Una sentenza della NTSB accosta i droni agli aerei in America, dando così alla FAA la possibilità di regolamentare il traffico dei velivoli di ultima generazione.
Grandi novità per il mondo dei
droni a livello internazionale, dal momento che una nuova sentenza in atto negli ultimi giorni in America, ha visto l’ente
NTSB (
National Transportation Safety Board) emettere un’affermazione che per la prima volta accosta i droni agli aerei dal punto di vista della regolamentazione legislativa. Nonostante a primo impatto possa trattarsi di una banale similitudine, la notizia sta scuotendo l'industria americana di questi strumenti innovativi, che continua ad espandersi notevolmente giorno dopo giorno.
La sentenza della NTSB può essere tradotta in aspre sanzioni ai danni di chiunque programmi un drone in un modo ritenuto negligente o imprudente dalla
Federal Aviation Administration, che prima d’ora non aveva voce in capitolo riguardo i droni, limitandosi soltanto a regolamentare il traffico aereo.
A riportare la notizia è la testata americana
CBS News, che tramite il corrispondente Jeff Pegues ha analizzato la sentenza che ha scatenato l’accostamento dei droni agli aerei. Tutto nasce da un incidente avvenuto nel 2011, che potrebbe costituire un precedente molto importante per i droni da qui in avanti.
Gli aerei hanno una nuova definizione
Designata a punire l’uso non sicuro dei droni dopo quanto definito dalla sentenza in oggetto, la FAA sta ora valutando come disciplinare l'uso commerciale di questi velivoli e dove andare a colpire. Nell’ambiente, si teme un drastico aumento della severità, che potrebbe così creare un ostacolo alla diffusione degli strumenti almeno in America.
I membri del Consiglio hanno letteralmente modificato la definizione di “aereo” a livello legislativo, stabilendo che da ora in poi si tratterà di un “qualsiasi dispositivo utilizzato per il volo in aria, con o senza equipaggio, di grandi o piccole dimensioni”. Oltre ai più classici aerei, dunque, anche le caratteristiche dei droni ricadono ora nella definizione.
Il caso che ha scatenato la sentenza sui droni
Il drone “incriminato”, nel 2011 è volato sopra l'Università della Virginia, sotto il comando di Raffaello Pirker che lo stava usando per scopi commerciali, con l’obiettivo di filmare quanto avveniva nel campus. La FAA aveva inizialmente denunciato Pirker per motivi legati alla privacy, chiedendo un’ammenda di 10 mila dollari ai danni del proprietario del drone ma perdendo la causa.
La FAA non si è però arresa al primo ostacolo, rivolgendosi alla NTSB per un ulteriore esame. Da qui, l’ultima sentenza che equipara i droni agli aerei, dando così alla Federal Aviation Administration stessa la possibilità di creare normative ad hoc.
L’incertezza tra i produttori di droni
Le grandi e piccole aziende americane che operano nel campo dei droni, sono ora in attesa di linee guida ben precise da parte della FAA, per procedere con ambiziosi progetti come la spedizione di oggetti e beni primari (anche alimentari) tramite questi velivoli.
Secondo alcune stime condotte da enti americani, qualora il settore dei droni dovesse continuare ad espandersi, si creerà a breve un mercato in grado di formare più di 70 mila posti di lavoro negli Stati Uniti, con un impatto economico totale di più di 13 miliardi di dollari. Dal punto di vista economico, dunque, non risulterebbero affatto convenienti mosse contrastanti.
Post a Comment