L’ORIGINE DEL TEMPO E LA SUA FINE
Nel 1929 Hubble scoprì che l’Universo si sta espandendo. Le galassie si allontanano da noi (e tra di loro) con una velocità che è proporzionale alla loro distanza. Dunque, più sono lontane e più velocemente si allontanano. Si tratta quindi di un’espansione accelerata. Quale sarà, allora, il nostro futuro ? E com’era il nostro passato ?
Se è vero che la legge di gravitazione è universale, dovremmo assistere ad un’espansione decelerata, non accelerata. L’attrazione gravitazionale dovrebbe causare una contrazione dell’Universo o, al massimo, un’espansione che va progressivamente riducendosi.
Tuttavia, affinché operi la forza di gravità in un determinato spazio, deve esistere una certa quantità di materia. E la materia non manca nell’Universo, ma le osservazioni – perché siano coerenti con le attuali conoscenze scientifiche – richiedono più materia di quella che vediamo. La materia mancante all’appello, in attesa che gli studi ne chiariscano la natura, è stata chiamata "oscura". L’Universo è quindi composto di materia ordinaria e di materia oscura.
In più occorre considerare che materia ed energia sono equivalenti, e – secondo il noto principio di Einstein, E = mc^2 – se esiste materia, esiste energia e viceversa. Quindi, se esiste materia oscura, esiste anche energia "oscura". E proprio l’energia oscura agirebbe come gravità al contrario, spingendo l’Universo ad espandersi in maniera accelerata.
Fino a quando continuerà l’espansione del nostro Universo ? In altre parole, ciò equivale a chiedersi se il tempo, prima o poi, finirà.
Il modello cosmologico che riscuote maggiori consensi fra astronomi e astrofisici prevede la "morte termica" dell’Universo. Ciò significa che l’idrogeno gassoso, cioè il "carburante" delle stelle, è destinato ad esaurirsi. Quando ciò succederà, non si potranno più formare nuove stelle, e le vecchie stelle giungeranno al termine del loro ciclo di vita, spegnendosi definitivamente. Quel giorno l’intera umanità morirà di freddo, e per di più al buio.
Tuttavia, se consideriamo il nostro piccolo angolo di Universo, dobbiamo rilevare che la stella da cui dipendiamo, cioè il nostro Sole, morirà tra circa cinque miliardi di anni. E, prima di lasciarci congelare al buio, ci avrà ucciso con gigantesche ondate di calore. Ciò in quanto il Sole, approssimandosi al momento in cui esalerà l’ultimo respiro, incrementerà di molte volte le sue dimensioni finché il suo calore diventerà insopportabile, e alcune sue parti si staccheranno ed investiranno direttamente la Terra.
Sebbene il nostro destino sia comunque legato al nostro Pianeta (senza il quale, attualmente, non sappiamo dove vivere) e al nostro Sole (senza il quale la vita, per lo meno alla nostra scala evolutiva, non potrebbe esistere), possiamo nuovamente allargare la nostra ottica all’intero Universo e pensare a cosa potrebbe succedere se l’espansione dovesse arrestarsi.
Se ciò dovesse verificarsi, sarebbe il segnale che la forza di gravità ha vinto contro l’energia oscura. A quel punto sarebbe solo più una questione di tempo: trascorsi molti miliardi di anni l’Universo – in fase di contrazione – diventerebbe sempre più piccolo, fino a tornare alle proprie origini: un puntino straordinariamente piccolo, denso e caldo. Torneremmo a ciò che eravamo circa 13,7 miliardi di anni fa, quando il Big Bang diede inizio al tempo, creò lo spazio e, al suo interno, generò la materia.
Il modello sopra descritto, detto "big crunch" non è l’unica alternativa alla morte termica. Infatti altri modelli cosmologici ("big bounce") prevedono che, alla morte del nostro Universo, segua la nascita di un nuovo universo. E alla morte di quest’ultimo, la nascita di un altro, in un ciclo infinito di nascita e morte.
Se quest’ultimo modello fosse verificato, non potremmo affermare che il tempo ha avuto origine circa 13,7 miliardi di anni fa, poiché il tempo esisteva da molto prima: siamo noi che abbiamo cominciato a contarlo dalla nascita del nostro Universo.
Qualunque sia il modello cosmologico che verrà in futuro definitivamente provato, posto che siamo il frutto di un accidentale scontro fra molecole organiche che ha fatto nascere la vita sulla Terra, non possiamo che gioire di essere vivi: solo in questo modo possiamo osservare questo meraviglioso Universo.
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