TEATRO E SCIENZA PORTA IN SCENA LA STORIA DIVERSA DI IPAZIA
Ieri sera il pubblico di Teatro e Scienza ha potuto assistere, nella incantevole cornice del Mirafiori Motor Village di Torino, a una performance inattesa: l'assenza dell'attrice Lucilla Giagnoni ha permesso di apprezzare l'autrice dell'opera "Senza Fine", la matematica Maria Rosa Menzio, anche come attrice e voce recitante.
Lo spettacolo di ieri smentisce il luogo comune secondo cui le idee scientifiche non sarebbero sceneggiabili. Maria Rosa Menzio ne scopre addirittura l'intensa presenza scenica, la teatralità attraverso monologhi brillanti che ieri si sono lasciati andare alle passioni tra il mistico e l'amoroso dell'egiziana Ipazia.
La storia di Ipazia è nota ai lettori di Gravità Zero, ma vale la pena ricordarla.
Grande matematica, filosofa ed astronoma di Alessandra d’Egitto, nacque nel 370 d.C. e fu barbaramente uccisa nel 415 da fanatici cristiani seguaci del vescovo Cirillo, perché pagana e perché donna (aveva l'ardire addirittura di insegnare nelle accademie di allora).
Nel marzo del 415, su ordine di san Cirillo di Alessandria, un gruppo di cristiani fanatici sorprese infatti la filosofa mentre ritornava a casa, la tirò giù dalla lettiga, la trascinò nella chiesa costruita sul Cesareion e la uccise brutalmente, scorticandola fino alle ossa (Secondo alcune fonti utilizzando ostrakois - letteralmente "gusci di ostriche", ma il termine era usato anche per indicare tegole o cocci), e trascinando i resti in un luogo detto Cinarion, dove furono bruciati.
Lo spettacolo di ieri smentisce il luogo comune secondo cui le idee scientifiche non sarebbero sceneggiabili. Maria Rosa Menzio ne scopre addirittura l'intensa presenza scenica, la teatralità attraverso monologhi brillanti che ieri si sono lasciati andare alle passioni tra il mistico e l'amoroso dell'egiziana Ipazia.
La storia di Ipazia è nota ai lettori di Gravità Zero, ma vale la pena ricordarla.
Grande matematica, filosofa ed astronoma di Alessandra d’Egitto, nacque nel 370 d.C. e fu barbaramente uccisa nel 415 da fanatici cristiani seguaci del vescovo Cirillo, perché pagana e perché donna (aveva l'ardire addirittura di insegnare nelle accademie di allora).
Nel marzo del 415, su ordine di san Cirillo di Alessandria, un gruppo di cristiani fanatici sorprese infatti la filosofa mentre ritornava a casa, la tirò giù dalla lettiga, la trascinò nella chiesa costruita sul Cesareion e la uccise brutalmente, scorticandola fino alle ossa (Secondo alcune fonti utilizzando ostrakois - letteralmente "gusci di ostriche", ma il termine era usato anche per indicare tegole o cocci), e trascinando i resti in un luogo detto Cinarion, dove furono bruciati.
Una donna, Ipazia, che diventa simbolo di ogni donna del passato, del presente e del futuro: ma anche dell'intero genere umano!
Il libro e l'anello, due oggetti ma anche simboli ricorrenti nel pensiero umano:
"Il libro perduto- dice Ipazia - il mio, libro. Le mie parole di sapienza"
Il libro è sempre stato per l'uomo simbolo di un alleanza, l'Arca Santa! Bruciare i libri (uccidere Ipazia) significa rompere quell'alleanza, rinunciare alla conoscenza, alla stessa vita!
"Il Canone Astronomico. Forse hanno trovato la copia che si credeva perduta per sempre. Quella che fa della mia vita semplicemente UNA vita!"
E l'anello... è forse qui il simbolo di una infanzia perduta?
"... non siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i nostri sogni?"
Ma è l'infanzia perduta dell'uomo: l'illusione di Cantor di poter un giorno conoscere tutti i segreti dell'Universo. Ma poi corsa finisce e il sogno dell'uomo muore: Ipazia è nell'Ade.
Kurt Gödel nel 1931 tronca definitivamente ogni speranza dell'uomo:
Kurt Gödel nel 1931 tronca definitivamente ogni speranza dell'uomo:
"La non contradditorietà di un sistema formale non è dimostrabile all'interno del sistema stesso.
Una sorta di circolarità è ineliminabile dal pensiero matematico. Esso riesce ad auto-descriversi soltanto a pezzi, mai interamente"
"La verità sta nel centro, non nell'anello. Nell'anello è contraddittoria".
Uno spettacolo in cui non necessariamente si deve apprendere ogni cosa. Il pubblico può con la sua storia provare emozioni, entrare in contatto con il divino.
Scrive Maria Rosa Menzio:
I misteri eleusini, sono svaniti da secoli, resta oggi il rito - sabba orgiastico dello spettacolo teatrale.
Sito web: www.teatroescienza.it
Intervista a Maria Rosa Menzio
.
E' POSSIBILE ISCRIVERSI SU FACEBOOK a "TEATRO E SCIENZA"
per rimanere aggiornati sugli spettacoli teatrali futuri
Post a Comment