TANTE DONNE TRA I CERVELLI IN FUGA?
Il seguente articolo è stato pubblicato da Bianca Dellepiane, fondatrice di Bridges to Italy, una associazione americana con sede a Los Angeles, California, che ha recentemente assegnato The Premio Award Honoring Italian Women Scientists in America, premio destinato alle migliori scienziate italiane in USA, presentato insieme a ITWIIN.
di Bianca Dellepiane
Abbiamo appreso tristemente che Rita Clementi, la ricercatrice a tempo determinato, quarantasettenne dell'Università di Pavia che alcuni anni fa aveva anche scoperto alcune cause genetiche del linfoma, ha annunciato in una lettera aperta al Presidente Napolitano sul Corriere della Sera che, nauseata dal sistema delle baronie clientelari universitarie, lascia l'Italia per l'America dove sostiene che il sistema e' meritocratico e favorisce i migliori scienziati non i "raccomandati".
Nel nostro Blog abbiamo pensato di iniziare non solo un dibattito che invita i ricercatori italiani a raccontare le proprie esperienze, ma anche chiedere soluzioni ai nostri membri italiani e non per capire se questo sistema, agli occhi di chi vive in Italia e di chi vive all'estero, puo' cambiare... in meglio.
Infatti, notiamo che le scuole e l'università italiane "sfornano" molti scienziati brillanti ma, al tempo stesso, molti se ne vanno all'estero. Ad esempio, l'Italia è il secondo Paese esportatore di cervelli negli USA dopo l'India (che ha una popolazione 15 volte maggiore di quella italiana).
I motivi sono molteplici e non sempre legati ad esperienze fallimentari come quella della Dr.ssa Clementi e, a mio avviso, il fatto che i professionisti capaci emigrino non è negativo, poiché in una società globale come quella odierna, all'estero possono acquisire una maggior apertura mentale, nuovi skill ecc. che rappresentano un bagaglio indispensabile per ascendere nel mondo scientifico e commerciale di oggi.
I problemi più gravi sono:
1) La quasi totalità di questi professionisti non torna più (a differenza di quanto sta accadendo per Cina ed India) anche se molti cambiano sedi fuori dall'Italia (magari dagli USA vanno in altri paesi europei o asiatici)
2) L'Italia in campo scientifico non è neanche tra le mete di interesse dei "cervelli" stranieri.
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