TROVATA PROTEINA CHE RENDE EFFICACE IL TRATTAMENTO CHEMIOTERAPICO NEL TUMORE AL RENE
Da ricercatori del CNR di Bari una speranza in più per provare a contenere i danni della malattia.
Reni via Shutterstock |
Tumore al rene e chemioterapia: per anni il binomio non ha funzionato.
Eppure i ricercatori dell'Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Itb-Cnr) di Bari, come cecchini all'opera, hanno centrato il bersaglio, identificando in un studio pubblicato sulla rivista scientifica "Oncotarget", una proteina che rende più efficace il trattamento chemioterapico in uno tra i tumori più insidiosi.
Eppure i ricercatori dell'Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Itb-Cnr) di Bari, come cecchini all'opera, hanno centrato il bersaglio, identificando in un studio pubblicato sulla rivista scientifica "Oncotarget", una proteina che rende più efficace il trattamento chemioterapico in uno tra i tumori più insidiosi.
Si stima infatti che ogni anno vengono diagnosticati in Europa circa 86.000 nuovi casi e in Italia 8.200 (5.600 uomini e 2.600 donne) di carcinoma renale, dall'epilogo non proprio smagliante, considerando che tale forma di tumore è nota per la subdola resistenza alla chemioterapia e alla radioterapia.
Dati che rendono ancor più significativo lo studio barese. «Abbiamo scoperto - spiega Apollonia Tullo, ricercatrice dell'Itb-Cnr e coordinatrice del lavoro- che nei carcinomi renali a cellule chiare (una tra le varianti dell'adenocarcinoma, il tumore al rene più frequente negli adult, ndr), i livelli cellulari della ‘proteina TRIM8 diminuiscono drasticamente e questa diminuzione sarebbe responsabile della mancata attivazione dell'oncosoppressore p53, gene che codifica la proteina principalmente coinvolta nell'esecuzione dell'arresto della proliferazione cellulare e dell'apoptosi o ‘morte cellulare programmata', indotta dai chemioterapici».
Così i ricercatori dell'istituto tecnologie biomediche del Cnr di Bari in collaborazione con i colleghi del dipartimento di biomembrane e bioenergetica del medesimo istituto, l'Università di Bari e di Foggia e il Centro di ricerca di cancerologia di Lione, hanno dimostrato che ripristinando i livelli cellulari di TRIM8, le cellule diventano sensibili all'azione dei chemioterapici e la proliferazione tumorale viene bloccata in modo significativo.
Uno step decisivo che da' la stura a promettenti prospettive terapeutiche sia per i pazienti affetti da carcinoma renale, che in generale per altri tumori che resistono all'azione dei chemioterapici.
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