PREMIO NAZIONALE DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA 2014
I riconoscimenti sono stati assegnati dalla Associazione Italiana del Libro il 19 dicembre scorso presso la sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Con il libro Capra e calcoli. L’eterna lotta tra gli algoritmi e il caos, edito da Laterza, lo scrittore Marco Malvaldi, autore della fortunata serie dei gialli del BarLume, e Dino Leporini, professore di fisica all’Università di Pisa, si sono aggiudicati l’edizione 2014 del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica.
Marco Malvaldi (1974), chimico e scrittore, pur essendo noto principalmente per la sua serie di gialli sui vecchietti del BarLume, è un esperto nelle tecniche di simulazione computazionale dello stato liquido. Dino Leporini (1957), perfezionato in Fisica alla Scuola Normale Superiore, insegna Fisica generale all’Università di Pisa. Come ricercatore si occupa, sia sperimentalmente che da un punto di vista computazionale, delle proprietà dei liquidi e dei solidi disordinati. Nel volume i due autori raccontano l’origine, lo sviluppo, i problemi che un computer è in grado di risolvere, la sua mostruosa velocità, le conseguenze del suo utilizzo.
Al secondo posto si è classificato il libro di Gilberto Corbellini, storico della medicina, e Elisabetta Sirgiovanni, ricercatrice al CNR, Tutta colpa del cervello. Un’introduzione alla neuroetica, pubblicato da Mondadori Università. Il libro discute l’impatto che le ricerche sul cervello stanno avendo in diversi ambiti, non solo in quelli biologici e medico sanitari, ma anche, più in generale, sociali.
Gilberto Corbellini (Cadeo, 1958) insegna storia della medicina e bioetica alla Sapienza Università di Roma. Ha pubblicato in ambito nazionale e internazionale sulla storia delle immunoscienze, delle neuroscienze, dell’epistemologia e dell’etica medica, nonché sui rapporti tra scienza e politica. Tra i suoi ultimi libri, EBM: Medicina basata sull’evoluzione (Roma-Bari 2007); La razionalità negata. Psichiatria e antipsichiatria in Italia (Torino 2008); Scienza, quindi democrazia (Torino 2011); Scienza (Torino 2013). Elisabetta Sirgiovanni (Roma, 1980) è ricercatore post-doc in Neuroetica presso il CNR – Unità di Etica della ricerca, bioetica, biodiritto e biopolitica. Collabora con la Cattedra di Storia della Medicina e Bioetica del Dipartimento di Medicina Molecolare della Sapienza Università di Roma. È dottore di ricerca in Scienze Cognitive e ha pubblicato articoli scientifici e saggi nell’ambito della neuroetica, della filosofia della psichiatria e delle neuroscienze cognitive. -
Terza classificata Eleonora Polo con C’era una volta un polimero. Storie di grandi molecole che hanno plasmato il mondo, pubblicato da Apogeo. Dalla vulcanizzazione della gomma a opera di Charles Goodyear alla scoperta del polipropilene che fruttò il premio Nobel a Giulio Natta, fino alla realizzazione di superfibre che farebbero invidia persino a Batman, il libro è il diario di bordo di un viaggio che ripercorre nel tempo le tappe più significative della storia dei polimeri sintetici.
Eleonora Polo è ricercatrice presso l’Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività (ISOF) del CNR di Bologna – U.O.S. di Ferrara; svolge attività di docenza presso il Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Ferrara. Si occupa da anni di divulgazione scientifica ed è responsabile editoriale del magazine dell’Associazione Italiana delle Macromolecole (AIM).
Da segnalare che uno dei Premi riservati ai giovani autori è stato assegnato a Irene Bueno per Le eresie medievali (Ediesse). La collana partecipa come sponsor partner al Carnevale della Fisica (qui i premi)
Chi erano davvero gli eretici? E per chi rappresentavano una reale minaccia? Tutte le fonti a disposizione degli storici sono inevitabilmente filtrate dal punto di vista dei loro persecutori. Del resto nessun eretico si è mai definito tale. Piuttosto si considerava l’interprete del più autentico messaggio cristiano. E allora “eretici” o “buoni cristiani”? Delimitare le frontiere dell’alterità religiosa significava per la Chiesa stabilire chi era incluso e chi era respinto; uno strumento potentissimo nelle mani del clero, applicabile ai più diversi contesti. Irene Bueno ripercorre i principali itinerari del dissenso religioso tra XI e XV secolo, volgendo lo sguardo ai loro protagonisti, alle idee e ai comportamenti che portarono i cosiddetti eretici a un’aperta rottura con la Chiesa di Roma. La repressione dell’alterità religiosa ha accompagnato molta parte della nostra storia.
Irene Bueno ha ottenuto il dottorato di ricerca in Storia presso l’Istituto universitario europeo di Firenze nel 2010. È stata borsista a Parigi, Berkeley (California) e Francoforte (Germania). Negli anni 2011-2012 è stata ricercatrice post- dottorale all’Università di Leida (Paesi Bassi), dove ha organizzato la conferenza internazionale “The Papacy and the East: Intellectual debates and cross-cultural interactions, 1274-1439”, i cui atti saranno pubblicati nel 2014. È attualmente Marie Curie Fellow presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. I suoi studi, pubblicati in volumi e riviste italiane e internazionali, riguardano le teorie e i metodi della repressione anti-ereticale e i rapporti tra il papato e l’Oriente, soprattutto con gli Armeni, nel Trecento. È attualmente in preparazione la sua monografiaDefinire l’eresia. Dibattiti teologici, pratiche giudiziarie e politica pontificia al tempo di Jacques Fournier / Benedetto XII ed un suo articolo sulla riflessione antiereticale nei commentari biblici trecenteschi sarà prossimamente pubblicato sulla rivista Speculum.
Per approfondire: PREMIO NAZIONALE DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA 2014
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