RITORNO ALLA LUNA
Così, tra tutti gli oggetti del Sistema Solare, rivolgiamo lo sguardo di nuovo verso la Luna, l'oggetto più brillante del cielo notturno e unico satellite naturale del nostro pianeta.
Dall'ultima volta che l'uomo lasciò la sua impronta sulla superficie lunare, pochissime sono state le missioni che hanno mantenuto l'interesse per le sue sabbie seleniche. Eppure, dopo l'annuncio dell'ex-presidente George W. Bush nel gennaio 2004 sull'importanza di costruire colonie lunari, le sonde LRO e LCROSS rappresentano oggigiorno il simbolo del rinnovato interesse nordamericano per la conquista di nuovi territori.
In questo senso la missione LRO ha lo scopo di fare una radiografia del sottosuolo lunare e cercare possibili luoghi sicuri per futuri allunaggi, preparando così il ritorno degli astronauti alla Luna. Dopo un viaggio di quattro giorni il veicolo si disporrà su un orbita polare attorno al satellite, ad un'altezza di circa 50 chilometri. Da lì porterà avanti ricerche per lo studio degli effetti della radiazione cosmica nell'ambiente lunare e alla quale verrebbero esposti gli astronauti, impiegando un plastico speciale in grado di simulare il tessuto umano. Inoltre, grazie alla realizzazione di mappe 3-D della superficie lunare attraverso strumenti che lavorano nel rango ultravioletto, LRO potrà individuare potenziali risorse naturali con particolare interesse alla possibilità di trovare acqua allo stato solido.
Così, quella che sta diventando una vera e propria ossessione per la comunità di esperti in pianeti solari ed extrasolari, rappresenta anche la sfida principale del suo compagno di viaggio, LCROSS, che porterà allo spazio un missile destinato a bombardare un cratere della Luna, localizzato a ridosso della zona permanentemente ombreggiata. L'impatto lancerà materiale della sua superficie nello spazio creando un pennacchio di polvere che, per alcuni giorni, perdurerebbe sospeso nella “atmosfera” lunare. Solo allora LCROSS verrà diretto verso il materiale liberato dall'esplosione per raccogliere misure sulla sua composizione e che saranno trasmesse direttamente alle stazioni terrestri, prima che la nave spaziale si schianti contro il suolo. In questo modo ci si aspetta di stabilire l'eventuale presenza di acqua (ghiaccio o vapore),
Entrambe le missioni rappresentano, in definitiva, un ottimo banco di prova per verificare la tecnologia, le operazioni di volo, le tecniche di esplorazione, ridurre i rischi e aumentare la produttività per arrivare a Marte ed oltre. Tuttavia, risultano fondamentali anche per il proseguo delle attività scientifiche che si occupano di districare questioni sulla storia della Terra, il Sistema Solare e, perché no, sulla nostra posizione privilegiata (o no) nell'Universo. La Luna è il nostro vicino più prossimo, situato a “solo” circa quattrocentomila chilometri dalla Terra. È normale, quindi, cercare risposte nel mondo che ci è più familiare grazie a missioni come queste che non sono altro che un altro gradino nella lunga scalata per conoscere le nostre origini o, in altre parole, “Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l'umanità”.
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