SCOPERTA NUOVA PARTICELLA: BABAR E ITALIANI RIVELANO LA "COLLA" DELLA MATERIA
Cosa sarà mai questa "colla" che rende possibile l'esistenza della materia, come la intendiamo, che i fisici da 30 anni stanno cercando e che finalmente avrà oggi una risposta?
Il merito va a BaBar: questo il nome dell'esperimento internazionale al quale hanno lavorato 500 fra ricercatori e tecnici di 74 centri americani ed europei. Un progetto in parte anche italiano, in quanto l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) via ha partecipato con un contributo del 20%.
La particella coinvolta si chiama "Eta_b" e la sua esistenza fu teorizzata per la prima volta trent'anni fa, senza tuttavia che ne fosse stata mai dimostrata l'esistenza.
Cosa fa esattamente Eta_b? Beh! Diciamo che ha come effetto di tenere "incollati" sia i protoni e i neutroni nei nuclei degli atomi, sia i quark.
Ora possiamo tirare un respiro di sollievo: si può infatti considerare completa la spiegazione del funzionamento del collante della materia: la cosiddetta forza forte, teorizzata nientemeno che da Enrico Fermi.
Perché queste forze non fanno parte della nostra "percezione" quotidiana? Perché non ne avvertiamo l'esistenza? Le forze nucleari forte e debole ci sono meno familiari perché, a differenza della forza di gravità e della forza elettromagnetica, la cui influenza si estende a distanze considerevoli, il loro raggio d’azione è limitato alle dimensioni dei nuclei atomici. Più in là non sono avvertibili. Ecco anche perché la forza nucleare forte (insieme alla forza nucleare debole) sono state scoperte solo nell'ultimo secolo, quando anche gli strumenti di rilevamento e di misura sono diventati più sensibili.
Finché si pensava che il nucleo atomico fosse fatto di protoni (con carica positiva) e di elettroni (con carica negativa) sembrava ragionevole supporre che la reciproca attrazione elettromagnetica fosse sufficiente a spiegare la stabilità del nucleo. Ma verso il 1930, quando il modello di atomo ispirato da Rutherford e Bohr fu accettato dalla comunità scientifica, il modello di stabilità del nucleo iniziò a vacillare: non si riusciva a spiegare cosa tenesse insieme il nucleo.
I protoni infatti si sarebbero dovuti respingere tra loro (stessa carica=repulsione).
Cosa li teneva insieme? Ecco che si pensò che esistesse una interazione nucleare ancora sconosciuta ma molto intensa, che per questo fu battezzata "forza forte". E’ questa forza a cortissimo raggio che tiene uniti i quark all’interno dei protoni e dei neutroni, e riesce a tenere stipati insieme protoni e neutroni nei nuclei atomici.
L'esperimento per scoprire questa forza è stato condotto nell'acceleratore della California chiamato Slac (Stanford Linear Accelerator Center), e presto leggeremo i risultati di questa importantissima scoperta sulla rivista Physical Review.
Un altro importante successo della fisica e del contributo italiano alla scoperta.
Qui l'articolo di approfondimento:
http://home.slac.stanford.edu/pressreleases/2008/20080709.htm
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