PRIMA LETTURA
Introduzione
1. Il CD della vita: il genoma
2. L’organo a 30 000 canne
3. Il direttore: la causazione discendente
4. La sezione ritmica: il battito del cuore ed altri ritmi
5. L’orchestra: organi e sistemi del corpo
6. Modi e chiavi: l’armonia cellulare
7. Il compositore: l’evoluzione
8. Il teatro d’opera: il cervello
9. Cala il sipario: l’artista scompare
Questo è esattamente l'Indice dell'opera di Denis Noble, professore di fisiologia cardiovascolare presso l’Università di Oxford.
Nel suo libro, La musica della vita. La biologia oltre la genetica, Noble si chiede: ma i geni sono veramente i soli "musicanti" dell'orchestra della vita?
E per rispondere alla domanda Noble descrive l'orientamento "genocentrico", che ha dominato il campo della divulgazione scientifica, partendo dalla scoperta, negli anni Cinquanta, della doppia elica del DNA, e poi del codice genetico, fino ad arrivare alle ricerche riguardanti l'organizzazione del genoma ed i meccanismi di sintesi delle proteine.
Questo tipo di orientamento ha portato l'opinione pubblica verso il convincimento che i nostri geni siano i principali, se non addirittura gli unici, responsabili del programma della vita.
Tuttavia, ci sono attualmente molte evidenze che portano a ritenere che l'idea che i geni siano i diretti responsabili del
fenotipo sia ormai troppo semplicistica.
Così l'autore, in modo davvero elegante ed allo stesso tempo provocatorio, spiega al lettore che i geni non sono affatto i depositari del mistero della vita e gli artefici del nostro destino, ma solo uno dei componenti che concorrono a modellare gli organismi nel corso dell'evoluzione.
La musica della vita. La biologia oltre la genetica. Denis Noble, Bollati Boringhieri,2009
SECONDA LETTURA
Ci si può suicidare per un'equazione? Si può uccidere per un nuovo modello di telegrafo? Sembrerebbe di no... Invece Pierre Zweiacker, docente di fisica all’Università e l’Ecole polytechnique di Losanna (Svizzera), prova che ciò è possibile.
Egli infatti, lungo le pagine del suo libro, ci porta attraverso storie di scienziati in anticipo sull'epoca in cui vivono e che per questo motivo non sopportano più l'incomprensione dei loro contemporanei. Ci mostra le avventure di geniali inventori, piratati da avidi investitori. Ci parla di dispute di attribuzione che si trasformano in tragedie.
Questo il messaggio dell'autore: la storia della scienza è disseminata di scene del crimine, esattamente come quelle di un romanzo giallo.
L'unica differenza sta nel fatto che le scene egregiamente descritte nel libro Morti di scienza. Crimini, scienziati e scoperte sono tragicamente e scientificamente vere!
Morti di scienza. Crimini, scienziati e scoperte. Pierre Zweiacker, DeriveApprodi, 2009
TERZA LETTURA
Ora proviamo a pensare che cosa succederebbe se per una volta osservassimo il mondo al di fuori del giardino, considerando il nostro ruolo nella natura in maniera capovolta.
Questo ha fatto Michael Pollan, professore di Giornalismo scientifico ed ambientale all'Università di Berkeley (California).
E proprio tale geniale intuizione ha dato vita al libro La botanica del desiderio - il mondo visto dalle piante.
Melo, patata, marjiuana, tulipano: quattro specie botaniche, quattro comuni piante domestiche che, secondo Pollan, hanno plasmato, nel corso dei secoli, i gusti e le idee degli esseri umani, diventando a tutti gli effetti delle attraenti protagoniste.
Perchè i fiori, con il loro colore e le loro forme seducenti, influenzano a loro favore le azioni umane.
Un po’ come avviene tra uomini e donne: i primi convinti di cacciare, mentre in realtà la maggior parte delle volte sono proprio loro ad essere scelti.
La botanica del desiderio. Il mondo visto dalle piante. Michael Pollan, Il Saggiatore, 2005
QUARTA LETTURA
"Nessuno ricordava di aver visto in precedenza qualcosa di altrettanto imponente e non si trovarono nei libri di storia indicazioni su una cosí vasta diffusione di un fenomeno.
La Terra era stata dunque sottoposta a un’esperienza eccezionale, unica. Ma di che cosa si era trattato?"
Questo un significativo stralcio del primo capitolo del libro I re del Sole. Il racconto dell'astronomia moderna, di Stuart Clark, una tra le firme più note del giornalismo scientifico britannico.
Il 2 settembre 1859, mentre era al largo delle coste cilene, il vascello americano Southern Cross, in servizio tra Boston e San Francisco, si trovò spettatore di un'aurora australe color rosso sangue, mentre lampi elettrici dello stesso colore avvolgevano lo scafo e i pennoni.
Nello stesso istante, nel mondo, le cabine telegrafiche smisero simultaneamente di funzionare. Qualcosa di invisibile aveva colpito violentemente la Terra.
L'unico uomo in grado di spiegare che cosa era successo si chiamava Richard Carrington, un astronomo dilettante che nel suo osservatorio privato, a sud di Londra, era stato il primo testimone pienamente consapevole di un brillamento solare.
Quella appena descritta fu probabilmente la piú intensa tempesta magnetica solare che abbia mai investito il nostro pianeta.
Se fosse sopraggiunta oggi, in un mondo completamente informatizzato, l'effetto avrebbe potuto essere disastroso.
Ma fortunatamente, grazie alle intuizioni di Carrington e di quanti presero il suo posto nello studio del magnetismo solare e dei suoi effetti sul nostro pianeta, attualmente abbiamo molte più certezze a riguardo.
I "re del Sole" del libro si chiamano quindi Richard Carrington, John Herschel, Warren De la Rue, George Ellery Hale, Edward Walter Maunder, sua moglie Annie.
Ma sono anche tutti gli astronomi che con le loro ricerche ci hanno permesso di conoscere meglio il legame profondo che unisce la Terra alla sua stella, seppur ancora parzialmente ignota al sapere umano.
Nel libro gli scienziati sono descritti come autentici esseri umani, che passano notti insonni al telescopio, e che talvolta risultano incompresi, oggetto di gelosie e calunnie, e coinvolti persino in delitti passionali.
I re del Sole. Il racconto dell'astronomia moderna. Stuart Clark, Einaudi, 2009
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