OBAMA E IL NOBEL CONTESTATO
Ritorno sulla questione che ha diviso l'opinione pubblica (non solo italiana) relativa all'assegnazione del Premio Nobel per la pace al Presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Innanzitutto (è questa una mia opinione personale) trovo sterili le polemiche secondo le quali la decisione di assegnare il Premio per la Pace a Barack Obama, presidente Usa da meno di nove mesi, sia stata prematura.
Per cominciare recito le parole di Geir Lundestad, segretario del Comitato Nobel:
Il capo della commissione norvegese per i Nobel, Thorbjoern Jagland, ha respinto - a mio parere correttamente - le critiche nel corso di una conferenza stampa:
Trovo (ed è di nuovo un mio pensiero) che chiunque punti il dito nei confronti di questo Presidente criticando la decisione del Parlamento svedese sia quantomeno poco informato, a causa anche della scarsa attenzione che i media (TV e giornali) italiani dedicano ai problemi sociali internazionali.
Come abbiamo fatto su questo blog documentandone i passaggi, forse dovremmo ricordare il suo programma elettorale scientifico cui sta da tempo e giornalmente adempiendo. Come dovremmo ricordare la presa di posizione dei Premi Nobel (65 per l'esattezza) che appoggiarono la sua candidatura.
E' un presidente che ama la meritocrazia. E invece di affidarsi, come sappiamo accade altrove, a collaboratori (e collaboratrici) di circostanza privi di preparazione ma comodi politicamente, chiama a sé i migliori scienziati al mondo per le sfide ambientali ed energetiche che l'umanità attende nel XXI secolo.
Ricordo che Steven Chu, fisico americano di origine cinese, premio Nobel, è stato nominato segretario ai problemi dell'energia.
Un altro incarico importante è andato a Jane Lubchenco, biologa marina, che ora dirige l'agenzia nazionale NOAA, ovvero l'ente che si occupa dei cambiamenti in atmosfera e negli oceani. Durante l'amministrazione Bush, Jane Lubchenco, una vera autorità in questo campo, aveva aspramente criticato il governo per la sua sottovalutazione dei problemi climatici.
Obama ha anche nominato un suo particolare consigliere scientifico: è John Holdren, fisico a Harward, esperto di problemi energetici, di proliferazione nucleare, e di ambiente in generale.
Anche Eric Lander e Harold Varmus, scienziati di alto livello nel campo biomedico, sono stati cooptati nella squadra di consulenti scientifici.
Insieme a questi meriti di lungimiranza, che da soli meriterebbero non uno ma molti premi di buon senso, Obama ha ampiamente dimostrato di essere sensibile e adempiere anche e soprattutto ai problemi "sociali": alle minoranze, al problema dell'assistenza, alla lotta contro l'omofobia, all'emancipazione delle donne.
Il Nobel viene spesso tacciato di essere un premio "alla memoria". A differenza di altre onorificienze (una per tutte la medaglia Fields) viene spesso assegnato al termine della vita di un uomo o di una donna, quando questi si sono da tempo ritirati dalla ricerca e dalla applicazione di ciò per cui hanno lottato tutta la vita. I Premi Nobel di quest'anno alla Medicina alla Chimica e alla Fisica non fanno eccezione. Paradossalmente premi come l'altrettanto prestigiosa medaglia Fields (che viene assegnata rigorosamente solo ad under 40) sono invece dati a giovani che potenzialmente possono ancora dare molto alla ricerca, alla società, all'umanità.
Spiace constatare che tra i detrattori di questo presidente ci siano persone, sia in Italia che all'estero, che hanno condiviso e condividono i suoi stessi ideali, ma che pur avendo ricevuto alti onori non hanno dimostrato e adempiuto in tutta la loro vita alla decima parte di quanto abbia invece fatto questo presidente in appena 9 mesi di mandato!
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Innanzitutto (è questa una mia opinione personale) trovo sterili le polemiche secondo le quali la decisione di assegnare il Premio per la Pace a Barack Obama, presidente Usa da meno di nove mesi, sia stata prematura.
Per cominciare recito le parole di Geir Lundestad, segretario del Comitato Nobel:
"Vogliamo sottolineare come (Obama) abbia già portato dei cambiamenti significativi" ... [nel multilateralismo, nel progresso, nel disarmo e nella lotta ai cambiamenti climatici]
"Certamente speriamo che nel corso dei prossimi anni ci saranno altri cambiamenti concreti. Ma sentiamo che sia giusto sostenere questo uomo e le sue sfide future per le idee che promuove".
Il capo della commissione norvegese per i Nobel, Thorbjoern Jagland, ha respinto - a mio parere correttamente - le critiche nel corso di una conferenza stampa:
''Se vedete la storia dei Premi per la Pace abbiamo avuto molte occasioni in cui lo abbiamo assegnato a chi sta cercando di ottenerla''.Jagland ha fatto il nome del cancelliere della Germania Ovest Willy Brant, premiato nel '71 per la sua Ostpolitik, e di Mikhail Gorbaciov, ultimo leader sovietico che ha ottenuto il Nobel per la Pace nel '90 prima della fine della Guerra Fredda.
Trovo (ed è di nuovo un mio pensiero) che chiunque punti il dito nei confronti di questo Presidente criticando la decisione del Parlamento svedese sia quantomeno poco informato, a causa anche della scarsa attenzione che i media (TV e giornali) italiani dedicano ai problemi sociali internazionali.
Come abbiamo fatto su questo blog documentandone i passaggi, forse dovremmo ricordare il suo programma elettorale scientifico cui sta da tempo e giornalmente adempiendo. Come dovremmo ricordare la presa di posizione dei Premi Nobel (65 per l'esattezza) che appoggiarono la sua candidatura.
E' un presidente che ama la meritocrazia. E invece di affidarsi, come sappiamo accade altrove, a collaboratori (e collaboratrici) di circostanza privi di preparazione ma comodi politicamente, chiama a sé i migliori scienziati al mondo per le sfide ambientali ed energetiche che l'umanità attende nel XXI secolo.
Ricordo che Steven Chu, fisico americano di origine cinese, premio Nobel, è stato nominato segretario ai problemi dell'energia.
Un altro incarico importante è andato a Jane Lubchenco, biologa marina, che ora dirige l'agenzia nazionale NOAA, ovvero l'ente che si occupa dei cambiamenti in atmosfera e negli oceani. Durante l'amministrazione Bush, Jane Lubchenco, una vera autorità in questo campo, aveva aspramente criticato il governo per la sua sottovalutazione dei problemi climatici.
Obama ha anche nominato un suo particolare consigliere scientifico: è John Holdren, fisico a Harward, esperto di problemi energetici, di proliferazione nucleare, e di ambiente in generale.
Anche Eric Lander e Harold Varmus, scienziati di alto livello nel campo biomedico, sono stati cooptati nella squadra di consulenti scientifici.
Insieme a questi meriti di lungimiranza, che da soli meriterebbero non uno ma molti premi di buon senso, Obama ha ampiamente dimostrato di essere sensibile e adempiere anche e soprattutto ai problemi "sociali": alle minoranze, al problema dell'assistenza, alla lotta contro l'omofobia, all'emancipazione delle donne.
Il Nobel viene spesso tacciato di essere un premio "alla memoria". A differenza di altre onorificienze (una per tutte la medaglia Fields) viene spesso assegnato al termine della vita di un uomo o di una donna, quando questi si sono da tempo ritirati dalla ricerca e dalla applicazione di ciò per cui hanno lottato tutta la vita. I Premi Nobel di quest'anno alla Medicina alla Chimica e alla Fisica non fanno eccezione. Paradossalmente premi come l'altrettanto prestigiosa medaglia Fields (che viene assegnata rigorosamente solo ad under 40) sono invece dati a giovani che potenzialmente possono ancora dare molto alla ricerca, alla società, all'umanità.
Spiace constatare che tra i detrattori di questo presidente ci siano persone, sia in Italia che all'estero, che hanno condiviso e condividono i suoi stessi ideali, ma che pur avendo ricevuto alti onori non hanno dimostrato e adempiuto in tutta la loro vita alla decima parte di quanto abbia invece fatto questo presidente in appena 9 mesi di mandato!
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