Quello che dovete fare è visionare il video seguente che parla della vita delle api: ci sono almeno due errori nel video. Vediamo chi li trova! Scrivetelo a redazione@gravita-zero.org
Ringraziamo Renzo Barbattini ed Emanuela Zerbinatti, che ci hanno suggerito il video e invitano i lettori a trovare gli errori scientifici contenuti.
UN AIUTO PER TUTTI: il primo errore (clamoroso) si cela nei primi 30" del video
ECCO GLI ERRORI DEL VIDEO
L'insetto nei primi fotogrammi, su un fiore di composita, non è un'ape ma un dittero sirfide. Nell'immaginario popolare sembra che l'ape sia presente più che altro come un oggetto volante, con ali trasparenti e addome anellato di giallo e nero. Ce lo fanno pensare certe opere pittoriche di artisti contemporanei nelle quali, forse per ragioni di libertà espressiva, figurano come api certi insetti che api non sono. Ce ne danno conferma soprattutto la stampa quotidiana e periodica, la pubblicità e la televisione, in cui troppo spesso sono presentati erroneamente come api alcuni insetti che alle api somigliano soltanto, in primis i Ditteri Sirfidi.
Accade spesso che i Sirfidi, la maggior parte dei quali ha livrea variegata di giallo-arancio e di bruno-nero (si vedano ad esempio la Volucella zonaria (Poda) i e la Myathropa florea (Linnaeus) , vengano confusi con alcuni Imenotteri come api e vespe. In effetti molte specie di Sirfidi, di per se indifese, sono caratterizzate da un forte mimetismo di forme e colori con tali Imenotteri che sono invece dotati di un efficacissimo organo di difesa, il ben noto aculeo o pungiglione: questi Ditteri, imitando api e vespe che sono in grado di pungere dolorosamente, possono sfuggire anch'essi a predatori quali ad esempio gli uccelli insettivori che hanno imparato ad evitare tutti gli insetti con quelle livree.
Rispetto al video si potrebbero anche fare considerazioni sull'uso del miele in medicina è vero che si sta rivelando molto valido per la guaurigione delle ferite e delle ustioni tanto che sono in fase di sperimentazione clinica bendaggi e cerotti medicati con derivati del miele ma che sia una panacea è discutibile.
Alessandro Meoli, studente al secondo anno di Ingegneria, vince questa settimana il gioco rispondendo correttamente alle domande. Qui la risposta!
Come possono nascere notizie come queste? E' l'obiettivo che ci prefiggiamo di trovare con voi lettori dandovi la possibilità di partecipare al gioco di questa settimana.
Avete avuto una settimana di tempo (fino a lunedì 2 agosto) per diventare "investigatori" e rivelare quello che LA STAMPA chiama "mistero" inviandoci la soluzione a redazione@gravita-zero.org
ATTENZIONE: non ci interessanoe url di siti web dove questa notizia è già stata chiarita. Con Google sappiamo benissimo da soli che è facile trovare le smentite. A voi abbiamo chiesto [1] di spiegare quali sono gli indizi per cui si intuisce (leggendo unicamente la notizia) che è in "odore di bufala", cioè cosa dovrebbe fare scattare il campanello di allarme nel lettore attento.
E [2] di riscrivere l'articolo secondo una forma corretta che non induca il lettore a equivoci oppure (importante) [3] di spiegare ai lettori quali sono le regole base che un buon giornalista , cronista, blogger dovrebbe tenere a mente prima di iniziare a scrivere un pezzo.
Scopo del gioco è infatti anche quello di spiegare come nascono le false notizie giornalistiche e quali sono le "armi" in mano ai lettori per potersi difendere dalle leggende metropolitane spesso propagate dai quotidiani.
A chi ci ha dato la spiegazione più chiara, divertente, elegante abbiamo regalato questa settimana il libro di Piero Angela "Viaggio nella scienza. Dal Big Bang alle biotecnologie".
La bufala di questa settimana si annida in un pezzo di letteratura sul Corriere della Sera del 27 aprile 2005 (e reperibile qui sul sito del Corriere).
Si tratta dell'incipit di uno dei romanzi del grande scrittore Claudio Magris (già candidato al Nobel per la Letteratura). Il romanzo è "Alla cieca".
Il passo incriminato (scorretto dal punto di vista scientifico) è il seguente.
"E la vita, tante vite, non si può tenerle insieme (...) Non so bene cosa voglia dire contraddizione, ma certo si cade, questo è indubbio. E si sparisce, trucioli risucchiati da vortici d'acqua nello scolatoio - qui nell' emisfero australe l' acqua della vasca da bagno gira intorno al buco in senso antiorario, da noi lassù invece all' inverso, in senso orario. È una legge fisica, ho letto, le chiamano le forze di Coriolis - mirabili simmetrie della Natura, quadriglia in cui una coppia avanza mentre l' altra indietreggia, entrambe s'inchinano quando è il loro turno e il ballo non perde il ritmo".
Certo, non sappiamo se l'errore di Magris sia voluto per "licenza poetica". Sta di fatto che così come viene raccontato si configura come bufala.
A proposito. In quale altro grande romanzo un altro grande scrittore e semiologo, Umberto Eco, trattò il fenomeno della forza di Coriolis?
Il gioco consiste nel trovare gli errori scientifici (in gergo bufale) nella stampa tradizionale, segnalarceli e/o fornirci una spiegazione corretta, divulgativa e/o elegante.
L'obiettivo del gioco è cercare di imparare ad assumere quell'atteggiamente critico che ognuno di noi dovrebbe usare quando legge la stampa generalista (quotidiani e riviste), in modo da adottare tutti gli strumenti che abbiamo per poterci difendere da notizie non corrette.
COSA SI VINCE?
Questa settimana in omaggio a chi ha fornito la risposta ritenuta più precisa, stimolante, divulgativa e divertente:
Il libro "Le meraviglie della matematica", di Albrecht Beutelspacher.
Il Corriere della Sera il 4 gennaio di quest'anno pubblica un servizio sulla "Luna Blu", un fenomeno che - secondo il giornale - accade una volta ogni 19 anni in media.
Sempre secondo il Corriere è il raro fenomeno astronomico della Luna blu, visibile nella foto scattata all'inizio dell'anno dal cimitero della St John's Church di Dambury in gran Bretagna.
Abbiamo iniziato il gioco con il seguente articolo, pubblicato su IL GIORNALE DEL FRIULI (l'articolo originale è qui) ma consigliamo di ingrandire l'immagine qui sotto cliccandoci sopra.
COME SI GIOCA
Quando pubblichiamo una bufala avete una settimana di tempo per inviarci quali secondo voi sono gli errori nell'articolo, e mandarci la vostra versione riveduta e corretta.
IL LIBRO IN OMAGGIO AI VINCITORI DELLA PRIMA SETTIMANA
l'omaggio verrà assegnato a insindacabile giudizio della redazione, tra tutti coloro che ci invieranno la spiegazione dell'errore e/o una versione corretta dell'articolo. Verranno prese in considerazione le versioni più originali e divulgative.
Potete lasciare un commento in fondo al presente post, oppure inviarci una email a redazione@gravita-zero.org
Potete anche suggerirci nuovi errori trovati su articoli di stampa e contemporaneamente inviarci la vostra versione riveduta e corretta, e concorrere così alle prossime edizioni del premio.
IN COLLABORAZIONE CON
.
3 commenti
Anonimo
ha detto...
Bè che dire....c'è l'imbarazzo della scelta. Non so da dove cominciare, perché l'articolo è un vero e proprio concentrato di inesattezze (per usare un eufemismo...).
Cominciamo:
"Crolla una certezza scientifica: la gravità non è uguale in tutti gli angoli della Terra".
L'unica cosa che crolla, è la speranza di avere una informazione scientifica corretta e dei giornalisti responsabili. Che la gravità non è uguale in tutti i punti della superficie terrestre è noto praticamente dal giorno in cui un tale di nome Isaac Newton (chi era costui...?) scrisse su un libro la legge della gravitazione universale (correva l'anno 1687). Da questa si deduce immediatamente che la gravità in un dato punto della superficie terrestre è data dalla somma dei contributi dovuti ad ogni singolo "pezzetto" del pianeta (e fu lo stesso Newton, nella sezione 12 del primo libro dei Principia, ad usare questo metodo dei "pezzetti"). Non bisogna essere Newton, a questo punto, per capire che tale somma non può essere uguale in ogni punto dal momento che la terra non è omogenea e quindi, ad esempio, la terra "vista" da Roma non è uguale alla terra "vista" da Pechino.
"E c’è di più: ha dimostrato che la forma della Terra non è sferica, bensì ricorda una zucca allungata."
Aggiungerei io: "...come la testa del giornalista che ha scritto questo articolo". Che la forma della Terra non è perfettamente sferica, probabilmente lo sapevano anche gli Australopitechi africani (se magari qualcuno gli avesse spiegato il concetto di sfera...). Basta affacciarsi dalla finestra e guardare le strade e le colline sullo sfondo per capire che la superficie terrestre non è proprio una palla da biliardo. E' sufficiente questo per dire che la forma non è sferica, non occorre scoprire che la forma è quella di una specie di ellissoide. Anche volendo considerare quest'ultima scoperta, fu sempre Newton a dedurre dalla sua legge questa forma per la terra, per via del fatto che più ci si avvicina all'equatore, più la forza centrifuga che contrasta la forza di gravità è maggiore e quindi la materia terrestre tende ad allontanarsi dall'asse di rotazione. Tale ipotesi fu confermata dalle misure dell'accelerazione di gravità eseguite da due spedizioni nel 1735 in Scandinavia e in Perù.
"«Questo risultato è molto prezioso – rivela il professor Reiner Rummel [...] – perché finalmente abbiamo una descrizione precisa di grandi aeree del nostro pianeta [...]. Di queste zone si possedevano in alcuni casi povere descrizioni»".
Se il prof. Reiner leggesse questo articolo, probabilmente farebbe causa al giornale. Per come è scritto l'articolo, pare che il "risultato" sia l'avere scoperto la non sfericità della Terra e la non costanza della forza di gravità, e che tale risultato abbia dato un contributo alla "conoscenza" di alcune zone del nostro pianeta. Il tipo di conoscenza che salta in mente al lettore non esperto, credo sia qualcosa del tipo "topologica" o "orografica" o "geografica", visto che di "mappa gravitazionale" si parla solo nella prima riga dell'articolo e poi ce se ne dimentica.
"sta fornendo dati importantissimi su: la circolazione delle correnti oceaniche, le variazioni dei mari e la dinamica dei ghiacciai".
In realtà, il satellite fornisce solo dati gravitazionali. In particolare, a partire da tali dati, è possibile ricavare un modello abbastanza preciso del "geoide", ossia della forma e dei livelli medi degli oceani determinate unicamente dagli effetti gravitazionali terrestri, in assenza cioè, degli effetti delle maree e delle correnti. Tale geoide, è utile come punto di riferimento per misurare, appunto, gli effetti delle correnti, il cambiamento dei livelli degli oceani e la dinamica dei ghiacci, che sono fenomeni influenzati dal riscaldamento terrestre globale.
Per quanto riguarda la versione "riveduta e corretta", io farei:
Titolo: Aggiornata la "mappa gravitazionale" della Terra
Un satellite sta fornendo misure molto accurate della forza di gravità sui vari punti della superficie terrestre.
La notizia arriva dall’agenzia spaziale europea Esa, che ha concepito la più precisa mappa gravitazionale della Terra di tutti i tempi. La sua presentazione è avvenuta al congresso a tema in Norvegia, e organizzato nell’ambito del programma Living Planet dell’Esa.
Il satellite che ha eseguito le misure, si chiama Goce e può contare su un ipertecnologico motore ionico che, con piccoli ma costanti impulsi, neutralizza la resistenza all’avanzamento (dovuta dall'atmosfera residua presente alla quota di volo) e garantisce la permanenza nella corretta orbita.
«Questo risultato è molto prezioso – rivela il professor Reiner Rummel dell’Università di Monaco di Baviera che coordina gli scienziati impegnati nella ricognizione – perché finalmente abbiamo una descrizione precisa della forza di gravità in grandi aeree del nostro pianeta riguardanti il Sudamerica, l’Africa, Himalaya, il Sud Est dell’Asia e l’Antartide. Di queste zone si possedevano in alcuni casi dati molto scarsi».
Alcuni dettagli sul Goce
La costruzione del satellite s’è concretizzata in Italia, nelle camere bianche di Thales Alenia Space di Torino. E’ in orbita dal 2009 e sta fornendo dati molto utili per determinare gli effetti della circolazione delle correnti oceaniche, delle maree e della dinamica dei ghiacciai sui livelli degli oceani. Il tutto riveste un ruolo essenziale per lo studio dei cambiamenti climatici in atto
La seconda luna piena del mese in america è soprannominata "Blue moon". E'un fenomeno assai poco frequente, poichè tra due successive lune piene intercorrono 29 giorni e mezzo. Si tratta di un'espressione idiomatica che nulla ha a che vedere con il colore della luna. Purtroppo assistiamo molto frequentemente a strafalcioni generati da ignobili e frettolose traduzioni dall'inglese. Quella che mi irrita di più è la diffusissima "evidenze" al posto di "prove" scientifiche.
Post a Comment