LA CLASSIFICA DELLE UNIVERSITÀ DEL QS WORLD UNIVERSITY RANKINGS 2015/16
I voti di 76,798 docenti e ricercatori accademici e di 44,226 recruiter internazionali – raccolti attraverso i sondaggi globali condotti da QS – hanno contribuito a determinare la classifica. QS ha analizzato 11.1 millioni di pubblicazioni scientifiche – indicizzate dalla banca dati bibliometrica Scopus/Elsevier. 3,539 università sono state considerate in questo studio e 891 sono state classificate, 28 in più rispetto allo scorso anno. Nessuna italiana tra le prime 100 al mondo. La loro posizione nella classifica mondiale si riconferma nelle retrovie e rispetto agli anni passati alcune sono addirittura arretrate. Unica nota positiva riguarda il Politecnico di Milano, primo nella classifica internazionale al 187esimo posto e in ascesa nel ranking. La seconda in graduatoria è invece l'Università di Bologna, 204esima, mentre la Sapienza si colloca al terzo posto; l'ateneo romano, 213esimo, arretra di 11 posizioni. Quarta, ma sotto la trecentesima posizione, la Statale di Milano.
La dodicesima edizione incorona per la quarta volta consecutiva il Massachusetts Institute of Technology (MIT) numero uno al mondo, seguito da Harvard University (2), Cambridge University e Stanford in terza posizione parimerito mentre l’elvetica ETH Zurich (9) entra per la prima volta nella “top ten”.
Le due principali università di Singapore scalano la classifica e si posizionano entrambe tra le prime quindici al mondo. National University of Singapore (12) é la migliore università asiatica in classifica e Nanyang Technological University (13) la segue a ruota. La cinese Tsinghua University (25) conquista il terzo posto nella regione mentre l’Australian National University (19) ritorna a posizionarsi tra le prime venti al mondo.
2015
|
2014
| Top 20 | |
1
|
1
| MIT USA | |
2
|
4
| HARVARD USA | |
3=
|
2=
| CAMBRIDGE UK | |
3=
|
7
| STANFORD USA | |
5
|
8
| CALTECH USA | |
6
|
5=
| OXFORD UK | |
7
|
5=
| UNIVERSITY COLLEGE LONDON UK | |
8
|
2=
| IMPERIAL COLLEGE LONDON UK | |
9
|
12
| ETH ZURICH CH | |
10
|
11
| CHICAGO USA | |
11
|
9
| PRINCETON USA | |
12
|
22
| NATIONAL UNIVERSITY SINGAPORE SG | |
13
|
39
| NANYANG TECHNOLOGICAL UNIVERSITY SG | |
14
|
17=
| EPFL CH | |
15
|
10
| YALE USA | |
16
|
14=
| JOHNS HOPKINS USA | |
17
|
19
| CORNELL USA | |
18
|
13
| U PENN USA | |
19=
|
25=
| AUSTRALIAN NATIONAL UNIVERSITY AU | |
19=
|
16
| KING'S COLLEGE LONDON UK | |
© QS Quacquarelli Symonds 2004-2015 www.TopUniversities.com
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I voti di 76,798 docenti e ricercatori accademici e di 44,226 recruiter internazionali - raccolti attraverso i sondaggi globali condotti da QS, e che costituiscono il campione più vasto nel loro genere – hanno contribuito a determinare la classifica.
QS ha analizzato 11.1 millioni di pubblicazioni scientifiche – indicizzate dalla banca dati bibliometrica Scopus/Elsevier.
3,539 università sono state considerate in questo studio e 891 sono state classificate, 28 in più rispetto allo scorso anno.
Nell’edizione 2015/16, QS ha introdotto una modifica significativa al World University Rankings, nell’indicatore “citations per faculty”che misura l’impatto della ricerca pubblicata negli ultimi cinque anni. Si tratta del cambiamento più importante dal 2007[i].
In questa edizione ventisei università italiane si classificano nel QS World University Rankings.
Il Politecnico di Milano (187) guida la classifica italiana ed entra per la prima volta tra le migliori duecento al mondo, seguito dall’Università di Bologna (204) e dall’Università degli Studi di Roma - La Sapienza (213).
Tra le prime 400 al mondo: l’Università degli Studi di Milano (306) l’Università degli Studi di Padova (309), il Politecnico di Torino (314) e l’Università degli Studi di Pisa (367).
2015
|
2014
| UNIVERSITÀ ITALIANE nel QS World University Rankings 2015/16 |
187
|
229
| POLITECNICO DI MILANO |
204
|
182
| UNIVERSITÀ DI BOLOGNA (UNIBO) |
213
|
202
| LA SAPIENZA – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA |
306
|
238
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO |
309
|
262
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA (UNIPD) |
314
|
365
| POLITECNICO DI TORINO |
367
|
245
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA |
401-410
|
305
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA - TOR VERGATA |
411-420
|
352
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE (UNIFI) |
431-440
|
411-420
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO |
441-450
|
345
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II |
471-480
|
377
| UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE |
501-550
|
394
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO (UNITO) |
501-550
|
371
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA (UNIPV) |
601-650
|
501-550
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA |
651-700
|
601-650
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE (UNITS) |
701+
|
701+
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI CA' FOSCARI VENEZIA |
701+
|
701+
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA (UNICT) |
701+
|
551-600
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA |
701+
|
601-650
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA |
701+
|
551-600
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA |
701+
|
471-480
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA (UNISI) |
701+
|
701+
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE |
701+
|
701+
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI |
701+
|
651-700
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA |
701+
|
701+
| UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA |
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Ben Sowter, responsabile della divisione ricerca di QS commenta: “L’Italia, a parte alcune eccezioni molto positive, perde terreno in questa edizione del QS World University Rankings. Una parte di questo declino è certamente attribuibile al cambiamento introdotto nel modo in cui valutiamo la ricerca pubblicata. Il confronto con i risultati dello scorso anno, deve tener conto di questa importante variazione che ha avuto un impatto significativo per molte università, in particolare per quelle che eccellono nell’ambito della ricerca medica, la cui influenza da quest’anno è stata diminuita ed equiparata a quella delle altre quattro maggiori aree di studio in cui si esplicita l’attività universitaria.”
Sebbene la modifica del calcolo delle citazioni scientifiche abbia avuto un peso importante per molte università, a livello generale tra gli ateneei italiani, si è verificato un deterioramento in altri indicatori, incluso quello che misura la reputazione accademica internazionale. Inoltre, le universitá Italiane sono svantaggiate nei due indicatori che misurano il numero e proporzione degli studenti e dei docenti Internazionali, dove la competizione globale è feroce. In alcuni casi, si è verificato un perggioramento anche nell’indicatore della proporzione tra docenti e studenti. Le università italiane spesso si confrontano con limiti legislativi, burocratici ed economici, nonchè con la con la competizione di paesi di lingua inglese. Questi ostacoli oggettivi, limitano fortemente la possibilità delle università di migliorare sensibilmente, in questi tre indicatori in particolare.
La combinazione di tutti questi fattori ha influito sui risultati finali.
Sowter aggiunge”: Invertire queste tendenze è una sfida difficile in uno scenario globale sempre più sofisticato. Eppure l’Italia si rivela competitiva in un criterio fondamentale per gli studenti: l’ “employer reputation”. Questo indicatore si basa su un sondaggio di oltre 44.000 recruiter ai quali è stato chiesto di indicare da quali università preferiscono assumere talenti: quattro Italiane figurano tra le prime 200 al mondo mentre altre tredici hanno migliorato considerevolmente la propria posizione in questo criterio.”
L’Università Commerciale Luigi Bocconi, è una università specialistica e in quanto tale non figura nella classifica mondiale, ma appare in modo prominente nell’ indicatore “employer reputation” classificandosi 32esima al mondo. Il Politecnico di Milano é 74esimo mentre la terza università italiana in questo indicatore è l’ Università Cattolica del Sacro Cuore (143). Seguono il Politecnico di Torino (199) e l’Università di Bologna (207).
L’eccellenza accademica italiana è rappresentata in modo significativo nelle classifiche delle macro aree di studio, che completano il QS World University Rankings.
- Medicina e Bioscienze: diciassette italiane tra le top 400 al mondo inclusa l’Università degli Studi di Milano (79)
- Scienze Naturali: sedici italiane tra le top 400 incluse La Sapienza - Università di Roma (80) e il Politecnico di Milano (86)
- Ingegneria e Tecnologia: quattordici italiane tra le top 400, inclusi il Politecnico di Milano (24) e il Politecnico diTorino
- Arte e Studi Umanistici: quattordici italiane tra le top 400, inclusa l’Università di Bologna (76) e La Sapienza - Università di Roma (94)
- Science Politiche, Sociali ed Economiche: tredici italiane tra le top 400 incluse l’ Università Commerciale Luigi Bocconi ( 22) e l’ Università di Bologna (97)
Nel QS World University Rankings sono rappresentati 82 paesi.
Tra le top 200, sono classificate università di 34 paesi, con in testa gli Stati Uniti (49), Regno Unito (30), Olanda (12), Germania (11), Canada, Australia e Giappone (8), Cina (7), Francia, Svezia e Hong Kong (5).
Tra le top 200, sono classificate università di 34 paesi, con in testa gli Stati Uniti (49), Regno Unito (30), Olanda (12), Germania (11), Canada, Australia e Giappone (8), Cina (7), Francia, Svezia e Hong Kong (5).
La classifica completa del QS World University Rankings 2015/16 è consultabile su: www.TopUniversities.com-
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[i] MODIFICA INDICATORE “CITATION PER FACULTY”. Attraverso il dialogo quotidiano che QS intrattiene con studenti e accademici di tutto il mondo, sono state raccolti in questi anni suggerimenti per evolvere il modello della classifica. Gli input rilevanti sono stati vagliati in consultazione con il comitato consultivo indipendente e internazionale di QS che ha approvato a maggioranza il nuovo approccio.
La modifica introdotta riguarda l’indicatore “citations per faculty”, una misura dell’impatto della ricerca prodotta, sulla base delle citazioni ottenute dagli autori di tali ricerche, nelle pubblicazioni scientifiche Internazionali.
Nel modello precedente questo indicatore, che costituisce il 20 percento del punteggio totale, era dominato da università forti nell’ambito della medicina e delle bioscienze e, in misura inferiore, nelle scienze naturali. Le università che eccellono nell’ambito negli studi umanistici, delle scienze sociali ed economiche (in parte anche nelle materie tecniche), dove l’attività di ricerca é meno intensa , erano svantaggiate. La banca dati bibliometrica Scopus ha aumentato significativamente la copertura e l’indicizzazione delle citazioni in queste aree di studio negli ultimi anni, rendendo fattibile l’attuazione di questa riforma.
Il nuovo approccio stabilisce che l’influenza dell’indicatore “citations per faculty”, sia ripartita equamente tra le cinque macro aree dell’ attività accademica che tipicamente si riscontrano nelle università: studi classici, umanistici e arte, scienze sociali ed economiche, medicina e bioscienze, scienze naturali, ingegneria e tecnologia. Il modello é spiegato in dettaglio qui.( https://qsiu.box.com/shared/ static/ 3kuzl36ug179nvcgf3i43xw54rfzyg 0c.pdf)
Secondo l’agenzia delle statistiche della formazione universitaria del Regno Unito, il 55 percento degli studenti, sceglie corsi di laurea e specializzazione nell’ambito delli studi umanistici, scienze sociali e economia. Mentre il 14 percento sceglie medicina e altre scienze affiini. Una proporzione riscontrabile in molti paesi del mondo.
Nunzio Quacquarelli, amminstratore delegato di QS spiega:“Il QS World University Rankings 2015/16 rivela un panorama più diversificato dell’eccellenza universitaria globale, offrendo ai futuri studenti una classifica più allineata alle proprie scelte.” Un esempio illustrativo degli effetti del nuovo corso, é quello della London School of Economics and Political Science che guadagna oltre trenta posizioni, classificandosi al 35esimo posto.
La modifica introdotta riguarda l’indicatore “citations per faculty”, una misura dell’impatto della ricerca prodotta, sulla base delle citazioni ottenute dagli autori di tali ricerche, nelle pubblicazioni scientifiche Internazionali.
Nel modello precedente questo indicatore, che costituisce il 20 percento del punteggio totale, era dominato da università forti nell’ambito della medicina e delle bioscienze e, in misura inferiore, nelle scienze naturali. Le università che eccellono nell’ambito negli studi umanistici, delle scienze sociali ed economiche (in parte anche nelle materie tecniche), dove l’attività di ricerca é meno intensa , erano svantaggiate. La banca dati bibliometrica Scopus ha aumentato significativamente la copertura e l’indicizzazione delle citazioni in queste aree di studio negli ultimi anni, rendendo fattibile l’attuazione di questa riforma.
Il nuovo approccio stabilisce che l’influenza dell’indicatore “citations per faculty”, sia ripartita equamente tra le cinque macro aree dell’ attività accademica che tipicamente si riscontrano nelle università: studi classici, umanistici e arte, scienze sociali ed economiche, medicina e bioscienze, scienze naturali, ingegneria e tecnologia. Il modello é spiegato in dettaglio qui.( https://qsiu.box.com/shared/
Secondo l’agenzia delle statistiche della formazione universitaria del Regno Unito, il 55 percento degli studenti, sceglie corsi di laurea e specializzazione nell’ambito delli studi umanistici, scienze sociali e economia. Mentre il 14 percento sceglie medicina e altre scienze affiini. Una proporzione riscontrabile in molti paesi del mondo.
Nunzio Quacquarelli, amminstratore delegato di QS spiega:“Il QS World University Rankings 2015/16 rivela un panorama più diversificato dell’eccellenza universitaria globale, offrendo ai futuri studenti una classifica più allineata alle proprie scelte.” Un esempio illustrativo degli effetti del nuovo corso, é quello della London School of Economics and Political Science che guadagna oltre trenta posizioni, classificandosi al 35esimo posto.
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