QUESTA NOTTE O MAI PIÙ: FOTOGRAFA LA SONDA NASA CHE CI ABBANDONA PER GIOVE
ASI e INAF invitano astrofili e appassionati a tentare di osservarla, riprenderla e inviare le proprie immagini, che saranno poi pubblicate anche dalla NASA.
Il passaggio è stato programmato dagli ingegneri della Nasa con grande accuratezza.
L'effetto è quello detto della "fionda gravitazionale" (o gravity assist o swing-by) si tratta di sfruttare la gravità terrestre per ottenere un aumento di velocità. Impossibile altrimenti raggiungere il pianeta più grande del Sistema Solare.
La gravità solare ha modificato la traiettoria della sonda fino a incrociare di nuovo il suo percorso con la Terra: sarà però l'ultima volta che vedremo Juno nei nostri cieli
Il "gravity assist" (o fionda gravitazionale) è un metodo ormai collaudato da decenni per lanciare una sonda verso i pianeti del Sistema solare esterno, cioè oltre la fascia di asteroidi, ed è stato impiegato anche da altre famose sonde.
Cassini ad esempio la utilizzò per arrivare fino a Saturno. Lo stesso fecero le due sonde Voyager per arrivare ai confini del Sistema solare e Galileo in direzione di Giove.
La procedura implica tempi più lunghi per raggiungere l'obiettivo, ma i costi sono enormemente ridotti.
L'arrivo programmato nell'orbita del gigante gassoso è tra tre anni, la data è fissata per il 4 luglio. Juno gli girerà attorno 33 volte da polo a polo, per poi tuffarsi e precipitare dentro la sua atmosfera di idrogeno ed elio nell'ottobre 2017.
Maggiori informazioni sul sito ASI (Agenzia Spaziale Italiana)
Servizio di Marco Malaspina
Per informazioni sul concorso fotografico:
- Su Media INAF: http://goo.gl/i0JyfI
Questa notte o mai più: poco dopo le 21 ora italiana di mercoledì 9 ottobre 2013 la sonda spaziale Juno della Nasa destinata a Giove sorvola la Terra per l'ultima volta, arrivando ad appena 560 km di distanza dalla superficie dell'oceano Indiano, tra il Sudafrica e il Madagascar (quanto basta per osservarla ad occhio nudo). Poi schizzerà verso lo spazio interplanetario.
Obiettivo, il pianeta più grande del sistema solare, che raggiungerà nel luglio del 2016.Juno ha finora percorso quasi un miliardo di chilometri, vagabondando tra le orbite della Terra, Marte e la fascia di asteroidi.
Obiettivo, il pianeta più grande del sistema solare, che raggiungerà nel luglio del 2016.Juno ha finora percorso quasi un miliardo di chilometri, vagabondando tra le orbite della Terra, Marte e la fascia di asteroidi.
Il passaggio è stato programmato dagli ingegneri della Nasa con grande accuratezza.
L'effetto è quello detto della "fionda gravitazionale" (o gravity assist o swing-by) si tratta di sfruttare la gravità terrestre per ottenere un aumento di velocità. Impossibile altrimenti raggiungere il pianeta più grande del Sistema Solare.
La gravità solare ha modificato la traiettoria della sonda fino a incrociare di nuovo il suo percorso con la Terra: sarà però l'ultima volta che vedremo Juno nei nostri cieli
Il "gravity assist" (o fionda gravitazionale) è un metodo ormai collaudato da decenni per lanciare una sonda verso i pianeti del Sistema solare esterno, cioè oltre la fascia di asteroidi, ed è stato impiegato anche da altre famose sonde.
Cassini ad esempio la utilizzò per arrivare fino a Saturno. Lo stesso fecero le due sonde Voyager per arrivare ai confini del Sistema solare e Galileo in direzione di Giove.
La procedura implica tempi più lunghi per raggiungere l'obiettivo, ma i costi sono enormemente ridotti.
L'arrivo programmato nell'orbita del gigante gassoso è tra tre anni, la data è fissata per il 4 luglio. Juno gli girerà attorno 33 volte da polo a polo, per poi tuffarsi e precipitare dentro la sua atmosfera di idrogeno ed elio nell'ottobre 2017.
Maggiori informazioni sul sito ASI (Agenzia Spaziale Italiana)
Servizio di Marco Malaspina
Per informazioni sul concorso fotografico:
- Su Media INAF: http://goo.gl/i0JyfI
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