MI SCUSI, DEVO SCRIVERE DI ANTIMATERIA: C’ENTRA PER CASO CON LA MATERIA OSCURA ?
La differenza principale fra materia e antimateria è la carica elettrica: se una particella (ad es. l’elettrone) ha carica elettrica negativa, la sua antiparticella (il positrone) ha carica elettrica positiva. Naturalmente vale anche l’opposto: se una particella (ad es. il protone) ha carica positiva, la sua antiparticella (l’anti-protone) ha carica negativa.
La materia oscura, invece, si chiama così perché non si vede, cioè non emette luce (e nemmeno un altro tipo di radiazione elettromagnetica): ne rileviamo la presenza studiando come la forza di gravità agisce sulle stelle. Dato che tale forza si instaura fra corpi dotati di massa, una volta che abbiamo individuato la massa delle stelle e quella della materia che si trova fra le stelle e ancora non siamo riusciti a spiegare il movimento delle stelle stesse, significa che c’è qualcosa che manca. Non stiamo tenendo conto effettivamente di tutta la materia presente nell’Universo. Chiamiamo materia oscura la materia che manca all’appello e la cui presenza fa “quadrare i conti”.
Durante l’evento “Le risposte della scienza alle domande dell’astronomia”, l’Associazione E.C.O., ideatrice e promotrice della serata, ha messo in vendita, a prezzo scontato, una selezione di libri di divulgazione scientifica editi da Bollati Boringhieri. Fra questi, curiosamente, uno dei più apprezzati ed acquistati dal pubblico è stato proprio “L’antimateria”, scritto da Gabriel Chardin, fisico presso il dipartimento di astrofisica, fisica delle particelle e fisica nucleare del C.E.A. (Commissariat à l’Energie Atomique) di Saclay.
Tale testo, alla portata di tutti, perché breve, semplice ed economico, punta a spiegare dove sia finita tutta l’antimateria che era presente agli albori del nostro Universo, cioè nel momento in cui – circa 13 miliardi di anni fa – si verificò il Big Bang. Quando è nato l’Universo, materia e antimateria erano in equilibrio: una era l’immagine speculare dell’altra. Eppure se l’equilibrio si fosse mantenuto il risultato sarebbe un mondo di sola radiazione: non esisterebbe la realtà così come la conosciamo, non ci sarebbe nulla, dal più piccolo granello di polvere fino alla galassia più gigantesca. E non ci sarebbero gli esseri umani, ed io non ci sarei e non potrei scrivere questo articolo.
Questi argomenti sono stati sviluppati anche da alcuni ricercatori del CERN, il 25 settembre 2009 a Torino, in occasione della “Notte dei ricercatori”. Quel tardo pomeriggio erano presenti davvero molte persone e si pressavano per stare più vicini ed ascoltare e – sebbene l’argomento fosse piuttosto complicato – la Dott.ssa Cristina Biino, ricercatrice del CERN e dell’INFN, faceva del suo meglio per farsi capire e gli ascoltatori si concentravano al massimo per non perdere neanche una parola. D’altronde si trattava di cose fondamentali, nel senso fisico del termine, cioè di ciò che caratterizza i fondamenti del nostro Universo. In particolare la Dott.ssa Biino ha spiegato come sia stata prima soltanto ipotizzata e poi osservata la “violazione di simmetria CP”. Grazie all’esperimento NA48, condotto al CERN, sappiamo che il nostro mondo non è perfettamente simmetrico. Cioè sappiamo perché siamo nati.
Per approfondimenti:
http://ecoassociazione.blogspot.com/
http://blog.libero.it/paghecontributi/
http://www.bollatiboringhieri.it/
http://www.nottedeiricercatori.it/piemonte-vda/programmi_to.htm
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