NUOVE PROSPETTIVE FEMMINILI PROPOSTE DA ILARIA CAPUA
E’ mia opinione che certi
argomenti non vadano trattati soltanto
l' 8 marzo ma ricordati in tutte le stagioni, anche in quelle più
infuocate, come questo inizio agosto 2013. Indubbiamente è dello stesso parere
anche la ricercatrice affermata Ilaria Capua che in una indimenticabile
intervista condotta da Fabio Carniello al Salone degli Incanti di Trieste,
durante la manifestazione TRAME, ha rivelato un suo pensiero che porterà una
sottile brezza fresca a tutte le donne e non solo alle ricercatrici
scientifiche.
Sapendo che forse non tutti
l'avrebbero compresa queste sono state le sue riflessioni.
“Le ragazze si laureano prima, meglio e sono nel mondo
biomedico l’80% dei laureati. Sono un potenziale per un paese. Non sfruttare
questo potenziale equivale a penalizzare questo paese. Si mandano le ragazze
all’università investendo nel loro futuro ma poi?
Per spiegarmi meglio uso sempre una metafora
efficacissima. E’ quella dei boccioli di rose di un bel mazzo di fiori. Lli
porti a casa, li metti in acqua ed il giorno dopo i boccioli di rose sono a capo chino. Sono rose che non si
aprono. In Italia il potenziale femminile non riesce ad esprimersi soprattutto
nel nostro paese per tanti motivi. Sono poche le infrastrutture a sostegno
dell’impiego femminile, pochi asili, ma anche c’è un retaggio culturale molto
forte in cui le famiglie fanno studiare le figlie, che poi si sposano, fanno 2 pupi e vanno a stare
in un raggio di 50 km dai genitori.
Questo condiziona moltissimo la voglia di volare delle ragazze. Alla fine le ragazze non osano far una carriera gratificante. Mettersi in gioco dopo la maternità è difficile. Dirò qualcosa di sconveniente, ma in Italia le gravidanze durano quanto quelle di una balena, ti portano via dal lavoro per 1 anno e mezzo. Ci si approfitta troppo della tutela della maternità. In altre parti del mondo la maternità dura 4/5 mesi. E’ uno stato fisiologico, non è una malattia. Non puoi dare per un anno e mezzo le pappine al bimbo spegnendo il cervello.
Metti che arrivi anche il secondo pupo, passano 5 anni e dopo 5 anni nel mondo scientifico sei fuori, non sai neanche usare le tecnologie scientifiche che nel frattempo sono cambiate.
Dico a tutte le ragazze: NON SPEGNETE IL CERVELLO MA CONTINUATE AD ESSERE ATTIVE.
Questo condiziona moltissimo la voglia di volare delle ragazze. Alla fine le ragazze non osano far una carriera gratificante. Mettersi in gioco dopo la maternità è difficile. Dirò qualcosa di sconveniente, ma in Italia le gravidanze durano quanto quelle di una balena, ti portano via dal lavoro per 1 anno e mezzo. Ci si approfitta troppo della tutela della maternità. In altre parti del mondo la maternità dura 4/5 mesi. E’ uno stato fisiologico, non è una malattia. Non puoi dare per un anno e mezzo le pappine al bimbo spegnendo il cervello.
Metti che arrivi anche il secondo pupo, passano 5 anni e dopo 5 anni nel mondo scientifico sei fuori, non sai neanche usare le tecnologie scientifiche che nel frattempo sono cambiate.
Dico a tutte le ragazze: NON SPEGNETE IL CERVELLO MA CONTINUATE AD ESSERE ATTIVE.
Dobbiamo prenderci lo spazio per ritemprare l’energia. Ad esempio io ero in Giappone quando mia figlia aveva 4 mesi. Dovevo fare dei seminari e con grande apprensione ci sono andata. Certo non vedevo l’ora di tornare a casa. Ma la gioia di ritornare a casa ti ripaga di tutto. Non si deve stare sempre appiccicati, ci deve essere anche un po’ di aria…Ill mio grido nei confronti delle ragazze di oggi è OSATE IMMAGINARE DI VINCERE IL PREMIO NOBEL.”
Questo raro esempio di ricercatrice scientifica
di fama mondiale, donna affascinante e mamma ci propone un nuovo punto di vista
che non passerà inosservato. Il suo pensiero si discosta da quello che ci viene
proposto da un’educazione femminile classica così ben radicata nel nostro
paese, in cui le donne sono brave se si occupano soltanto della cura dei figli
e della famiglia. Questo è uno stereotipo sociale che viene ancora fortemente
inculcato nelle nostre menti fin da piccole.
La nostra passione, le nostre aspirazioni, le nostre vocazioni devono
prendere coscienza senza essere ostacoli per una eventuale carriera. Prendiamo
consapevolezza di noi stesse. Non tutte arriveremo ad un premio
Nobel come Rita Levi Montalcini, ma operiamo conscie delle nostre molteplici
capacità per quanto possiamo, perché è dal singolo individuo che si può
cambiare la società.
Proponiamoci di lasciare una nostra impronta di genere,
ognuna nel proprio ambito di competenza.
Su Ilaria Capua Gravità Zero ha già pubblicato:
- ILARIA CAPUA: SPERIMENTAZIONE ANIMALE NECESSARIA PER LA RICERCA TUTELANDO IL BENESSERE DEGLI ANIMALI
- COSA SIGNIFICA ESSERE COMPETITIVI PER ILARIA CAPUA, VIROLOGA DI FAMA INTERNAZIONALE?
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