SCIENZA, NANOTECNOLOGIE E ARTE
Women & Technologies riporta oggi la notizia di un singolare connubio tra scienza e arte ad opera di un fisico, la dottoressa Luisa Zini, che utilizzando una tecnica propria delle nanotecnologie ha sviluppato un software di controllo del processo di microincisione che compone i testi in un raffinato disegno visibile a occhio nudo.
Lo sappiamo: un DVD-ROM non ha vita lunga e anche i supporti pià resistenti dopo pochi decenni rischiano di non poter essere più recuperati: lo abbiamo visto con le prime immagini dello sbarco lunare andate perdute (ci rimangono solo le copie in bassa risoluzione) o le copie di film d'epoca o libri la cui carta ingiallisce e si distrugge nel tempo.
La Zini ha portato a termine con successo un singolare progetto per la salvaguardia del patrimonio umani, commissionato da una monaca buddistha: comprimere tutti i 600 testi in 98 volumi del canone tibetano «Kangyur» in un pendente grande quanto una moneta, ideando così "Rosetta", che utilizza una tecnica di incisione nata nei laboratori di Los Alamos per memorizzare le informazioni sui siti di stoccaggio dei rifiuti nucleari che, per legge, vanno conservate per 10 mila anni, è un processo micro-fotolitografico: simile a quelli in uso nell’industria dei semiconduttori, è talmente preciso da permettere incredibili densità di scrittura
Rosetta sfrutta un metodo di archiviazione ad alta densità di dati, analogici e digitali, iscritti su superfici metalliche destinate a durare millenni. Realizzato attraverso il processo micro-fotolitografico che permette incredibili densità di scrittura. Su un disco di poco più di 5 centimetri di diametro possono essere incise fino a 200 mila pagine (se l’informazione è letta da un microscopio elettronico) o 20 mila (con un microscopio ottico). La dimensione di ogni pagina è cioè di 400 micron (meno di mezzo millimetro), con una risoluzione di 4 mila pixel per 4 mila.
la fisica artista ha poi iniziato un altro progetto che l'ha portata a ideare il "Disco di Rosetta" , una versione rivista e corretta della celebre stele che permise di decifrare i geroglifici egizi.
Si tratta di un progetto voluto dalla «The Long Now Foundation» di San Francisco: diretta dalla linguista della Stanford University Laura Welcher, che prevede la collaborazione internazionale tra università, biblioteche, linguisti, antropologi e piccole comunità e mira a preservare la «biodiversità» linguistica del mondo.
Siccome si prevede che buona parte delle 6 mila lingue attualmente parlate scompariranno entro un secolo (e molte non lasceranno traccia), la «Long Now» ha avviato diverse iniziative di salvaguardia, dalla creazione di un archivio permanente online. Il Disco di Rosetta diventa così uno dei supporti più quotati per la salvaguardia di questo patrimonio.
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