LHC: UNO SPRECO DI DENARO PUBBLICO?
C'è chi è convinto che sia un esperimento troppo costoso, e altri che ci scrivono che i 6 miliardi di euro potevano essere impiegati meglio. E via di questo tono...
Fermo restando che chi fa queste considerazioni forse non sa che sta utilizzando, per scrivere una tecnologia nata circa 15 anni fa proprio nei laboratori del CERN.
Internet - come la conosciamo - non sarebbe stata possibile senza le ricerche sulle particelle elementari.
Inoltre senza questo tipo di ricerche non sarebbero nate tecnologie ormai consolidate, come ad esempio il laser. Niente più CD o DVD, dunque ma - e il che sarebbe ancor più grave, - milioni di vite non sarebbero state salvate, grazie alle cure mediche ricavate con questa tecnologia.
Oppure dovremmo dire addio ai rivelatori a fili che il Premio Nobel Georges Charpak realizzò per individuare le particelle subnucleari. Oggi sono utilizzati nelle apparecchiature per la diagnostica medica. E che dire della risonanza magnetica e della Pet (tomografia a emissione di positroni) che da anni salvano molte vite e che sono nate grazie agli studi e alle applicazioni condotte nei laboratori della fisica delle particelle?
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E potrei proseguire ... ma mi fermo sottolineando che se c'è questa scarsa informazione a riguardo di investimenti in tecnologia per la ricerca è evidente che una certa responsabilità la dobbiamo imputare ai media, che non hanno sufficientemente informato la popolazione.
Ci tengo poi a sottolinerare una cosa molto importante: che i 6 miliardi spesi sono stati già ampiamente riguadagnati dalla nostra industria!
I gruppi italiani partecipanti alla realizzazione di questi esperimenti sono in percentuale calcolata sui Paesi Membri del CERN - sempre al di sopra della nostra quota di contribuzione al bilancio CERN (pari al 12% nel 2000). Vale a dire che i ritorni economici per le nostre imprese sono superiori all'investimento effettuato dall'Infn. E se si pensi che il costo stimato per il collisiore e i quattro rivelatori supera i 6 miliardi di euro, questo porta una vera linfa vitale per tutte le imprese che gravitano attorno al CERN. Niente sprechi, dunque!
Poi, e finisco, oggi leggo su Il Sole 24 Ore che il Pentagono ha rinviato a dopo le elezioni la gara da 35 miliardi di dollari per i nuovi velivoli da guerra utilizzati per il rifornimento in volo. Si tratta di un centinaio di aerei che verranno usati in manovre da combattimento! Un'inezia rispetto alle spese militari mondiali (che nel 2006 ammontavano già a 1.204 miliardi di dollari, dei quali la metà sono investimenti USA).
L’Istituto di ricerca internazionale per la pace (SIPRI) nel suo Rapporto annuale, presentato come ogni anno Stoccolma, stila le classifiche dei paesi che hanno più contribuito ad alimentare l'industria bellica. A guidare la classifica – riferisce l’agenzia MISNA – sono gli Stati Uniti, che contribuiscono da soli quasi alla metà della spesa mondiale. Seguono Gran Bretagna, Francia, Cina, Giappone e Germania. L’Italia è al nono posto, con una spesa militare di quasi 30 miliardi di dollari.
Leggendo quest'ultima notizia ho provato a cercare in rete. Nessuno ha pensato di commentarla, nessuna levata di scudi contro questo spreco di risorse.
La sola guerra in Iraq, poi, sarebbe costata agli Stati Uniti una cifra non troppo distante dai 3 triliardi di dollari (3.000.000.000.000 dollari)!!!
Si tratta di una stima fatta da Joseph E. Stiglitz (economista della Columbia University e premio Nobel per l’economia nel 2001) e Linda Bilmes (insegnante a Harvard). [Riferimento pagine di difesa]
Cifre che fanno impallidire le risorse spesso risicate della ricerca scientifica, i cui finanziamenti sono sempre i primi a essere tagliati. E non dimentichiamo che quando parliamo dell'investimento su LHC parliamo di 10 anni di investimento.
Possibile che ancora c'è chi si preoccupa delle briciole (ben) investite in ricerca al Cern e rimane letteralmente indifferente alle risorse impiegate in mezzi distruttivi?
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