KARAKORUM - HIMALAYA: CONFERENZA SULLE RICERCHE DELL'UNIVERSITA' E DELL'OGS DI TRIESTE
Lunedì 30 marzo 2015, alle ore 11.00, presso l'aula A del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell'Università degli Studi di Trieste, in via Weiss n. 2, avrà luogo la conferenza dal titolo: "Karakorum - Himalaya. Le ricerche dell'Università e dell'OGS di Trieste". A 60 anni dalla scalata italiana del K2, il Parco del Karakorum si rinnova con il contributo di Trieste alla ricerca scientifica nel Karakorum ed in Himalaya.
La scorsa settimana è giunta la notizia dell’approvazione da parte del governo del Gilgit Baltistan (Pakistan) del Piano di Gestione (Management Plan) del Parco Nazionale del Karakorum Centrale (Central Karakorum National Park – CKNP) che comprende tutta la zona a Nord dell'Indo tra le città di Gilgit e di Skardu, la valle di Hunza e le cime del K2, Gashenbrum e Broad Peak compresi i ghiacciai più lunghi del pianeta (Baltoro, Biafo e Hispar) fuori delle aree Polari (www.cknp.org).
Grazie al contributo dell’Italia e della Associazione Comitato EvK2CNR, sotto la Presidenza di Agostino da Polenza, si è giunti all’approvazione ufficiale del Governo Pakistano del Gilgit Baltistan, del piano di gestione al quale hanno collaborato il Politecnico di Milano (glaciologia), l'Università di Siena (leopardo delle nevi e markhor rarissima capra del Karakorum), Università di Trieste (mappa e catalogo delle frane, stazioni GPS) e OGS (sismologia). E poi gli studi di botanica e di archeologia.
Sono così riconosciuti ufficialmente i confini definitivi del Parco, le diverse zone, le regole di gestione delle risorse (per esempio l’uso dei pascoli, le attività di estrazione mineraria, l’accesso al legname), le tasse di ingresso, i centri turistici, i percorsi di trekking, il regolamento per i visitatori ecc. Chiara Calligaris e Giorgio Poretti, negli anni scorsi, hanno percorso i principali ghiacciai del parco tracciando una mappa delle zone a pericolo di dissesto geostatico.
Sono così riconosciuti ufficialmente i confini definitivi del Parco, le diverse zone, le regole di gestione delle risorse (per esempio l’uso dei pascoli, le attività di estrazione mineraria, l’accesso al legname), le tasse di ingresso, i centri turistici, i percorsi di trekking, il regolamento per i visitatori ecc. Chiara Calligaris e Giorgio Poretti, negli anni scorsi, hanno percorso i principali ghiacciai del parco tracciando una mappa delle zone a pericolo di dissesto geostatico.
Dopo una difficile gestazione durata più di vent’anni e una forte spinta in questi ultimi 5 da parte della ricerca italiana con il Comitato EvK2CNR, entra in funzione il CKNP. Si compie così un sogno che ha origini lontane e italiane. E triestine perché ricercatori della nostra città sono sempre stati in prima linea nelle ricerche Himalayane. Antonio Marussi misurava la gravità nella spedizione Desio del 1954. Antonio Marussi e Ardito Desio con l'OGS organizzarono i "grandi scoppi" nel Karakorum negli anni '70. Nell'86 Desio fece trasportare in Nepal il Laboratorio Piramide e nell'89 fece eseguire la prima serie di una rete di misure GPS in 39 stazioni tra Nepal e Tibet. Nel 1992, 1996, 2004 Poretti, Marchesini, Mandler, e il Comitato EvK2CNR hanno effettuato ripetute misure delle cime dell'Everest e del K2 (oltre a Cervino e Monterosa e Aconcagua).
Nel 2006 la Regione FVG ha finanziato un progetto di aiuto alle zone terremotate del Kashmir, facendo venire a Trieste 4 ricercatori all'anno per lo studio dei programmi di ricostruzione post terremoto del '2005.
Nel 2006 la Regione FVG ha finanziato un progetto di aiuto alle zone terremotate del Kashmir, facendo venire a Trieste 4 ricercatori all'anno per lo studio dei programmi di ricostruzione post terremoto del '2005.
In occasione dei 60 anni dalla salita del K2, nel mese di luglio 2014, con il contributo italiano, si è svolta per la prima volta una spedizione alpinistica pakistana verso la vetta simbolo del Parco: il K2. In questa occasione, con un finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia, il Laboratorio di Geomatica dell’Università di Trieste ha installato a Skardu (Baltistan) una stazione GNSS permanente Leica Viva nella sede della Direzione del Parco.
Questa stazione fa parte della rete di monitoraggio dei movimenti tettonici dell’orogene himalayano che ha una stazione anche al Laboratorio Piramide dell’Everest dove è situata una stazione sismologica dell’OGS (Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale) per lo studio tettonico dell'Himalaya e dei suoi ghiacciai. I dati raccolti da queste stazioni vengono inviati via Internet ai relativi server del Dipartimento di Matematica e Geoscienze e del Centro di Ricerche Sismologiche dell'OGS, a disposizione dei ricercatori interessati.
Questa stazione fa parte della rete di monitoraggio dei movimenti tettonici dell’orogene himalayano che ha una stazione anche al Laboratorio Piramide dell’Everest dove è situata una stazione sismologica dell’OGS (Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale) per lo studio tettonico dell'Himalaya e dei suoi ghiacciai. I dati raccolti da queste stazioni vengono inviati via Internet ai relativi server del Dipartimento di Matematica e Geoscienze e del Centro di Ricerche Sismologiche dell'OGS, a disposizione dei ricercatori interessati.
Di questo e di altri argomenti sulla ricerca geofisica in Himalaya parleranno: Giorgio Poretti e Chiara Calligaris del Dipartimento di Matematica e Geoscienze e Franco Pettenati dell'Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS).
L'annuncio del Management Plan presentato in sede ministeriale del Gilgit-Baltistan lo scorso anno si può trovare in: www.evk2cnr.org/cms/files/evk2cnr.org/CS%20Parco%20K2%2060%20anni%20dopo.pdf
Per informazioni:
Prof. Giorgio Poretti
Tel: 040 558.2641
poretti@units.it
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