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CATENE E-MAIL: ISTRUZIONI PER L'USO


Alzi la mano chi di voi non è mai stato inserito tra i destinatari di una chain letter (o catena di sant'antonio)? Ormai via email è quasi all'ordine del giorno ricevere messaggi di ogni tipo anche da persone più o meno insospettabili.

L'argomento è stato spesso al centro di ricerche scientifiche, come quella recentemente condotta da Jon Kleinberg della Cornell University e David Liben-Nowell del Carleton College.

Nel loro studio i ricercatori hanno esaminato due e-mail circolanti negli ultimi 10 anni. Una petizione a sostegno di una radio pubblica che iniziò a circolare su Internet nel 1995, e, un altra contro l'invasione in Iraq nata nel 2002. Email come queste circolano sul web per anni e spesso chi le riceve ha come mittenti persone diverse separate da meno di sei gradi di separazione.

Jon Kleinberg nel suo lavoro: “The Small-World Phenomenon: An Algorithmic Perspective” aveva dimostrato infatti che, sebbene recenti modelli di rete risultino ricchi di percorsi brevi , nessun algoritmo decentralizzato, operando solamente con informazioni locali, è in grado di costruire cammini brevi su queste reti con probabilità di successo trascurabile.

Questo significa che anche quando due persone sono connesse solo da pochi gradi di separazione, raramente le email prendono la strada più diretta. Anzi, questa passerà piuttosto da centinaia e centinaia di intermediari prima di collegare la vostra inbox con quella del vostro potenziale conoscente, generando un traffico molto più elevato di quanto non descritto normalmente da modelli teorici cosiddetti a mondo piccolo, come quello descritto da Watts e Strogatz.

Studio interessante, ma come contrastare il fenomeno?

Non molto tempo fa mi è arrivata una chain letter del tipo a sfondo pseudo-medico .
Era propagata da un ricercatore di matematica dell'Università di Messina, segno che neppure i cattedratici sono esenti dal propagare bufale digitali :-). Per la legge del contrappasso vi segnalo dunque un modo elegante adottato da un altro matematico per contrastare il fenomeno.

Qui in basso troverete la pagina web che Gino Favero, ricercatore presso l'Università di Padova, ha creato allo scopo. Può essere un buon modo per educare gli utenti che usano internet avvertendoli della possibilità di diventare anche loro "propagatori":

http://www.math.unipd.it/~favero/varie/cateneit.html
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