10 COSE CHE GLI ITALIANI (FORSE) NON SANNO SULLA CRISI GRECA
Aggiormanento al 10 luglio 2015
Grecia ed Europa - Shutterstock
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1.
La crisi economica della Grecia inizia ufficialmente nell'autunno del 2009, quando il neo primo ministro George Papandreou rivela pubblicamente che i bilanci economici inviati dai precedenti governi greci all'Unione europea erano stati falsificati con l'obiettivo di garantire l'ingresso della Grecia nella Zona Euro. Per approfondire qui e qui
2.
Anche noi italiani pagheremo di tasca nostra i danni dell'economia greca. L’Italia rischia l’impatto della crisi greca, secondo l’Fmi
3.
Bisogna dimostrare di sapere dialogare con i responabili di 27 paesi degli stati membri dell'EU, ognuno dei quali (non lo dimentichiamo) ha prestato soldi alla Grecia. L'ex ministro Varoufakis prima ha rotto il tavolo delle trattative, e poi si è dimesso. Ecco perché non è più gradito ai tavoli del parlamento europeo.
4.
Molti non sanno che oltre il 61% del debito greco di 317 miliardi di euro non è in mano a banche e investitori ma ai partner euro, e con un costo ben inferiore ai tassi di mercato (la durata media dei prestiti è 30 anni con un interesse medio del 2,5%, contro il 2,7% dell'eurozona e il 4,7% dell'Italia) Dunque è con il denaro delle nostre tasse, mediante il programma europeo di assistenza, che stiamo finanziando a tassi di favore un paese che paga la metà degli interessi che paghiamo noi. Chi obbietta la Grecia è oppressa dal pagamento di interessi esorbitanti non è bene informato
5.
In controtendenza al crollo fatto registrare dai mercati finanziari, è corsa a beni rifugio che spinge ad un forte aumento dei prezzi di tutte le materie prime agricole, con il prezzo del grano che ha aperto in aumento di quasi il 15% rispetto alle quotazioni dell’inizio della settimana scorsa al Chicago Bord of Trade (CBOT), il punto di riferimento mondiale delle commodities agricole. La debolezza di questa moneta e le difficoltà finanziarie della Grecia hanno favorito i beni rifugio, permettendo così all’oro di guadagnare il 2% in dollari americani. Una curiosità: Mac, prodotti Apple, computer ed elettronica diventano beni rifugio. È uno degli effetti imprevisti della crisi greca.
6.
La Grecia ha appena 11 milioni di abitanti isole comprese (tanti quanto una delle nostre regioni, la Lombardia). Il PIL nominale della Grecia è di circa 250 miliardi di euro contro i 2 mila miliardi di euro dell'Italia. Dunque il PIL ammonta una delle nostre regioni (la Lombardia da sola ha un PIL nominale di 330 miliardi di euro).
Se volessimo fare un po' di gossip, il Pil della Grecia può essere tranquillamente eguagliato dai primi 3 uomini più ricchi del mondo: Bill Gates con un patrimonio netto di 86,6 miliardi di dollari al 31 dicembre scorso (+8,1 mld rispetto al 2013). Warren Buffet con 73,8 mld di dollari (+13 mld) e l'impreditore messicano Carlos Slim con 72,6 mld di dollari (-1,2 mld).
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Baby pensioni e spesa pubblica
Noi italiani le abbiamo eliminate. E i greci? Aggiornamento 10 luglio: dopo le pressioni dei giorni scorso Tsipras ha per ora solo proposto un piano per un loro taglio progressivo (creando disincentivi) e innalzando l'età pensionabile a 67 anni entro il 2022. Vedremo.
Un Paese che viveva al di sopra delle proprie possibilità. I dipendenti pubblici erano il 25% degli occupati, contro il 15,1% dell’area euro: noi italiani pensiamo di dare un cattivissimo esempio ma in effetti eravamo sotto questa media, con il 14,4. Nel 2012 i greci erano scesi al 17,6.
Gli stipendi dei dipendenti pubblici rappresentano il 40% del pil.
In pensione si poteva andare a 60 anni per le donne e 65 per gli uomini, con 35 anni di contribuiti. Ma c’era una lista di 580 «professioni usuranti» in cui l’età era abbassata a 50 anni per le donne e a 55 per gli uomini. Non solo minatori e scaricatori di porto ma anche parrucchieri, suonatori di strumenti a fiato, fornai, chi parla in tv o alla radio, contadini e loro mogli, dipendenti della Banca Nazionale, dipendenti della compagnia aerea di bandiera Olympic Airlines. Questi ultimi, anzi, avevano pure il diritto a far volare gratis i propri parenti in tutto il mondo. Con tutti i tagli fatti, tuttora la Grecia spende in pensioni il 17% del Pil, contro il 12,2 della Germania. La pensione media greca è 1.030 euro, contro i 1.100 euro di quella tedesca. Poiché però i salari tedeschi sono in media doppi, vuol dire che mentre un tedesco in media va in pensione con il 40% del suo ultimo salario, un greco arriva all’85%.
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Uno dei problemi maggiori della Grecia è l'alto tasso di disoccupazione, il più alto dell'Unione europea, superiore al 25 per cento. La crisi della Grecia non è solo di natura politica e finanziaria.
9.
Banche: chi ci ha guadagnato?
"Nel suo appello al Parlamento europeo, il premier greco Alexis Tsipras ha detto: “I vostri soldi sono serviti a salvare le banche, non sono mai arrivati al popolo”. È la stessa tesi di un nutrito gruppo di autorevoli economisti, tra cui Joseph Stiglitz e Luigi Zingales, e di esponenti politici italiani. Nella sostanza, il bail-out del maggio 2010 non avrebbe fatto altro che riempire le casse delle banche tedesche e francesi e i greci sarebbero stati costretti a girare i 110 miliardi ricevuti dalla Troika ai creditori privati sotto forma di interessi e principale. Su quale evidenza si basa questa tesi?"
In realtà, a conti fatti, sembra che tra i grandi beneficiari del bail-out greco vi siano le banche greche e, con loro, i depositanti greci che hanno avuto l’accortezza di liquidare i propri conti prima della chiusura forzata degli istituti. Approfondimeno su La voce.info
Un ulteriore approfondimento su il Post: A chi sono andati soldi per la Grecia
Un ulteriore approfondimento su il Post: A chi sono andati soldi per la Grecia
10.
La crisi Greca ha bloccato anche gli accessi alle riviste scientifiche ai ricercatori. Come aveva già annunciato Nature pochi giorni prima dell’esito del referendum in Grecia, la crisi si riflette anche nel settore della ricerca scientifica. Dal 1 luglio infatti, per mancanza di fondi, molte università e centri di ricerca greci si sono visti sospendere l’accesso al sito per la consultazione delle riviste scientifiche Questo perché il governo ha smesso di stanziare i fondi che permettevano il servizio.
La crisi Greca ha bloccato anche gli accessi alle riviste scientifiche ai ricercatori. Come aveva già annunciato Nature pochi giorni prima dell’esito del referendum in Grecia, la crisi si riflette anche nel settore della ricerca scientifica. Dal 1 luglio infatti, per mancanza di fondi, molte università e centri di ricerca greci si sono visti sospendere l’accesso al sito per la consultazione delle riviste scientifiche Questo perché il governo ha smesso di stanziare i fondi che permettevano il servizio.
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