RICERCA: L'ITALIA DI FRONTE A UN BARATRO! DOMANI ASSEMBLEA NAZIONALE RICERCATORI INFN
L'Italia è uno tra i paesi al mondo che investe meno in ricerca. Più della metà dei nostri ricercatori sono assunti con contratti di collaborazione e guadagnano tra gli 800 e i 1.200 euro al mese [fonte Corriere della Sera]
Centinaia di giovani precari, che da anni svolgono con elevatissima competenza compiti di grande responsabilità anche in progetti internazionali (come LHC al CERN di Ginevra), vedono allontanarsi la possibilità di mettere a frutto, a vantaggio del proprio paese, le competenze acquisite.
L'Italia sta invecchiando, e questo è vero soprattutto negli ambienti accademici e scientifici: la recente legge 133/08 emanata dal governo ha tagliato i fondi disponibili per la ricerca e tale taglio, indipendentemente dall'emendamento sul blocco del processo di stabilizzazione, non permetterà, per almeno 3 anni, di bandire nuovi concorsi per l'assunzione di personale che sostituisca quello andato in pensione.
Questa situazione, che viene ad aggiungersi a 6 anni di sostanziale blocco delle assunzioni, porterà ad un ulteriore invecchiamento della nostra comunità scientifica.
Domani pomeriggio il Personale della Ricerca dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (2140 ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi - di cui 340 a tempo determinato - a cui si aggiungono oltre 300 assegnisti di ricerca e oltre 3000 associati universitari tra professori, ricercatori e studenti) si riunirà in assemblea, in contemporanea nelle 26 Strutture distribuite su tutto il territorio italiano, per discutere il futuro della ricerca e in particolare dell'INFN.
La percentuale degli investimenti nel sapere, nella conoscenza (compresa l’istruzione) rispetto al PIL. L’Italia nel 2004 era intorno al 2,5% USA e Svezia, ad esempio, al 6,5%.
Dopo i recenti tagli alla ricerca le cose non potranno che peggiorare per la già disastrata situazione italiana!
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