanti, e sono rivolte una verso l’altra e anche obliquamente verso l'alto Nel caso della vertebra di Tito, invece, si affacciano verso il basso. Questa inversione nella loro direzione causa una riduzione dei movimenti laterali tra le vertebre, favorendo i piegamenti verticali. In sostanza sembra che Tito usasse la coda come puntello, per alzarsi in piedi e brucare le chiome più alte degli alberi.

- Ci può ricordare in ordine cronologico le altre 4 scoperte di dinosauri avvenute precedentemente in Italia?

Scipionyx samniticus, conosciuto con il soprannome di Ciro, rinvenuto il 22 novembre 1980 da Giovanni Todesco a Pietraroja in provincia di Benevento (vedi comunicato stampa)

Tethyshadros insularis, conosciuto con il soprannome di Antonio, ritrovato il 25 aprile 1994 da Tiziana Brazzatti a Villaggio del Pescatore in provincia di Trieste (vedi comunicato stampa)

3°il “Saltriosauro”, ritrovato il 4 agosto 1996 da Angelo Zanella nella cava “Salnova” di Saltrio in provincia di Varese

4° un osso di un probabile dinosauro carnivoro del Cretacico superiore, rinvenuto nel 2009 a Capaci in Sicilia da Luca Galletti e Vittorio Garilli

- Dove si possono ammirare le ossa di Tito?

Questi reperti sono esposti nella sala dei dinosauri del Museo di Storia Naturale di Milano, su concessione dalla Soprintendenza del Lazio.



Tiziana Brazzatti


Per conoscere meglio il Paleontologo Cristiano Dal Sasso:

  • Video di approfondimento con intervista a Cristiano Dal Sasso; al Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano si sono utilizzate le stampanti in 3D per riprodurre delle copie della vertebra di Tito allo scopo di studiarne le funzioni - realizzato da The Fab-Lab.





Museo Civico di Storia Naturale
Corso Venezia, 55 - 20121 Milano
Ulteriori informazioni sul sito del Comune di Milano

Fonti:
C. Dal Sasso, G. Pierangelini, F. Famiani, A. Cau, U. Nicosia - First sauropod bones from Italy offer new insights on the radiation of Titanosauria between Africa and Europe” - Cretaceous Research - xxx (2016) 1-22  http://dx.doi.org/10.1016/j.cretres.2016.03.008


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