GRAVITÀ ZERO ALL'ORTO BOTANICO DI TORINO
Timo - Orto botanico di Torino |
Le salite sono faticosissime, ma le discese sono una grazia ricevuta. I momenti d'aria fresca ed ombra sono così rari che si trovano sulle code della Normale. Al Valentino l'erba non si distingue più tanto è ricoperta da gente che prende il sole pensando di essere al mare. "Qui non c'è il mare !!!" cantavano gli Statuto un po' di anni fa.
Tiglio - Orto botanico di Torino |
Cominciamo la visita dal Giardino, che è la parte (dell'orto botanico) collocata a sud. La prima sezione è costituita dall'Alpineto, il cui nome richiama l'idea di voler ricreare le Alpi in città. Venne allestito 50 anni fa con la terra delle Valli di Lanzo. La terra, appunto, qui è troppo calda, e allora le piante crescono di più rispetto alle loro gemelle montane: vogliono allontanarsi dal caldo. E' quello che vorrei fare anch'io, ma non c'è verso.
Gaia incentiva i bambini a soffermarsi sul timo, che è una pianta aromatica, utile non solo per digerire la carne già quando la si sta masticando, ma anche come antisettico nei saponi ad esempio.
Ginkgo Biloba - Orto botanico di Torino |
Ci soffermiamo sull'imponente tiglio, affettuosamente chiamato nonno perché ha 200 anni. Deve essere proprio come un nonno con i propri nipotini: non a caso ha le foglie a forma di cuore. Inoltre ha fiorellini gialli profumati e occorre attendere davvero poco per vederli: metà giugno. Quando finisce l'anno scolastico il tiglio va in fiore.
Non meno imponente è il ginkgo biloba, proveniente dalla Cina, con una caratteristica foglia a forma di ventaglio. Sul retro della foglia la nervatura è fatta di linee parallele.
Curiosamente esistono ginkgo maschi e ginkgo femmine. E le femmine sono piuttosto monelle: le loro puzzette odorano di cacca e vomito ed hanno la forma di semi caduti.
Gaia Monti illustra il Pino Radiata |
Molto particolare è invece l'albero dei tulipani, che proviene dal Canada. Nella foglia di questo albero si può disegnare un gatto. I bambini sono d'accordo: un gatto dentro quella foglia sta benissimo.
Gaia invita i bambini a raccogliere per terra qualche foglia di loro interesse. Anche mio figlio ne raccoglie una. Ma quella dell'albero dei tulipani è infestata da piccoli insetti bianchi: non è il caso di introdurla nello zainetto. Basterà una foto.
Rossano tiene in mano la foglia dell'albero dei tulipani |
Nella seconda parte della visita si fanno incontri ravvicinati con il profumo di limone del timo serpillo, con il rosmarino e la menta, ma anche con una pianta che ha tutta l'aria di essere un rosmarino, mentre invece è una menta cervina. Infine la liquirizia (quella che mangiate per sollevarvi dalla pressione bassa estiva è la radice della pianta, ovvero il tipico bastoncino grezzo, non quello nero lavorato). Dopo che un airone cinerino ci ha omaggiati della sua presenza, la visita termina davanti ad una pianta di papiro.
Ma oggi c'è un bonus: è possibile visitare le arnie all'interno del Boschetto, ovvero la parte più selvatica dell'orto botanico. Questa volta la nostra guida è Marco Cucco: ci conduce all'interno del Boschetto fino alle arnie, ovvero le casette delle api. Questo è il periodo di massima attività delle api, basta osservare la zona intorno alle arnie (prudentemente recintata) come pullula di api che volano apparentemente a caso, o meglio, disegnando distribuzioni probabilistiche sconosciute.
Arnie (il miele dell'orto botanico di Torino) |
In ogni arnia ci sono 50000-70000 api, un numero che sembra gigantesco. Di fronte al mio stupore Marco afferma: "si può arrivare anche a 100000 api". In ogni arnia c'è un'ape regina che non fa altro che deporre uova tutto il giorno. E sono uova già fecondate, perché è bastato un solo volo nuziale per produrre incessantemente figli per circa 4-5 anni (ovvero la vita media dell'ape regina).
Se non sei un'ape regina, quando nasci svolgi molte faccende domestiche, come pulire, fare la cera ecc., ma quando hai circa 20 giorni diventi un'ape bottinatrice, nel senso che te ne vai in giro a cercar fiori (di tiglio in questo momento). La tua vita - in questo periodo di massima attività - potrebbe durare anche solo 45 giorni e allora non pensi alla carriera, ai soldi, alle macchine: il tuo pensiero è soltanto la famiglia. Senza la famiglia non puoi sopravvivere. Vivi soltanto perché la specie si riproduca.
Trappola per vespe e calabroni |
La tua casa è protetta da bottiglie di birra, che servono per attirare (in trappola) vespe e calabroni, i quali - essendo onnivori - minacciano la tua esistenza. Grazie a te esiste il miele di ippocastano, quello di acacia, il miele di tiglio e quello di castagno e infine il miele di melata.
Stai bene in città, perché - rispetto alla campagna - è più calda (due o tre gradi di differenza), inoltre in città non ci sono i pesticidi che potrebbero avvelenarti.
Cara ape di città, si è fatto tardi, ci si vede in giro.
@walter_caputo
N.B.: Tutte le foto sono state scattate dall'autore di questo articolo.
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