LA GALLERIA DI STORIA NATURALE DI CASALINA A PERUGIA
Una delle più belle regioni d'Italia, l'Umbria, ospita a Casalina in provincia di Perugia un tesoro naturalistico di inestimabile valore scientifico. E' la Galleria di Storia Naturale (G.S.N.), del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici dell'Università degli Studi di Perugia, uno scrigno di collezioni di minerali, rocce, fossili e raccolte naturalistiche italiane ed esotiche, un punto di riferimento per tutti gli appassionati di Scienze Naturali.
Ce ne parlano i Naturalisti, nonchè Curatori della G.S.N., dott. Angelo Barili e Sergio Gentili.
Quando e come è nata l'idea di ospitare nei locali di una ex manifattura tabacchi un Museo di Storia Naturale?
Ce ne parlano i Naturalisti, nonchè Curatori della G.S.N., dott. Angelo Barili e Sergio Gentili.
Quando e come è nata l'idea di ospitare nei locali di una ex manifattura tabacchi un Museo di Storia Naturale?
Dopo numerosi e fallimentari tentativi tesi ad ottenere adeguati fondi, sia da parte di enti pubblici che privati, per una corretta musealizzazione e adeguata valorizzazione del ricco patrimonio delle collezioni naturalistiche dell’Università degli Studi di Perugia, nel febbraio del 2010, grazie ad un contributo comunitario erogato dalla Regione dell’Umbria – Servizio Promozione e Valorizzazione Sistemi Naturalistici e Paesaggistici (DOCUP obiettivo 2 2000-2006, Misura 3.2), cofinanziato in parte dall’Università degli Studi di Perugia, si è riuscita a concretizzare l’effettiva istituzione di un Museo Universitario di Storia Naturale. Così è stato possibile allestire la Galleria di Storia Naturale(G.S.N.) del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (CAMS) dell’Università degli Studi di Perugia, ubicata a Casalina, una piccola frazione del Comune di Deruta, all’interno di un vasto complesso di un antico tabacchificio della prima metà del XX secolo, adeguatamente restaurato e ristrutturato ad uso museale.
Quali sono le collezioni in mostra e quale valore hanno per le scienze naturali?
La G.S.N. preserva le più ricche ed importanti raccolte naturalistiche dell’Umbria, tra queste figurano la collezione ornitologica del naturalista ed esploratore umbro Orazio Antinori (Perugia 1811- Lét Marefià 1882) e la vasta collezione di minerali, rocce, fossili, l’erbario e la raccolta zoologica di Mons. Giulio Cicioni (Cerqueto 1847 – Perugia 1923).
La prima consiste sia in un ampia raccolta di campioni appartenenti a specie rappresentative dell’avifauna dell’Umbria e di gran parte dell’Italia Centrale che di specie esotiche, originarie del Vicino e Medio Oriente, dell’Africa Nord-orientale e di varie altre regioni extraeuropee. Tali raccolte rappresentano il frutto di tanti anni di attività del naturalista perugino Orazio Antinori, che fu anche uno dei più importanti attivisti della Società Geografica Italiana, che egli fondò a Firenze nel 1867 insieme a Cesare Correnti ed a Cristoforo Negri. L'Antinori fu uno dei primi naturalisti europei ad esplorare le più remote aree del Corno d’Africa, dalle coste somale del Golfo di Aden alle immense ed aride pianure della Dancalia sino al cuore degli Altopiani d’Abissinia, dove nel 1877 fondò la Stazione Geografica Italiana di Lét Marefià, nell'allora Regno di Shéwa (Scioa). Egli fu anche un abile tassidermista e gran parte dei campioni delle collezioni conservate nella Galleria di Storia Naturale di Casalina furono sia raccolti che imbalsamati dall’Antinori stesso. Altri campioni, invece, provenienti da regioni del pianeta in cui il naturalista-esploratore perugino non mise mai il proprio piede, come gli arcipelaghi dell’Asia Sud-orientale, la Nuova Guinea e l’Australia, il Nordamerica ed il Sudamerica, gli furono donati da vari altri celebri naturalisti e viaggiatori italiani dell’Ottocento, come lo zoologo ligure Giacomo Doria (La Spezia 1840 - Borzoli di Genova 1913), fondatore del famoso Museo Civico di Storia Naturale di Genova, il botanico toscano Odoardo Beccari (Firenze 1843 - Firenze 1920) e l’esploratore ed avventuriero ligure Luigi Maria D’Albertis(Genova 1841 - Sassari 1901), uno dei primi europei ad addentrarsi nel cuore delle vaste e remote foreste pluviali della Papuasia.
La seconda, ossia la Collezione Cicioni, è costituita da un insieme di importanti raccolte (mineralogica e geo-paleontologica, botanica, zoologica ed etnografica) riunite nell’intero arco della propria vita dal religioso e naturalista umbro Mons. Giulio Cicioni che fu per molti anni docente di scienze naturali presso il Seminario Arcivescovile di Perugia. Il Cicioni, pur non avendo mai varcato i confini nazionali, grazie ai numerosissimi contatti avviati con missionari e naturalisti all’opera nelle più disparate regioni della Terra, soprattutto ai Tropici, riuscì a creare una vasta collezione naturalistica con campioni rappresentativi sia della geodiversità che della biodiversità mondiali. In tale ambito particolare rilievo internazionale riveste la Raccolta Ornitologica del Cicioni, costituita da diverse migliaia di campioni ampiamente rappresentativi dell'avifauna mondiale. In tale raccolta sono presenti pressoché tutte le specie più caratteristiche dell'avifauna locale, umbra e dell'Italia Centrale in generale, oltre ad un notevole quantitativo di specie tipiche delle diverse bioregioni della fascia tropicale del pianeta. Tra queste ultime spiccano le specie rappresentative dei diversi ambienti delle Ande tropicali di Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia, anche con forme strettamente endemiche di aree molto limitate, oltre a quelle di arcipelaghi e piccole isole dell'Indonesia orientale e della Melanesia, dalle Molucche alle Salomone. Significativa anche la presenza di un considerevole numero di campioni provenienti dalla Nuova Guinea e dalle piccole isole vicine, una delle aree più ricche di biodiversità della Terra e che vanta un'affascinante avifauna, costituita da molte specie endemiche.
La Collezione Antinori e le Collezioni del Cicioni rappresentano dunque un patrimonio di grande valore scientifico e storico, come testimonianza sia della ricchezza e varietà della vita nel nostro pianeta che dell’operato dei naturalisti e degli esploratori italiani a cavallo tra due secoli, l’Ottocento ed il Novecento.
La prima consiste sia in un ampia raccolta di campioni appartenenti a specie rappresentative dell’avifauna dell’Umbria e di gran parte dell’Italia Centrale che di specie esotiche, originarie del Vicino e Medio Oriente, dell’Africa Nord-orientale e di varie altre regioni extraeuropee. Tali raccolte rappresentano il frutto di tanti anni di attività del naturalista perugino Orazio Antinori, che fu anche uno dei più importanti attivisti della Società Geografica Italiana, che egli fondò a Firenze nel 1867 insieme a Cesare Correnti ed a Cristoforo Negri. L'Antinori fu uno dei primi naturalisti europei ad esplorare le più remote aree del Corno d’Africa, dalle coste somale del Golfo di Aden alle immense ed aride pianure della Dancalia sino al cuore degli Altopiani d’Abissinia, dove nel 1877 fondò la Stazione Geografica Italiana di Lét Marefià, nell'allora Regno di Shéwa (Scioa). Egli fu anche un abile tassidermista e gran parte dei campioni delle collezioni conservate nella Galleria di Storia Naturale di Casalina furono sia raccolti che imbalsamati dall’Antinori stesso. Altri campioni, invece, provenienti da regioni del pianeta in cui il naturalista-esploratore perugino non mise mai il proprio piede, come gli arcipelaghi dell’Asia Sud-orientale, la Nuova Guinea e l’Australia, il Nordamerica ed il Sudamerica, gli furono donati da vari altri celebri naturalisti e viaggiatori italiani dell’Ottocento, come lo zoologo ligure Giacomo Doria (La Spezia 1840 - Borzoli di Genova 1913), fondatore del famoso Museo Civico di Storia Naturale di Genova, il botanico toscano Odoardo Beccari (Firenze 1843 - Firenze 1920) e l’esploratore ed avventuriero ligure Luigi Maria D’Albertis(Genova 1841 - Sassari 1901), uno dei primi europei ad addentrarsi nel cuore delle vaste e remote foreste pluviali della Papuasia.
La seconda, ossia la Collezione Cicioni, è costituita da un insieme di importanti raccolte (mineralogica e geo-paleontologica, botanica, zoologica ed etnografica) riunite nell’intero arco della propria vita dal religioso e naturalista umbro Mons. Giulio Cicioni che fu per molti anni docente di scienze naturali presso il Seminario Arcivescovile di Perugia. Il Cicioni, pur non avendo mai varcato i confini nazionali, grazie ai numerosissimi contatti avviati con missionari e naturalisti all’opera nelle più disparate regioni della Terra, soprattutto ai Tropici, riuscì a creare una vasta collezione naturalistica con campioni rappresentativi sia della geodiversità che della biodiversità mondiali. In tale ambito particolare rilievo internazionale riveste la Raccolta Ornitologica del Cicioni, costituita da diverse migliaia di campioni ampiamente rappresentativi dell'avifauna mondiale. In tale raccolta sono presenti pressoché tutte le specie più caratteristiche dell'avifauna locale, umbra e dell'Italia Centrale in generale, oltre ad un notevole quantitativo di specie tipiche delle diverse bioregioni della fascia tropicale del pianeta. Tra queste ultime spiccano le specie rappresentative dei diversi ambienti delle Ande tropicali di Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia, anche con forme strettamente endemiche di aree molto limitate, oltre a quelle di arcipelaghi e piccole isole dell'Indonesia orientale e della Melanesia, dalle Molucche alle Salomone. Significativa anche la presenza di un considerevole numero di campioni provenienti dalla Nuova Guinea e dalle piccole isole vicine, una delle aree più ricche di biodiversità della Terra e che vanta un'affascinante avifauna, costituita da molte specie endemiche.
La Collezione Antinori e le Collezioni del Cicioni rappresentano dunque un patrimonio di grande valore scientifico e storico, come testimonianza sia della ricchezza e varietà della vita nel nostro pianeta che dell’operato dei naturalisti e degli esploratori italiani a cavallo tra due secoli, l’Ottocento ed il Novecento.
Come sono strutturate le sale espositive?
Il primo illustra la storia del patrimonio delle collezioni scientifiche dell’Ateneo, a partire dalla fine del Settecento sino alla metà del Novecento, presentando, attraverso l’esposizione dei campioni delle collezioni storiche, sia le figure dei naturalisti che le hanno create che l’evoluzione della museologia nell’ambito dell’Ateneo umbro. Questo percorso si snoda a partire dall’accesso principale alla struttura lungo il perimetro interno del vasto salone che occupa il primo piano dell’edificio.
Il secondo percorso illustra la biodiversità che caratterizza oggi il pianeta Terra, attraverso numerosi campioni vegetali e zoologici provenienti dalle più diverse regioni biogeografiche, oltre che la paleobiodiversità, ossia la vita che ha popolato i mari ed i continenti del passato e testimoniata dai fossili. Questi ultimi, anch’essi provenienti da numerose località italiane, europee ed extracontinentali, rappresentano uno spaccato della vita a partire da oltre 300.000.000 di anni fa, età alla quale risalgono alcuni dei più antichi campioni conservati nella G.S.N., degli stupendi esemplari di trilobiti paleozoici del Marocco.
Quali sono i reperti più importanti e/o originali che si possono ammirare?
Sono ammirabili molti campioni di particolare interesse, sia naturalistico che storico. Tra questi figurano esemplari tassidermizzati appartenenti a specie della fauna regionale umbra, oggi localmente estinte e/o divenute estremamente rare come la Lontra (Lutra lutra) ed il Corvo imperiale (Corvus corax), tristi rappresentanti di una "biodiversità perduta". Sempre in tale ambito occorre ricordare uno stupendo esemplare di Gipeto o Avvoltoio degli agnelli (Gypaetus barbatus) ed un Avvoltoio monaco (Aegypius monachus) provenienti dalla Sardegna, isola dove oggi le due specie risultano scomparse. Le collezioni ornitologiche storiche dell'Antinori e del Cicioni, costituite da diverse migliaia di campioni complessivi, possono fornire una valida idea della ricchezza e varietà dell'avifauna, sia umbra ed italiana che europea e mondiale. Praticamente tutte le specie di uccelli, nidificanti e migratrici, stanziali, svernanti e di passo, in Umbria e nell'Italia centrale sono rappresentate in queste collezioni, dai più piccoli Passeriformi sino ai grandi predatori come l'Aquila reale (Aquila chrysaetos). Una considerevole parte della Collezione Cicioni comprende specie della tipica avifauna acquatica del bacino del Lago Trasimeno, il più vasto specchio d'acqua dolce dell'Italia peninsulare.
Tra i campioni delle collezioni esotiche, che rivestono anche un particolare valore storico perché frutto di donazioni e scambi con importanti studiosi, scienziati e viaggiatori italiani dell'800, figurano innumerevoli esemplari di gruppi sistematici di grande interesse biogeografico, come i colibrì (Famiglia Trochilidae) delle Americhe, presenti nella Collezione Ornitologica Cicioni con oltre una sessantina di specie delle 342 riconosciute a livello mondiale, alcune delle quali strettamente endemiche di poche aree delle Ande tropicali, oppure gli uccelli del Paradiso (Famiglia Paradisaeidae) dagli stupefacenti piumaggi ed esclusivi della Nuova Guinea ed isole vicine, da Buru e Ceram ad Almahera nelle Molucche, oltre che dell'estremo Nord dell'Australia. Estremamente interessante é anche una ricca collezione malacologica con migliaia di campioni che comprendono quasi tutte le principali specie di Molluschi terricoli e dulcacquicolidell'Italia centrale e marini del Mediterraneo, oltre a numerosi campioni di specie esotiche. Le raccolte paleontologiche, inoltre, sono in grado di offrire un ampio campionario della paleobiodiversità del pianeta attraverso numerosi campioni fossili le cui età spaziano dagli oltre 300.000.000 di anni fa di alcuni trilobiti del Paleozoico del Maghreb sino alle poche decine di migliaia di anni fa di Mammiferi del Pleistocene superiore, tra i quali vari resti ossei e denti di Orso delle caverne (Ursus spelaeus) rinvenuti in grotte dell'Appennino Umbro-Marchigiano.
Sono ammirabili molti campioni di particolare interesse, sia naturalistico che storico. Tra questi figurano esemplari tassidermizzati appartenenti a specie della fauna regionale umbra, oggi localmente estinte e/o divenute estremamente rare come la Lontra (Lutra lutra) ed il Corvo imperiale (Corvus corax), tristi rappresentanti di una "biodiversità perduta". Sempre in tale ambito occorre ricordare uno stupendo esemplare di Gipeto o Avvoltoio degli agnelli (Gypaetus barbatus) ed un Avvoltoio monaco (Aegypius monachus) provenienti dalla Sardegna, isola dove oggi le due specie risultano scomparse. Le collezioni ornitologiche storiche dell'Antinori e del Cicioni, costituite da diverse migliaia di campioni complessivi, possono fornire una valida idea della ricchezza e varietà dell'avifauna, sia umbra ed italiana che europea e mondiale. Praticamente tutte le specie di uccelli, nidificanti e migratrici, stanziali, svernanti e di passo, in Umbria e nell'Italia centrale sono rappresentate in queste collezioni, dai più piccoli Passeriformi sino ai grandi predatori come l'Aquila reale (Aquila chrysaetos). Una considerevole parte della Collezione Cicioni comprende specie della tipica avifauna acquatica del bacino del Lago Trasimeno, il più vasto specchio d'acqua dolce dell'Italia peninsulare.
Tra i campioni delle collezioni esotiche, che rivestono anche un particolare valore storico perché frutto di donazioni e scambi con importanti studiosi, scienziati e viaggiatori italiani dell'800, figurano innumerevoli esemplari di gruppi sistematici di grande interesse biogeografico, come i colibrì (Famiglia Trochilidae) delle Americhe, presenti nella Collezione Ornitologica Cicioni con oltre una sessantina di specie delle 342 riconosciute a livello mondiale, alcune delle quali strettamente endemiche di poche aree delle Ande tropicali, oppure gli uccelli del Paradiso (Famiglia Paradisaeidae) dagli stupefacenti piumaggi ed esclusivi della Nuova Guinea ed isole vicine, da Buru e Ceram ad Almahera nelle Molucche, oltre che dell'estremo Nord dell'Australia. Estremamente interessante é anche una ricca collezione malacologica con migliaia di campioni che comprendono quasi tutte le principali specie di Molluschi terricoli e dulcacquicolidell'Italia centrale e marini del Mediterraneo, oltre a numerosi campioni di specie esotiche. Le raccolte paleontologiche, inoltre, sono in grado di offrire un ampio campionario della paleobiodiversità del pianeta attraverso numerosi campioni fossili le cui età spaziano dagli oltre 300.000.000 di anni fa di alcuni trilobiti del Paleozoico del Maghreb sino alle poche decine di migliaia di anni fa di Mammiferi del Pleistocene superiore, tra i quali vari resti ossei e denti di Orso delle caverne (Ursus spelaeus) rinvenuti in grotte dell'Appennino Umbro-Marchigiano.
Avete collaborazioni con altre Università o realtà?
La Galleria di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Perugia intrattiene da tempo ottimi rapporti di collaborazione con diversi atenei sia in ambito nazionale che internazionale. Tali rapporti hanno consentito lo sviluppo di interessanti collaborazioni con altre strutture museali scientifiche universitarie, tra le quali per l'Italia il Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Pavia ed il Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Firenze, nelle sue varie ed articolate sezioni, compreso il Centro Studi dell'Erbario Tropicale, che conservano campioni zoologici e botanici raccolti dal naturalista umbro Orazio Antinori nel XIX secolo, mentre per l'estero ricordiamo le stimolanti collaborazioni con il Natural History Museum dell'Università Centrale di Addis Abeba (Addis Ababa University, AAU), in Etiopia, con il quale il CAMS é riuscito a consolidare valide relazioni nell'ambito dei progetti tesi alla valorizzazione dell'eredità scientifica e culturale in senso più ampio del naturalista-esploratore perugino Orazio Antinori.
Sempre per quanto concerne i rapporti di collaborazione con realtà straniere il CAMS ha anche attivato degli Accordi di programma per l'interscambio culturale sia in Etiopia con la Debre Berhan University che in Tanzania con la Dar Es Salaam University, il primo relativo alla gestione delle attività di ricerca presso il "Centro Studi Orazio Antinori per la biodiversità degli Altopiani dello Shéwa" di Ankober, il secondo in relazione alle iniziative della Scuola di Paleoantropologia di Perugia, realizzata dal CAMS e dal Dipartimento di Fisica e Geologia dell'Università degli Studi di Perugia nel 2011. Quest'ultimo Accordo di Programma consente alla Scuola di Paleoantropologia di Perugia di organizzare, ogni anno, un fieldworkshop con partecipanti provenienti dai vari atenei italiani presso le Gole di Olduvai, nel Nord della Tanzania, uno dei siti di maggiore interesse paleoantropologico del pianeta.
Attualmente sono in corso contatti con le Università di Ayacucho e di Cuzco, in Perù, per la stipula di nuovi accordi per lo sviluppo di progetti di ricerca in ambienti montani delle Ande peruviane, territori dai quali provengono buona parte dei campioni storici delle collezioni ornitologiche di Giulio Cicioni conservate presso la Galleria di Storia Naturale del CAMS di Casalina. Tornando all'Italia occorre ricordare la piena partecipazione del CAMS ad un importante progetto nazionale, tuttora in corso, per la realizzazione di una Rete dei Musei Scientifici Universitari Italiani, in collaborazione con altri atenei come le università di Modena e Reggio Emilia, Pavia, Firenze, Siena, Viterbo, Roma "La Sapienza", Chieti, Bari, Cagliari. Oltre ai rapporti di collaborazione con altre strutture museali universitarie ed istituti di ricerca in ambito accademico il CAMS intrattiene importanti relazioni con innumerevoli altre realtà pubbliche e private, principalmente con musei naturalistici civici o di altra gestione. In tali contesti ricordiamole collaborazioni svolte ed ancora attive con tutti i piccoli musei scientifici e naturalistici presenti nella Regione dell'Umbria e gestiti da enti pubblici e/o privati e con importanti strutture museali italiane come il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, il Museo Civico di Storia Naturale di Milano, il MUSE di Trento, il Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria di Genova, il Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, il Museo di Storia Naturale dell'Accademia dei Fisiocritici di Siena, il Museo Civico di Zoologia di Roma, oltre che, naturalmente con l'Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS) d'Italia. Il CAMS, inoltre, intrattiene valide collaborazioni di carattere scientifico con tutte le diverse aree protette dell'Umbria e con molte altre di gran parte dell'Italia centrale, dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini a quello d'Abruzzo, Lazio e Molise, dal Parco Regionale della Maremma alla Riserva Naturale del Lago di Montepulciano edalla Riserva Naturale delle Montagne della Duchessa. Rapporti particolari di reciproca e fattiva collaborazione sono stati consolidati nel tempo con la Riserva Naturale di Monte Rufeno (Comune di Acquapendente, Viterbo) e con il locale "Museo del Fiore" di Torre Alfina, con i quali sono state attivate varie iniziative sia di carattere locale che internazionale, come un progetto di gemellaggio con l'Udzungwa Mountains National Park in Tanzania. Di fondamentale importanza le relazioni che il CAMS ha rafforzato negli anni con la Società Geografica Italiana (S.G.I.), di cui il naturalista perugino Orazio Antinori fu uno dei tre principali cofondatori nel 1867, insieme con Cristoforo Negri e Cesare Correnti. Con la S.G.I., che ha sede attuale nella Palazzina Mattei di Villa Celimontana in Roma, sono state organizzate numerose iniziative sia di carattere culturale che progetti internazionali, tra i quali quello denominato "Progetto Antinori" che nel 2011 ha portato alla realizzazione del "Centro Studi Orazio Antinori per la biodiversità degli Altopiani dello Shéwa" di Ankober, sopra ricordato.
Sempre per quanto concerne i rapporti di collaborazione con realtà straniere il CAMS ha anche attivato degli Accordi di programma per l'interscambio culturale sia in Etiopia con la Debre Berhan University che in Tanzania con la Dar Es Salaam University, il primo relativo alla gestione delle attività di ricerca presso il "Centro Studi Orazio Antinori per la biodiversità degli Altopiani dello Shéwa" di Ankober, il secondo in relazione alle iniziative della Scuola di Paleoantropologia di Perugia, realizzata dal CAMS e dal Dipartimento di Fisica e Geologia dell'Università degli Studi di Perugia nel 2011. Quest'ultimo Accordo di Programma consente alla Scuola di Paleoantropologia di Perugia di organizzare, ogni anno, un fieldworkshop con partecipanti provenienti dai vari atenei italiani presso le Gole di Olduvai, nel Nord della Tanzania, uno dei siti di maggiore interesse paleoantropologico del pianeta.
Attualmente sono in corso contatti con le Università di Ayacucho e di Cuzco, in Perù, per la stipula di nuovi accordi per lo sviluppo di progetti di ricerca in ambienti montani delle Ande peruviane, territori dai quali provengono buona parte dei campioni storici delle collezioni ornitologiche di Giulio Cicioni conservate presso la Galleria di Storia Naturale del CAMS di Casalina. Tornando all'Italia occorre ricordare la piena partecipazione del CAMS ad un importante progetto nazionale, tuttora in corso, per la realizzazione di una Rete dei Musei Scientifici Universitari Italiani, in collaborazione con altri atenei come le università di Modena e Reggio Emilia, Pavia, Firenze, Siena, Viterbo, Roma "La Sapienza", Chieti, Bari, Cagliari. Oltre ai rapporti di collaborazione con altre strutture museali universitarie ed istituti di ricerca in ambito accademico il CAMS intrattiene importanti relazioni con innumerevoli altre realtà pubbliche e private, principalmente con musei naturalistici civici o di altra gestione. In tali contesti ricordiamole collaborazioni svolte ed ancora attive con tutti i piccoli musei scientifici e naturalistici presenti nella Regione dell'Umbria e gestiti da enti pubblici e/o privati e con importanti strutture museali italiane come il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, il Museo Civico di Storia Naturale di Milano, il MUSE di Trento, il Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria di Genova, il Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, il Museo di Storia Naturale dell'Accademia dei Fisiocritici di Siena, il Museo Civico di Zoologia di Roma, oltre che, naturalmente con l'Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS) d'Italia. Il CAMS, inoltre, intrattiene valide collaborazioni di carattere scientifico con tutte le diverse aree protette dell'Umbria e con molte altre di gran parte dell'Italia centrale, dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini a quello d'Abruzzo, Lazio e Molise, dal Parco Regionale della Maremma alla Riserva Naturale del Lago di Montepulciano edalla Riserva Naturale delle Montagne della Duchessa. Rapporti particolari di reciproca e fattiva collaborazione sono stati consolidati nel tempo con la Riserva Naturale di Monte Rufeno (Comune di Acquapendente, Viterbo) e con il locale "Museo del Fiore" di Torre Alfina, con i quali sono state attivate varie iniziative sia di carattere locale che internazionale, come un progetto di gemellaggio con l'Udzungwa Mountains National Park in Tanzania. Di fondamentale importanza le relazioni che il CAMS ha rafforzato negli anni con la Società Geografica Italiana (S.G.I.), di cui il naturalista perugino Orazio Antinori fu uno dei tre principali cofondatori nel 1867, insieme con Cristoforo Negri e Cesare Correnti. Con la S.G.I., che ha sede attuale nella Palazzina Mattei di Villa Celimontana in Roma, sono state organizzate numerose iniziative sia di carattere culturale che progetti internazionali, tra i quali quello denominato "Progetto Antinori" che nel 2011 ha portato alla realizzazione del "Centro Studi Orazio Antinori per la biodiversità degli Altopiani dello Shéwa" di Ankober, sopra ricordato.
A quale target scolare sono rivolte le vostre attività didattiche e scientifiche?
Anche se le nostre proposte educative spaziano dalla scuola dell'infanzia fino al mondo universitario, in realtà la Galleria di Storia Naturale del CAMS è divenuta un importante punto di riferimento soprattutto per gli studenti della scuola primaria di primo e secondo grado, che frequentano la struttura partecipando alle varie iniziative didattiche proposte. Un particolare rapporto di collaborazione é stato poi attivato da vari anni con l'Accademia di Belle Arti di Perugia nell'ambito di attività di studio e ricerca tra Natura ed Arte. Inoltre non sono poche le associazioni culturali e ambientaliste di vario genere che frequentano la G.S.N. e che organizzano periodicamente incontri e seminari presso gli spazi museali, contribuendo così a rendere tale struttura un vero e proprio "patrimonio pubblico" ed un "centro motore" di iniziative tese a divulgare il messaggio scientifico ed a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle principali tematiche concernenti la tutela e corretta gestione della biodiversità e delle risorse naturali in generale .
Cosa vi prefiggete per il futuro?
Per la Galleria di Storia Naturale il CAMS nutre "grandi speranze" e si prefigge sempre più l'obiettivo di renderla:
-il più importante “archivio” della biodiversità regionale, nazionale e mondiale presente nel territorio della Regione dell’Umbria;
-il luogo deputato a tramandare nel tempo l’inestimabile “ricchezza” sociale rivestita dalle collezioni di storia naturale;
-il fulcro per le attività di diffusione e divulgazione della cultura scientifica nell’ambito regionale edin particolare riguardo ai temi della biodiversità, la cui conoscenza e comprensione è essenziale per "salvaguardare" il patrimonio culturale della comunità regionale;
-il principale "punto di riferimento", strutturato ed organizzato, per l'intera comunità regionale per una adeguata e scientificamente sostenibile "riscoperta" del proprio territorio al fine di diffondere anche una sempre maggiore sensibilità verso la sua tutela e corretta gestione del suo patrimonio naturale e delle sue risorse.
In questo modo l’Umbria si potrà collocare appieno nel panorama di quelle poche Regioni d'Italia che guardano al proprio patrimonio storico-naturalistico come un bene comune della collettività da salvaguardare e valorizzare, colmando finalmente un vuoto che la vedeva, sino a non molti anni fa, agli ultimi posti nel Paese, priva come era di un Museo di Storia Naturale, nonostante un interessante passato e quindi una dignitosa tradizione di museologia scientifica.
Naturalmente, aldilà di questi ambiziosi obiettivi siamo consapevoli del fatto che ...neanche quello che abbiamo appena detto è più vero... e perciò cerchiamo di restare con i piedi ben piantati per terra, già gratificati, intanto, dalla soddisfazione che i visitatori spesso mostrano dopo la visita alla Galleria di Storia Naturale.
Per ulteriori informazioni e contatti:
Per ulteriori informazioni e contatti:
Galleria di Storia Naturale
CAMS - Centro di Ateneo per i Musei Scientifici
Università degli Studi di Perugia
Manifattura ex tabacchi, Via del Risorgimento
I-06053 Casalina (Deruta - PG)
tel. 0759711077 - cell. 3666811012
Orari di ingressoIngresso all’inizio di ogni ora con visita guidata
Lunedì, Mercoledì e Venerdì - 9.00 / 12.00
Martedì e Giovedì – 15.00/17.00
Festivi, sabato e domenica - Chiuso
Biglietteria
Biglietto Singolo intero - € 3,00
Oltre 65 anni - € 2,50
Gruppi oltre 10 visitatori - € 2,50
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