IL MIRACOLO SCIPPATO: PERCHE' SIAMO IL FANALINO DI CODA TRA I PAESI PIU' SVILUPPATI?
Agli inizi degli anni sessanta, l’Italia vantava alcuni poli di eccellenza scientifico-tecnologici in quattro settori strategici: informatico, petrolifero, nucleare, medico. Che il resto del mondo ci invidiava. Oggi, in pieno terzo millennio, il nostro paese è il fanalino di coda tra i paesi più sviluppati proprio per scarsità d’innovazione e ricerca. Perché?
Perché l’Italia che, negli anni del boom economico, aveva le potenzialità di diventare un paese moderno e avanzato, ha rinunciato all’occasione di affermarsi quale importante realtà industriale e tecnologica nello scenario della nuova Europa? Perché non è stato valorizzato quel modello di sviluppo economico e sociale basato sulla ricerca scientifica?
Mercoledì 29 giugno alle 17.30 l’autore Marco Pivato illustra le quattro occasioni sprecate dalla scienza italiana negli anni Sessanta. L'appuntamento è presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi avanzati di Trieste (SISSA), che ospita la presentazione del libro "Il miracolo scippato". Le quattro occasioni sprecate dalla scienza italiana negli anni Sessanta (Donzelli, 2011).
L’autore, Marco Pivato, di formazione chimico farmaceutico, è giornalista scientifico. Il miracolo scippato ripercorre ed esamina le cause che hanno fatto perdere al paese il treno dell'innovazione.
“Oggi il Made in Italy è lo charme delle passerelle, il pregio dei nostri vini, il turismo e il fascino del cuore del mondo antico – commenta Marco Pivato -. Ma la storia sarebbe potuta andare diversamente, se le forze politiche avessero creduto e valorizzato quell’originale virtuosismo italiano che aveva le sue radici nella scienza”.
E in uno stile narrativo ricostruisce la storia di quattro casi emblematici del modello di sviluppo italiano tra gli anni ‘50 e ‘60. Le storie di Adriano Olivetti - i cui ingegneri inventarono il primo computer a transistor commerciale della storia - , di Enrico Mattei - che tentò di rendere energeticamente indipendente l'Italia - , di Felice Ippolito - che fece del nostro paese il terzo produttore al mondo di energia nucleare dietro solo a Usa e Gran Bretagna - e di Domenico Marotta - il direttore dell'Istituto superiore di Sanità che ebbe la capacità di creare le condizioni contrarie a ciò che oggi chiamiamo "fuga dei cervelli", preparando e attraendo dall’estero premi Nobel, come Daniel Bovet e Ernst Chain.
Nel saggio, sono raccolte le testimonianze dei protagonisti viventi dell’epoca e di autorevoli commentatori contemporanei: da Sergio Zavoli a Rita Levi Montalcini, gli storici Ernesto Galli della Loggia, Guido Crainz e Paul Ginsborg, l'ex cancelliere tedesco Gerard Schröder, il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche Luciano Maiani, Umberto Veronesi, Luigi Luca Cavalli Sforza, Craig Venter e tanti altri per riflettere su come rilanciare l'innovazione nel nostro Paese.
Del resto, c’è unanimità nel riconoscere la stretta correlazione tra innovazione e creazione di ricchezza, e lo stesso presidente degli Stati Uniti, Barack Obama nel suo secondo discorso davanti al Congresso sullo Stato dell'Unione, all’inizio del 2011, ha parlato di momento Sputnik della nostra generazione. “Secondo il presidente americano, per affrontare le sfide del futuro – ribadisce il giornalista - gli Usa dovranno puntare su istruzione e innovazione proprio come fecero durante la guerra fredda, quando il cosmo fu teatro di una corsa al primato tra i due blocchi: la vittoria della scommessa di conquistare la Luna restituì il sogno americano a una nazione che si era addormentata. Oggi la sfida si ripresenta. E l’Italia non può tirarsi indietro”.
La presentazione del libro si terrà in aula 005 in via Bonomea 265, alla Sissa.
Qui il blog dedicato al libro: ci sono le prime pagine del saggio e tutte le recensioni sui maggiori quotidiani nazionali e le interviste radio:
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