LA STORIA DI CIÒ CHE MANGIAMO E LA GEOGRAFIA DELLA SCIENZA
Prendete una cartina geografica, una di quelle che si trovano nelle aule scolastiche. Osservate il mondo: a cosa state pensando?
In primo piano il libro di Renzo Pellati e sullo sfondo "Come funziona il mondo" |
Provate a localizzare qualcosa sul mondo, per esempio tracciate con le dita il viaggio di Cristoforo Colombo del 1492 o la via della seta. Se non ci riuscite pensate a quanto è bello orientarsi fra i continenti e trovare dove viene coltivata la canna da zucchero oppure da dove arriva il riso che mangiate e il tè che bevete. Proprio il tè che - dopo l'acqua - è la bevanda più consumata al mondo. Sulla cartina osservate la Russia: se il tè si diffuse in un Paese così grande fu soprattutto grazie alla ferrovia transiberiana, che consentì di facilitare i rapporti commerciali con l'Oriente.
Davanti ad una rappresentazione grafica del mondo ci si può facilmente perdere in sogni ad occhi aperti. Ed è proprio questo l'obiettivo di "Come funziona il mondo", di Tomas Tuma, pubblicato da Editoriale Scienza.
A sinistra l'approccio geografico alla scienza; a destra l'approccio storico |
Le piante, il clima, la crosta terrestre e gli animali.... tutti sulle cartine! Viene finalmente presentato un approccio geografico alla scienza, che è proprio un modo diverso di vedere le cose. Come lo è anche l'inquadramento storico, utilizzato con specifico riferimento al cibo, nell'ottimo libro di Renzo Pellati, "La storia di ciò che mangiamo", pubblicato da Daniela Piazza Editore.
Abbiamo prima accennato allo zucchero, che si ricava dalla canna da zucchero o dalla barbabietola. Ebbene - dopo che il vino ricomincia a fermentare - si aggiunge proprio lo zucchero per stabilizzare la fermentazione. Ed è sempre lo zucchero che invece non viene aggiunto nella produzione di Moscato, ovvero il primo spumante dolce ottenuto da uve aromatiche. Correva l'anno 1865 a Canelli, in provincia di Asti, e l'autore del Moscato - Carlo Gancia - era destinato a lasciare un segno nei libri di storia.
Walter Caputo
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