4 commenti
- Gabriele ha detto...
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Io oserei dire che è anche colpa dei genitori.
- 27 novembre 2010 alle ore 20:48
- Alice Della Puppa ha detto...
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Una riflessione sulle prove INVALSI.
1) spessissimo le domande sono formulate in maniera ambigua
2)hanno una struttura (quella della risposta multipla) a cui la maggior parte degli studenti non è abituata e che richiedono una struttura logica mentale diversa
una riflessione particoalre circa le PROVE INVALSI somministrate alla scuola primaria (perchè le prove invalsi si fanno anche in seconda e quinta elementare):
1) valgono i concetti già espressi.
2) i bambini di seconda elementare non possono essere tutti allo stesso livello e standardizzati, soprattutto a quest'età i bambini hanno velocità diverse nell'aprendimento e quindi non è detto che la classe abbia potuto completare il programma previsto, a meno che l'insegnante per non fare "brutta figura" corra con il programma, lasciando indietro i più "deboli" (che così odieranno ancora di più la matematica) e creando delle lacune non da poco nell'apprendimento. Provate a confrontare il programma svolto in primavera da più classi seconda di diverse scuole, vedrete che molto spesso non coincidono. Questo perchè, molti insegnanti adattano i programmi ai ritmi della classe, sapendo che cmq a fine quinquennio i ragazzi avranno imparato tutto.
3) Le prove non tengono conto delle difficoltà di comprensione che possono avere gli alunni stranieri, almeno nella scuola primaria
3) ma non avevano tolto gli esami di seconda e di quinta?
Un sistema di monitoraggio della conoscenza deve esserci, ma non peno che questo sia il modo più adatto, alemno per la scuola primaria.
4) se deve essere un monitoraggio dell'apprendimento, allora perchè solo matematica e italiano? E storia, scienze, geografia, lingue straniere, educazione cvica, cultura generale, valgono forse di meno?
Un'ultima riflessione propro riguardo alla matematica, siamo tutti preoccupati perchè non riusciamo bene in matematica, perchè i nostri ragazzi non la sanno e lo diciamo ovunque televisione, radio, web,... abbiamo mai pensato che forse abbiamo generato un'ansia da prestazione in matematica, creando angoscia e una certa resistenza mentale e culturale all'apprendimento della matematica? - 28 novembre 2010 alle ore 10:09
- Luigina Pugno ha detto...
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Io non trovo che ci sia una generale preoccupazione perché gli italiani non van bene in matmatica, anzi, dire che il non andare bene in matematica genera empatia e solidarietà ("come ti capisco, anch'io...").
- 28 novembre 2010 alle ore 19:06
- Luigina Pugno ha detto...
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Se non ci tengo ad andare bene in una cosa e il giudizio sociale non è negativo, allora va da sè che non ci sia ansia.
- 28 novembre 2010 alle ore 19:07
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