LA GAIA SCIENZA: BANALIZZAZIONE O DIVULGAZIONE SCIENTIFICA?
Stasera alle ore 21.30 su La7 andrà in onda «La gaia scienza» e l'argomento principale sarà il confronto tra la scienza e la fede. L'uomo è stato creato da un essere superiore o è parte di un processo dell'evoluzione? Charles Darwin, padre dell'evoluzionismo, è lo scienziato che oggi, a duecento anni dalla nascita, rappresenta maggiormente questo conflitto. Dall'aula Frankestin il professor Tozzi e i suoi tre assistenti (il Trio Medusa) risponderanno ai numerosi quesiti che l'argomento solleva.
E intanto pare che in Italia stenti a essere pienamente accettato dallo stesso ambiente scientifico un tipo di scienza meno ingessato e raccontato in modo divertente: la Gaia Scienza è banalizzazione della scienza per alcuni, ottimo esperimento per altri.
Eppure paesi come Regno Unito e America ci insegnano da tempo che la divulgazione e la comunicazione scientifica si possono fare anche fuori dagli schemi senza per questo essere passibili di critica.
Lo prova questo video del 1971 di Robert Alan Weiss dove il Premio Nobel per la chimica Paul Berg offre un bell'esempio di come si possa fare seria divulgazione scientifica rompendo gli schemi classici. E' solo uno dei migliaia di esempi che ci provengono dall'estero ogni anno e ho scelto appositamente questo di ben 40 anni fa per dimostrare quanto in l'Italia le università e i centri di ricerca siano indietro nell'affrontare le sfide presentate dai nuovi canali comunicativi.
Il video è stato realizzato con la partecipazione del dipartimento di Chimica della Stanford University e il pathos che si viene a creare ricalca i sentimenti giovanili dell'epoca vicini ai "figli dei fiori", come l'amore libero. Se consideriamo che la Stanford è tra le prime 10 università al mondo e che nessuna università italiana si colloca tra le prime 50, forse un poco più umilmente qualcosa possiamo ancora imparare su come si possa fare una sana divulgazione scientifica. Magari inziando col mettere da parte i pregiudizi e prendendo spunto dal metodo coraggiosamente scelto per la TV dal ricercatore del CNR Mario Tozzi con l'aiuto del Trio Medusa.
E intanto pare che in Italia stenti a essere pienamente accettato dallo stesso ambiente scientifico un tipo di scienza meno ingessato e raccontato in modo divertente: la Gaia Scienza è banalizzazione della scienza per alcuni, ottimo esperimento per altri.
Eppure paesi come Regno Unito e America ci insegnano da tempo che la divulgazione e la comunicazione scientifica si possono fare anche fuori dagli schemi senza per questo essere passibili di critica.
Lo prova questo video del 1971 di Robert Alan Weiss dove il Premio Nobel per la chimica Paul Berg offre un bell'esempio di come si possa fare seria divulgazione scientifica rompendo gli schemi classici. E' solo uno dei migliaia di esempi che ci provengono dall'estero ogni anno e ho scelto appositamente questo di ben 40 anni fa per dimostrare quanto in l'Italia le università e i centri di ricerca siano indietro nell'affrontare le sfide presentate dai nuovi canali comunicativi.
Il video è stato realizzato con la partecipazione del dipartimento di Chimica della Stanford University e il pathos che si viene a creare ricalca i sentimenti giovanili dell'epoca vicini ai "figli dei fiori", come l'amore libero. Se consideriamo che la Stanford è tra le prime 10 università al mondo e che nessuna università italiana si colloca tra le prime 50, forse un poco più umilmente qualcosa possiamo ancora imparare su come si possa fare una sana divulgazione scientifica. Magari inziando col mettere da parte i pregiudizi e prendendo spunto dal metodo coraggiosamente scelto per la TV dal ricercatore del CNR Mario Tozzi con l'aiuto del Trio Medusa.
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