SCOPERTO IL PIANETA EXTRASOLARE PIÙ VICINO ALLA TERRA
Immagine artistica di un pianeta extrasolare in un sistema stellare triplo: NASA/JPL-Caltech |
Il commento alla scoperta di Raffaele Gratton, astronomo presso l’Osservatorio Astronomico di Padova dell’INAF.
“La scoperta di un pianeta attorno ad alpha Cen B è particolarmente interessante
per diversi motivi.
1. Si tratta di un pianeta estremamente piccolo, con una massa minima solo 1.1 volte
la massa terrestre. Questo studio dimostra che già con la strumentazione attuale,
osservazioni molto intensive possono portare alla scoperta di pianeti simili alla Terra,
almeno in condizioni molto favorevoli. Scoperte del genere possono essere fatte usando
HARPS-N, il nuovo misuratore di velocità radiali di grande precisione che è appena
entrato in funzione sul Telescopio Nazionale Galileo e che è un gemello dello strumento
usato per questa scoperta.
2. Alpha Cen è un sistema binario (1) con un periodo di circa 80 anni
ed una separazione tra le componenti di circa 20 unità astronomiche (circa come l'orbita di Urano), con un'orbita piuttosto eccentrica: questo vuol che la distanza minima tra le due stelle è piccola (simile a quella tra il Sole e Giove). Questo ambiente non pareva a priori favorevole
alla presenza di pianeti, eppure un pianeta pare esserci, seppure piccolo e molto prossimo
ad una delle due stelle. Questo porta a rivedere lo scetticismo che c'era sulla presenza di
pianeti in sistemi binari di questo tipo.
3. Alpha Cen è il sistema stellare più vicino al Sole, a solo 1.3 pc, cioè'circa 4 anni
luce. Benché il pianeta scoperto non sia adatto ad ospitare vita (e' troppo vicino alla
stella; la temperatura alla sua superficie dovrebbe essere prossima a 2000 gradi centigradi),
spesso i pianeti piccoli sono in sistemi con parecchi pianeti. Potrebbe essere quindi
possibile che vi sia un pianeta adatto ad ospitare la vita in questo sistema. Data la
distanza estremamente ridotta, è possibile cercare un pianeta del genere usando immagini
dirette: certamente questo è alla portata di E-ELT (2) - che avrà la sensibilità per
vedere il pianeta appena scoperto quando entrera' in funzione, fra circa
10 anni - ma forse sara' possibile scoprire altri pianeti nel sistema, se ve ne sono,
usando SPHERE, il cercatore di pianeti che stiamo realizzando insieme a ricercatori
di molte nazioni europee per il VLT (3) e che sarà pronto il prossimo anno. SPHERE permette
non solo di visualizzare un pianeta, ma di ottenerne lo spettro e quindi avere informazioni
sulla composizione della sua atmosfera”.
Note
(1) In realtà c'è una terza componente, Proxima, piccola e molto lontana dalle due
componenti maggiori del sistema)
(2) E-ELT è il telescopio da 39 m che l'ESO pianifica di costruire entro il 2020.
(3) VLT è un insieme di 4 telescopi da 8 m dell'ESO in operazione dal 1998 a Cerro Paranal,
Cile.
Il commento di Francesco Pepe dell’Osservatorio di Ginevra, Principal Investigator di HARPS-N, lo spettrografo installato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) dell’INAF. Francesco Pepe è tra gli autori dell’articolo “An Earth mass planet orbiting Alpha Centauri B” pubblicato oggi sulla rivista “Nature” che descrive la scoperta del pianeta extrasolare, realizzata con lo strumento HARPS-S installato al telescopio da 3,6 metri all’Osservatorio ESO di La Silla sulle Ande Cilene.
“Quattro anni fa abbiamo iniziato un programma d'osservazione, durante il quale abbiamo osservato (e continuiamo ad osservare) 10 stelle calme e del nostro vicinato, che non mostravano alcuna presenza di pianeti giganti. La speranza era di trovare dei pianeti di piccola massa, possibilmente nella zona abitabile della stella. Questo programma ha portato i suoi frutti, producendo la scoperta di 7 pianeti intorno a quattro stelle. Alpha Cen B è una di queste stelle. E' una scoperta che ci fa' sognare, perché si tratta di un pianeta di massa terrestre che orbita la stella più vicina a noi; dopo il sole, s'intende.
Il risultato è il frutto di un'intensa e lunga campagna d'osservazioni con uno degli strumenti più precisi al mondo, di una strategia d'osservazione ottimizzata, e di una minuziosa analisi dei dati. Soltanto dopo aver rimosso tutti gli effetti causati dalla stella si riesce a far apparire il segnale del pianeta in modo chiaro. Alpha Cen B è fra le stelle più vicine a noi. E' simile al nostro Sole e molto luminosa. Grazie alla sua vicinanza, e perciò intensità, diventa un candidato ideale per ulteriori analisi con strumenti e tecniche diverse.
Continueremo a studiare alpha Cen B perché sappiamo ormai che i piccoli pianeti si trovano quasi sempre in sistemi multipli. In agosto 2012, dopo l'istallazione di HARPS-N al telescopio Nazionale Galileo dell’INAF, che opera alle Isole Canarie, abbiamo iniziato un programma simile a quello di HARPS-S, che invece osserva l’emisfero sud del cielo dall’osservatorio di La-Silla in Cile. Speriamo di ottenere presto risultati simili o ancora più eccitanti. Ma ci vorrà un poco di pazienza, perché dei risultati di questo tipo richiedono uno sforzo in tempo e lavoro considerevole”.
Marco Galliani
Ufficio Relazioni con il Pubblico e la Stampa
INAF - Istituto Nazionale di AstroFisica
Viale del Parco Mellini, 84
00136 Roma
galliani@inaf.it
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