ESO E ITALIA: TRENT'ANNI DI SUCCESSI
50 anni fa, il 5 ottobre del 1962, veniva ratificato l’accordo tra cinque nazioni europee che apriva di fatto l’avventura scientifica e tecnologica dell’European Southern Observatory, ESO, un consorzio per fornire agli astronomi del Vecchio continente strumenti avanzati nello studio dell’universo, da collocare nell’emisfero australe. Negli anni l'ESO, con la gestione di tre siti osservativi in Cile, unici al mondo - La Silla, Paranal e Chajnantor - è divenuto un leader nella comunità della ricerca astronomica internazionale. E il 2012 è una data altrettanto importante per l’Italia, che segna il trentennale dell’adesione del nostro Paese all’ESO. Trent’anni di successi nella ricerca astrofisica di frontiera e nuove sfide aperte, sempre più ambiziose, da affrontare nei prossimi decenni.
“L'astronomia italiana è una delle eccellenze mondiali” dice Giovanni Bignami, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
“Da trent'anni, da quando cioè l'Italia ha aderito all'organizzazione europea, il nostro Paese è stato tra i principali sostenitori dell'astronomia europea. L'INAF ha ora anche il compito di aumentare il proprio ruolo all'interno dell'ESO non solo dal punto di vista scientifico, cosa che fa già da tempo, ma anche dal punto di vista del ritorno industriale delle nostre aziende, spesso piccole e medie, ma la cui capacità di realizzare le idee degli astrofisici e degli ingegneri che fanno ricerca in questo avanzato settore non è seconda a nessuno".
Realizzato all'INAF di Napoli, VST è il più grande telescopio al mondo per Survey in banda ottica Crediti: Roberto Ragazzoni (INAF) |
Sulla piana di Chajnantor invece, nel nord del Cile, l’osservatorio internazionale ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) gestito dall’ESO sta per essere completato, ma ha già regalato agli scienziati osservazioni nella banda radio di alcuni oggetti celesti con un eccezionale livello di dettaglio. Attualmente la schiera di antenne è composta da una parte di quelle previste nella configurazione completa della struttura, che prevede 66 antenne paraboliche del diametro di 7 e 12 metri. Questi ricevitori saranno collegati tra loro come un unico, grande radiotelescopio per poter osservare contemporaneamente la stessa porzione di cielo nella banda di radiazione millimetrica e sub millimetrica, che ha una lunghezza d’onda circa 1000 volte maggiore di quella della luce visibile. Anche per ALMA l’Italia gioca un ruolo di primo piano, sia a livello scientifico che tecnologico. Ha infatti sede presso l’Istituto di Radioastronomia dell’INAF uno dei 7 ALMA Regional Center (ARCs) della rete europea. Il centro italiano ARC ha come obiettivo quello di supportare gli astronomi nella presentazione delle domande di tempo osservativo al radiotelescopio e per l’elaborazione dell’enorme mole di dati prodotti dalle campagne osservative di ALMA.
NGC 253, la galassia dello Scultore Articolo collegato: La galassia dello Scultore ritratta dal VST Crediti: ESO/INAF-VST/OmegaCAM |
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