"La prova che siamo stati sulla Luna sono la presenza di specchi retroriflettori lasciati sulla superficie con cui è possibile misurare la distanza Terra-Luna con un laser." FALSO!
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Prima o poi ci cascano tutti: divulgatori scientifici, professori di astrofisica, esperti di astronautica.
No, lo specchio lasciato sulla Luna non è una prova dell'allunaggio umano.
Ma allora sulla Luna ci siamo andati? Certo che si, e addirittura sei volte con sei equipaggi diversi e 12 sono gli uomini che dal 1969 al 1972 hanno camminato sul suolo lunare .
Dove sta l'errore? Nella prova che viene sempre evocata dai divulgatori. Quella di uno specchio fuori dall'ordinario lasciato 40 anni fa sul suolo lunare non ha nulla che provi che umani siano stati sulla Luna.
LO SPECCHIO LASCIATO SULLA LUNA NON È UNA PROVA DELL'ALLUNAGGIO UMANO
Molti pensano che l'ipotesi del complotto lunare (quello secondo cui non saremmo mai stati sulla Luna ma che sarebbe stata tutta una messinscena cinematografica inventata dalla Nasa e dal Governo americano) si possa smentire facilmente da una prova: Neil Armstrong e Buzz Aldrin avrebbero posato sulla superficie lunare uno specchio con lo scopo di misurare in maniera molto precisa la distanza Terra Luna, distanza che è stata misurata con estrema accuratezza da almeno 40 anni.
Tuttavia questo è una prova debole per affermare che le missioni fossero "abitate".
Siamo intesi: qui non si intende confermare nessuna tesi complottista. Le prove sono altre non questa. Questa non è una prova sufficiente per dimostrare che fossero stati degli umani a farlo. Tali specchi potevano, per quel che ne potevo sapere, anche essere lasciati da una mano meccanica, da una sonda...
A proposito, ecco la foto di uno di questi specchi lasciati dalla missione Apollo 11.
Qualcuno abbastanza autorevole nel campo (un responsabile di un ufficio stampa di un Istituto Nazionale e un professore ordinario di fisica) in passato cercò di smentire le affermazioni qui illustrate con la seguente:
"Sbarcare un robot o sbarcare un uomo non fa grande differenza. Le tecnologie c'erano e ci sono. Più difficile è mettere giù uno specchio perfettamente orientato con la terra per mezzo di un robot: allora queste tecnologie non c'erano, sono arrivate trenta anni dopo con i robottini marziani e neanche loro, credo, potrebbero avere questa precisione".
Due affermazioni palesemente errate.
La prima: un conto è la tecnologia per mandare una sonda e un'altra cosa è mandare una nave abitata. Se non fosse così semplice a quest'ora su Marte, oltre alle sonde, ci avremmo già messo piede, ma tant'è...
La seconda: cominciamo con il dire che di specchio ce ne sarebbe più di uno per la verità. Gli astronauti delle missioni Apollo 11, 14 e 15 ne hanno tutti lasciato uno, che guarda verso la Terra.
E CI SONO ANCHE SPECCHI PORTATI DA MISSIONI NON UMANE
Esistono anche piccoli retroriflettori che furono portati sulla Luna da missioni prive di astronauti come Lunokhod 1 e Lunokhod 2. Come per i retroriflettori portati dalle missioni Apollo anche quelli del Lunokhod 2 sono ancora in uso.
Questi specchi sono appunto retroriflettori, hanno cioè una caratteristica che li rende utili. Da qualunque angolo li si osservi, lo specchio rimanda l’immagine dell’osservatore. Lo segue, per così dire, a vista… dunque non è direzionato perfettamente a un bel nulla.
Anche perché sarebbe impossibile direzionarlo in una direzione fissa e collimata, visto che sia la distanza che la posizione relativa Luna-Terra subiscono continue variazioni nel corso del tempo. I parametri orbitali della Terra e della Luna (ad anche degli altri corpi del sistema solare) non sono rigorosamente costanti come previsto dalle semplici leggi di Keplero. Variano nel tempo a causa di un certo numero di perturbazioni di origine gravitazionale. Tra questi parametri vi è il semiasse dell'orbita, ovvero la distanza Terra-Sole e Luna-Terra.
Come si fa a calcolare la distanza Terra Luna in questo caso? Si usa un laser e una tecnica chiamata
LLR, Lunar Laser Ranging.
Si punta il laser e la sua luce, come fa la luce di una lampada, si sparpaglia un po'. Ovviamente si sparpaglia meno di una lampada visto che il fascio di laser è molto collimato.
Ma noi vogliamo che si comporti così! Se il nostro fascio fosse troppo stretto, sarebbe molto difficile puntarlo esattamente sullo specchio: che è un bersaglio largo mezzo metro posto a quasi 400.000 km di distanza.
Il fascio usato per esempio dal McDonald Observatory in Texas è largo 6,5 km nel momento in cui colpisce la superficie della Luna: quanto basta per non sbagliare il bersaglio.
Pensate che anche così comunque è come colpire una moneta che fosse posta a 3 km di distanza.
Ma torniamo alla affermazione posta dal mio interlocutore.
Come pensate che faccia, lo specchio sulla Luna, a rimandare esattamente indietro la luce che gli inviamo?
Pensate che sia perfettamente allineato?
Che ci voglia la mano esperta di un astronauta per posizionare perfettamente questo specchio?
Avete presente gli occhi di un gatto quando gli puntate addosso una lampada?
L'angolo di incidenza della luce non conta. E neppure la precisione con cui puntate il fascio.
Altro che robottini di precisione: madre natura ci ha già pensato da sola a suggerirci il metodo!
Per approfondire:
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